Cafasso, nato a Castelnuovo d’Asti (ora Castelnuovo Don Bosco) nel 1811 e morto a Torino nel 1860, è stato canonizzato da Papa Pio XII nel 1947.
A Torino era popolare soprattutto per l’aiuto che offriva ai carcerati. Venne definito “il prete della forca”, perché spesso si presentava alle esecuzioni capitali seguendo il condannato fino al patibolo per abbracciarlo e farlo sentire amato. E’ patrono dei carcerati e dei condannati a morte.
Nel 150° anniversario della morte del presbitero, il Pontefice ha voluto proporre la sua figura alle migliaia di fedeli e pellegrini accorse questo mercoledì in Piazza San Pietro.
“L’esempio di questa attraente figura di sacerdote esemplare, cui vorrei dedicare la prossima catechesi del Mercoledì, aiuti voi, cari giovani, a sperimentare personalmente la forza liberatrice dell’amore di Cristo, che rinnova profondamente la vita dell’uomo”, ha affermato.
“Sostenga voi, cari malati, ad offrire le vostre sofferenze per la conversione di chi è prigioniero del male”.
Il Papa ha presentato la figura del sacerdote anche agli sposi novelli, auspicando che li incoraggi “ad essere segno della fedeltà di Dio anche con il perdono reciproco, motivato dall’amore”.