Mons. Marchetto: la legislazione internazionale umanitaria va applicata

Presenta a Montecitorio un libro di don Antonio Sciortino

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ROMA, martedì, 22 giugno 2010 (ZENIT.org).- Un’esortazione ad applicare la legislazione internazionale umanitaria è venuta questo martedì dall’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che ha presentato a Palazzo Montecitorio a Roma il volume “Anche voi foste stranieri” di don Antonio Sciortino, direttore di “Famiglia Cristiana”.

Nella sua presentazione, il presule ha ricordato in primo luogo l’espressione “historia memoria futuri“, “bellissima espressione” per sottolineare che “abissi e vette ci saranno anche in futuro nella lotta tra il bene e il male, che può essere vinto solo facendo il bene”.

“A proposito di storia, umana e per noi cristiani anche di salvezza, intrecciata ma non identificata con essa”, monsignor Marchetto ha richiamato “lo straordinario tentativo di don Giuseppe De Luca, prete romano, di vederla come storia della pietas, della pietà”, “parola che può risultare equivoca, ma che conserva il suo misterioso senso e fascino se manteniamo il suo aggancio latino”.

“‘Mi fai pietà’ può essere una brutta espressione, ma ‘ho pietà di te’ è invece manifestazione di amore”, ha spiegato.

“Ecco, per don De Luca, la storia della pietà è quella dell’amore a Dio e al prossimo, che egli cercò dovunque”, ha aggiunto.

“Fu cura di quel prete romano, e sua sollecitudine, trovare ovunque, in ogni religione o laicità, fra scrittori e poeti, quella vena aurifera, quella polla di acqua viva, espressione di questo amore, implicito o esplicito, per l’uomo e per Dio, e per i Trascendentali, e cioè il Bello, il Buono, il Vero e l’Uno”.

Per monsignor Marchetto, il libro di don Sciortino va collocato “in questa storia della pietà, che la fa umana e, per me, divina, cioè scintilla, partecipazione di quel Dio che è Amore, di quel Dio che rivela la pienezza della sua verità nella carità”.

In quella storia della pietà, ha proseguito, “ci sono anche alcune Organizzazioni internazionali e non solo persone singole”.

“Vi è, grazie a Dio, una cristallizzazione internazionale a vari livelli della pietà per difendere l’uomo, la donna, i bambini, i più deboli, dagli esseri beluini che possiamo diventare noi esseri umani”.

Il presule ha quindi ricordato che esiste una legislazione internazionale umanitaria, “che cerca di proteggere l’uomo dall’uomo” e che risale allo jus gentium dei Romani.

Nonostante questo, ha denunciato, “vi è in tanti Paesi, anche in Europa, uno scivolamento verso livelli inferiori di protezione dei perseguitati”.

“Se, in tempo di pace, fra i Grandi di questo mondo, in genere, non si riesce ad applicare la legislazione internazionale umanitaria, come lo si potrà fare in tempo di guerra, per esempio in relazione ai civili?”, ha chiesto.

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ZENIT Staff

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