Card. Policarpo: la Chiesa ha bisogno di nuove forme di intervento sociale

Interviene alle Giornate Pastorali dell’episcopato portoghese

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di Alexandre Ribeiro

FATIMA, giovedì, 17 giugno 2010 (ZENIT.org).- Il Cardinal-Patriarca di Lisbona, monsignor José Policarpo, sostiene che di fronte alla realtà attuale “bisogna trovare nuove forme di intervento della Chiesa nella società”.

Il porporato è intervenuto questo mercoledì a Fatima alle Giornate Pastorali della Conferenza Episcopale Portoghese (CEP), che discutono fino a questo giovedì il tema “Ripensare insieme la Pastorale della Chiesa in Portogallo”.

Monsignor Policarpo ha segnalato che la Chiesa “è parte integrante della società, e vista la qualità del suo messaggio e il numero dei suoi membri non può smettere di cercare forme sempre nuove per contribuire al bene della comunità umana in cui è integrata”.

“Stiamo cadendo nella situazione anacronistica per cui qualsiasi intervento della Chiesa, in particolare della gerarchia, in dimensioni fondamentali come una sana antropologia o la difesa di valori etici è facilmente giudicato come intervento nella sfera strettamente politica, dimenticando che il dominio politico è tutto l’interesse per il bene della polis“.

Secondo il Cardinale, bisogna “valorizzare la Chiesa come insieme di fedeli, la comunità credente, e non identificarla solo con la gerarchia. Questa, per decisione propria e in difesa del carattere specifico del suo ministero, si astiene dall’immischiarsi nell’ambito strettamente politico”.

“I cristiani laici non sono tuttavia costretti a questo, e devono essere portavoci, nella società, degli autentici valori cristiani. Penso che verrà dai laici l’energia per questo rinnovamento dell’intervento della Chiesa nella società”, ha affermato.

Per il Patriarca di Lisbona, l’intervento profetico della Chiesa “deve privilegiare la proclamazione di una corretta antropologia, portando alla scoperta del mistero dell’uomo, da cui deriva la difesa etica dei principi della convivenza umana, per la costruzione di una società fraterna”.

Monsignor Policarpo ha quindi citato il Papa, che durante il volo verso il Portogallo dell’11 maggio scorso ha spiegato che la sana antropologia deve integrare la dimensione trascendente della vita umana: “integrare fede e razionalità moderna in un’unica visione antropologica, che completa l’essere umano e rende così anche comunicabili le culture umane”.

“Solo da questa comprensione dell’uomo e della sua trascendenza deriva un’etica di convivenza per la costruzione della società – ha sottolineato il Cardinale -. L’esigenza etica coinvolge tutta l’esistenza umana, personale e comunitaria, la vita e l’amore, il lavoro e l’economia”.

L’importanza dei laici

Il Cardinal Policarpo scommette su uno “sforzo maggiore di formazione del laicato”, per approfondire la “conoscenza del mistero e della dignità dell’uomo”.

La Dottrina Sociale della Chiesa “continua ad essere la grande sconosciuta”, lamenta. A suo avviso, solo l’approfondimento culturale “formerà la coscienza dei cristiani su tutte le dimensioni della vita umana, personale e comunitaria”.

“E’ impressionante verificare la scarsa importanza che la dimensione etica ha nelle scelte politiche – constata -. In una democrazia partecipativa, tuttavia, il voto dovrebbe essere sempre la scelta di una coscienza ben formata”.

La Chiesa “deve lottare per questo, il che non significa immischiarsi in ciò che è strettamente politico – ha concluso il Cardinale -. Questo sforzo di formazione sarà una lotta per la libertà”.

[Traduzione dal portoghese di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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