ROMA, giovedì, 17 giugno 2010 (ZENIT.org).- “Ogni atto educativo non può avere altra sorgente che l’amore”. E’ quanto ha detto il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), nella Lectio magistralis tenuta il 15 giugno, a Bologna, in occasione del 44° Convegno nazionale dei direttori degli Uffici catechistici diocesani.
Nel parlare di Gesù come educatore della fede, il Presidente della CEI ha sottolineato che “si educa perché si ritiene la vita dell’altro meritevole di attenzione, di cura, perché la si ritiene preziosa, più preziosa addirittura della propria”.
Infatti, ha aggiunto, “la passione educativa che Gesù mostra in ogni suo incontro non può essere compresa altrimenti che a partire dal suo amore, dal suo amore per la vita, per la vita di tutti gli uomini”.
Nello scattare una istantanea della crisi educativa in atto in Italia, il Cardinale ha osservato che oggi le famiglie “dichiarano di aver spesso smarrito i punti di riferimento educativi”, e che “lo smarrimento, il timore, a volte anche la paura di educare” riguarda anche la scuola, “incapace di scommettere sulla passione e la qualità dell’educazione”.
“Noi siamo preoccupati – ha affermato ancora – del tenue legame che può esistere tra le famiglie e la Chiesa, ma dobbiamo imparare ad essere ancor più preoccupati del legame stesso dei genitori con i loro figli”.
“Le famiglie – ha continuato –, spesso silenziosamente come ai tempi di Gesù, domandano oggi un sostegno educativo, desiderano maturare punti di riferimento per non scoraggiarsi nella loro missione e per non essere travolte dalla mentalità corrente”.
E proprio oggi, ha evidenziato il porporato, “una delle responsabilità più importanti degli adulti – genitori, catechisti, l’insieme della società civile – è precisamente quella di trasmettere la vita, la cultura, i valori, la fede che abbiamo ricevuto in dono”.
“La società italiana nel suo insieme – ha sottolineato poi – ha bisogno di figure autorevoli di genitori, di docenti, di catechisti, di laici, capaci di porsi come punti di riferimento nel difficile compito educativo”.
“La fede non può nascere e svilupparsi semplicemente come auto-maturazione o auto-formazione dell’uomo”, ha affermato il Cardinale ricordando che “proprio nella maturazione delle relazioni più importanti l’uomo ha bisogno dell’autorità”.
Il Presidente della CEI ha infine fatto notare che le continue critiche di cui la Chiesa è fatta bersaglio in Italia, “ma forse ancor più la diffusa ignoranza in materia, rendono evidente che l’educazione alla fede deve partire non da argomenti secondari, ma precisamente dai temi più importanti dell’annuncio cristiano”.