ROMA, mercoledì, 16 giugno 2010 (ZENIT.org).- Questo mercoledì gli Aquilani hanno sfilato per le vie della città, attraversando la zona rossa, per chiedere il congelamento di tutti i contributi.

Ventimila le persone secondo gli organizzatori, poco più di 12 mila secondo la Questura.

I manifestanti ha chiesto la sospensione dei contributi per tutti per 5 anni - e la successiva restituzione in 10 anni senza interessi -, lo sblocco dei fondi per la ricostruzione ed hanno denunciato che oltre 32 mila persone sono ancora assistite.

Nel corso dell'omelia per la messa celebrata nel tendone della parrocchia di Pile, l'Arcivescovo de L'Aquila, mons. Giuseppe Molinari, ha detto: "Siamo in un momento in cui la nostra città sta combattendo una lotta importante perchè si tratta della vita o della morte della nostra città”.

“Siamo qui riuniti – ha continuato – per pregare perchè la preghiera non è rinuncia alla lotta ma occasione per chiedere a Dio la forza che ci occorre per affrontare i tanti problemi".

“Cosa impedisce a noi Aquilani di essere protaginisti della nostra ricostruzione? Se è colpa dello Stato denunciamolo,  se è colpa delle Autorità locali denunciamolo ma non possiamo scaricare sugli altri le nostre responsabilità”, ha continuato.

“Il nostro popolo – ha quindi esclamato – attende risposte chiare non ordinanze complicate, incomprensibili che non servono a niente”.

“Non dimentichiamo - ha detto infine mons. Molinari rivolgendosi agli Aquilani - che ci sono anche i nostri doveri altrimenti la nostra lotta sacrosanta perde di forza e di credibilità”.