di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 11 giugno 2010 (ZENIT.org).- Il calendario prevede oltre 100 incontri con ministri, Cardinali, Presidenti di Stati, di Parlamenti e di Commissioni Europee, dirigenti di imprese nazionali e multinazionali, banchieri, missionari, benefattori, idealisti, scienziati, filosofi, medici, matematici e giornalisti.

Otto le mostre, che spaziano dalla crisi economica al samba, dalla figura di Flannery O’Connor all’Ulisse di Dante, dalla matematica a quella sul Portico della Gloria di Santiago, fino alla figura di Santo Stefano d’Ungheria e alla vicenda di Danzica e Solidarnosc.

Diciotto gli spettacoli con musica, teatro, danza insieme ad eventi e manifestazioni sportive.

Questa è la XXXI edizione del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli che si svolgerà alla Fiera di Rimini dal 22 al 29 agosto,  e che ieri, giovedì 10 giugno, è stata presentata a Roma all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.

Il Meeting, che si conferma come il più grande incontro di cultura cattolica a livello mondiale, inviterà tutti gli ospiti e le centinaia di migliaia di visitatori  (800.000 lo scorso anno) a discutere e riflettere, su l’umanità e il suo rapporto con l’infinito, con particolare riferimento ai desideri del cuore.

Il tema scelto per La XXXI edizione del Meeting è infatti “Quella natura umana e divina che ci spinge a desiderare cose grandi: il cuore”.

Aprendo la presentazione del Meeting, Joseph Weiler, ebreo ortodosso, professore alla New York University ha raccontato che quando fu invitato per la prima volta al Meeting, nel 2003, molti dei suoi amici italiani gli chiesero: “Cosa ci fa uno come te a un evento organizzato da loro?” e poi “Come mai sei stato invitato?”.

Il prof. Weiler è rimasto così colpito da questa esperienza entusiasmante da provare a fare qualche ipotesi sulle ragioni di questo successo.

Secondo il docente statunitense  il Meeting ha il dono dell’unicità perchè è riuscito a trasformare “lo spazio di una fiera commerciale in una festa per la mente, per l’intelletto e per l’anima”.

Le fiere che vantano oltre mezzo milione di accessi in una settimana sono a livello del Salone dell’automobile di Detroit o Zurigo o del ComDex di Las Vegas, mentre al Meeting vengono in migliaia ad ascoltare una lezione su Beethoven, a visitare una mostra sulla natura della luce o a sentire un incontro con un filosofo.

Weiler ha spiegato che “questo è il più grande degli eventi cattolici e anche il più cattolico”.

“Non conosco – ha precisato – nessuna organizzazione politica, religiosa o spirituale che sia così fiduciosa, così impegnata nella ricerca della verità, che non senta la necessità di proteggere i suoi aderenti dalle posizioni opposte, dalla critica e dallo scetticismo. La profondità che trovo qui è ammirevole. È un evento in cui regna la Ragione. L’adesione in base a una fede cieca è sgradita - si preferisce optare per una convinzione ragionata. E questa non si può ottenere chiudendo la mente e sbarrando i saloni del Meeting”.

Per Weiler al Meeting “si sperimenta l’eccitante intensità che scaturisce dal serio impegno nella ricerca della verità”, che coinvolge tutti  i visitatori “nonni e nipoti, single, coppie, famiglie. Una gran quantità di donne incinte. Masse di bambini”.

C’è inoltre una “gravitas” una “serietà sottesa che fa parte dell’identità del Meeting” con una “esplorazione e articolazione non tanto delle radici cristiane europee, quanto dei suoi rami viventi, delle foglie e dei frutti - la tradizione vivente di una civiltà cristiana, fondamento dell’identità europea e della civiltà occidentale”.

Il professore statunitense ha quindi indicato nella ‘gratuità’ il sentimento che pervade il Meeting, grazie alle migliaia di volontari che si offrono disinteressatamente per svolgere qualsiasi servizio. 

Per ultimo il prof. Weiler ha indicato ‘l’ingrediente segreto’ cioè “lo spirito di don Giussani” secondo cui “la vita spirituale dell’uomo di fede non è radicata semplicemente nella ragione, ma in una reale coscienza della Presenza. La fede non è solo un fatto cognitivo, ma anche, e soprattutto, sperimentale. E così è anche per il Meeting: va sperimentato, vissuto, per cogliere la sua piena e straordinaria combinazione di vitalità e gravitas”.

Intenso e significativo l’intervento del Ministro degli Esteri Franco Frattini che ha indicato il Meeting di Rimini come "una carta pregiata del sistema Italia”, perchè la fede cattolica del popolo italiano è un fattore qualificante anche nelle relazioni internazionali.

In merito al dialogo con le altre religioni il ministro Frattini ha precisato che “bisogna abbandonare l’idea laicista che la fede sia un fatto personale”, per questo motivo è molto importante manifestare la propria identità cristiana.

A questo proposito il Ministre degli Esteri ha ricordato che il 30 di giugno la Corte Europea di Strasburgo si pronuncerà sul ricorso presentato dall’Italia e sostenuto da altri dieci Paesi, circa il diritto di esporre il Crocifisso in tutti i luoghi pubblici, negli edifici scolastici e negli ospedali.

“Aspettiamo con fiducia la decisione della Grande Chambre della Corte europea – ha detto il Ministro – perchè il Crocifisso è un simbolo di riconciliazione e non di divisione”.

Circa la libertà religiosa l’onorevole Frattini ha ribadito con forza che “riguarda un diritto fondamentale dell’uomo e della persona umana” per questo se noi “ci battiamo perchè non sia vietato, come accade in Svizzera, costruire moschee, l’Europa non può assistere in silenzio all’impossibilità di professare la fede cristiana nei paesi islamici”.

A tal proposito, il Ministro ha annunciato un iniziativa dell’Italia in sede ONU “perchè venga adottata una risoluzione dall’assemblea generale che vieti le discriminazioni religiose”.