di Nieves San Martín
BRUXELLES, mercoledì, 9 giugno 2010 (ZENIT.org).- La Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) ha reso pubblica una nota su un progetto di direttiva dell’Unione Europea in cui afferma che gli esperimenti fatti a partire da cellule staminali embrionali umane non devono essere considerati un’alternativa agli esperimenti sugli animali. Secondo i presuli, esiste il pericolo di “cancellare la differenza tra l’animale e l’uomo”.
Il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea sta per adottare formalmente un progetto di direttiva destinato a proteggere gli animali utilizzati a scopi scientifici, per rafforzare la protezione degli animali.
La COMECE loda questa iniziativa, nella misura in cui non ci siano dubbi sul fatto che la difesa degli animali “è una questione di etica, soprattutto per i cristiani”.
Nella loro nota, tuttavia, i Vescovi europei si dicono “profondamente preoccupati” per l’articolo 4, paragrafo 1 del progetto di direttiva. In questo senso, segnalano che “per difendere gli animali, il testo attuale stabilisce che, quando possibile, sarà necessario usare un metodo o una strategia di sperimentazione scientificamente soddisfacente che non implichi l’utilizzo di animali vivi”.
“Questa formulazione molto generale permetterebbe, ad esempio, di introdurre esperimenti che utilizzano cellule staminali embrionali umane – aggiunge la nota -. Di conseguenza, alcuni Stati membri, che non hanno una legislazione esplicita sulle cellule staminali embrionali umane, potrebbero vedersi costretti, in base a questa legislazione, ad applicare metodi che utilizzano cellule staminali, anche se questo uso è molto controverso dal punto di vista etico”.
I Vescovi europei segnalano inoltre che questa disposizione del progetto di direttiva porta a chiedersi “se la politica di difesa degli animali dell’UE corre il rischio di aprire la strada a una concezione che tenderebbe a cancellare la differenza fondamentale tra l’animale e la dignità dell’uomo”.
Per questo, la COMECE chiede al Consiglio di “escludere esplicitamente dai metodi alternativi di sperimentazione tutti quelli che implichino l’uso di cellule embrionali e fetali umane, rispettando così le competenze degli Stati membri per quanto riguarda le proprie decisioni etiche”.
La COMECE chiede inoltre al corpo legislativo dell’Unione Europea e alla Commissione di avviare un dibattito onesto e aperto sulle alternative scientifiche (come ad esempio l’utilizzo di altre cellule staminali umane, non embrionali), “così come sulla questione etica fondamentale, che è quella di sapere se la nostra società preferisce distruggere e strumentalizzare embrioni umani per ridurre il numero di esperimenti scientifici sugli animali”.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]