Benedetto XVI: a Cipro ho sentito tanti cuori pulsare all’unisono

All’Udienza generale ricorda anche la “tragica” morte di mons. Padovese

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ROMA, mercoledì, 9 giugno 2010 (ZENIT.org).- A Cipro “ho potuto quasi sentire tanti cuori pulsare all’unisono”. E’ questa la forte emozione che Benedetto XVI ha voltuo richiamare mercoledì in occasione dell’Udienza generale dedicata al suo recente viaggio apostolico a Cipro, rinnovando anche il suo auspicio per un “futuro di pace, di amicizia e di fraterna collaborazione” per tutte le popolazioni del Medio Oriente.

Durante il tradizionale appuntamento della settimana con i fedeli di tutto il mondo, il Papa ha definito un “evento storico” che “ha felicemente conseguito i suoi scopi” la sua visita apostolica sull’isola del Mediterraneo ricordando la profonda atmosfera di comunione che si poteva respirare tra i resti archeologici dell’antica Paphos, dove insieme ad armeni, luterani, anglicani, ma soprattutto ortodossi è stato possibile rinnovare “il reciproco e irreversibile impegno ecumenico”.

Nel ripercorrere le tappe salienti della sua visita apostolica Benedetto XVI ha ricordato l’appello lanciato, durante l’incontro con le autorità civili e con il Corpo diplomatico di Cipro presso il Palazzo presidenziale di Nicosia, a “fondare la legge positiva sui principi etici della legge naturale, al fine di promuovere la verità morale nella vita pubblica”.

“E’ stato un appello alla ragione – ha commentato –, basato sui principi etici e carico di implicazioni esigenti per la società di oggi, che spesso non riconosce più la tradizione culturale su cui è fondata”.

Il Papa si è quindi soffermato sull’inconto alla scuola elementare di St. Maron, una istituzione educativa simbolo della presenza storica della comunità maronita a Cipro, dove si è incontrato con circa duemila persone in rappresentanza della comunità cattolica locale.

Non è quindi mancato un pensiero ai fedeli che vivono nella parte nord di Cipro, posta sotto il controllo dai turchi dall’invasione del 1974: “E’ stata particolarmente significativa la presenza di alcuni cattolici maroniti originari di quattro villaggi dell’Isola dove i cristiani sono popolo che soffre e spera; ad essi ho voluto manifestare la mia paterna comprensione per le loro aspirazioni e difficoltà”.

“ A tutti – ha detto il Santo Padre –, latini e maroniti ho assicurato il mio ricordo nella preghiera, incoraggiandoli a testimoniare il Vangelo anche mediante un paziente lavoro di reciproca fiducia fra cristiani e non cristiani, per costruire una pace durevole ed un’armonia fra i popoli”.

Il Papa ha quindi richiamato anche la Messa solenne celebrata il 6 giugno, durante la quale ha consegnato l’Instrumentum laboris ai Vescovi che a ottobre, in Vaticano, parteciperanno al Sinodo speciale sul Medio Oriente, e il brutale assassino di mons. Luigi Padovese, presidente della Conferenza Episcopale Turca, “la cui improvvisa e tragica morte ci ha lasciati addolorati e sgomenti”.

Nei saluti ai fedeli polacchi al termine delle catechesi nelle varie lingue, il Papa ha voluto ricordare la figura del nuovo beato, don Jerzy Popiełuszko, che “insegnava l’amore e la solidarietà verso coloro che hanno bisogno di un sostegno spirituale o materiale”, affidando alla sua protezione “tutti coloro che soffrono a causa delle alluvioni e coloro che gli recano aiuto”.

Un pensiero è andato anche ai missionari d’Africa, meglio conosciuti come Padri bianchi, che hanno da poco celebrato il loro ventisettesimo Capitolo generale sul tema “La nostra missione in Africa e al mondo africano” nel quale è stato eletto superiore il ghanese Richard Baawobr.

Tra i tanti sacerdoti e i seminaristi presenti all’Udienza, una trentina di rappresentanti delle sedici squadre che hanno partecipato alla Clericus Cup, il campionato di calcio riservato ai preti e agli studenti dei seminari provenienti da tutto il mondo, giunto quest’anno alla quarta edizione, insieme a una delegazione del Centro Sportivo Italiano, organizzatore del torneo.

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ZENIT Staff

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