IL CAIRO, martedì, 8 giugno 2010 (ZENIT.org).- In Egitto, la Chiesa ortodossa prenderà misure legali per rovesciare la decisione giudiziaria che la costringe ad autorizzare che i divorziati si possano risposare, e non permetterà a nessuno un secondo matrimonio religioso.
Lo ha annunciato il segretario del Papa Shenouda, il Vescovo Armiya, attraverso un comunicato pubblicato in risposta alla decisione del Tribunale Supremo Amministrativo, il 29 maggio.
“Non c’è alcuna forza sulla terra che possa costringere la Chiesa a violare gli insegnamenti della Bibbia e le leggi della Chiesa basata su ‘l’uomo non separi ciò che Dio ha unito'”, indica il comunicato.
Il Vescovo ricorda anche che la legge islamica permette ai cristiani copti di ricorrere alle proprie leggi, e che lo Stato rispetta la libertà religiosa.
Il presule ha sottolineato il rispetto della Chiesa ortodossa copta per il potere giudiziario egiziano e le sue decisioni, ma ha indicato che non autorizzerà nessuno, chiunque sia, a contrarre un secondo matrimonio.
L’agenzia internazionale di notizie siriana AINA ha riferito il 30 maggio della polemica sollevata dalla sentenza giudiziaria che costringe il Papa Shenouda III a concedere una licenza a un uomo copto divorziato, Hani Wasfi Naguib, perché possa risposarsi.
La sentenza respinge una richiesta presentata dal leader della Chiesa copta e ribadisce la decisione di un tribunale inferiore.
Il Tribunale Supremo ha dichiarato che “in base alla legge un cristiano può risposarsi e la Costituzione gli garantisce il diritto di fondare una famiglia. L’appello del Papa Shenouda per impedire ai copti di risposarsi è stato respinto”.
In Egitto, il matrimonio civile è riconosciuto quando è accompagnato da un matrimonio religioso.