I fedeli danno l'ultimo saluto al Vescovo assassinato in Turchia

Monsignor Luigi Padovese sarà sepolto a Milano il 14 giugno

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ISTANBUL, lunedì, 7 giugno 2010 (ZENIT.org).- I funerali di monsignor Luigi Padovese, assassinato giovedì in Turchia, si sono svolti questo lunedì nella Cattedrale di Iskenderun nel corso di una cerimonia presieduta da monsignor Ruggero Franceschini, Arcivescovo di Smirne.

Alla celebrazione erano presenti le autorità locali e il capo della Polizia. Il corpo del Vescovo 63enne, secondo le sue volontà, verrà sepolto a Milano, dove riposerà accanto alla famiglia.

Parlando alla “Radio Vaticana”, padre Domenico Bertogli, vicario generale del Vicariato Apostolico dell’Anatolia, ha dichiarato che questo fine settimana “la chiesa era piena, c’era una delegazione di protestanti, di siro-catolici, c’erano tutti i Vescovi della Turchia, un modo intimo ma grande, davanti a una folla immensa per dare un saluto a questa persona tanto cara”.

Alla cerimonia di questo lunedì era attesa la presenza del Ministro di Giustizia di Antiochia: “Anche questo è un bel gesto da parte dei rappresentanti dello Stato, del Parlamento, per esserci vicini in questa tragedia”, ha detto padre Bertogli.

Il sacerdote ha aggiunto che la comunità cattolica turca ha organizzato un momento speciale di preghiera per il Vescovo assassinato: “perché qui era conosciuto e molto amato, essendo una persona squisita, amichevole e molto disponibile verso gli altri”.

Il sacerdote ha ricordato che il giorno prima della sua morte monsignor Padovese aveva avuto un incontro con le autorità locali per parlare del dialogo con le minoranze cristiane e non cristiane. “Tutti hanno espresso veramente il loro apprezzamento e la loro riconoscenza per il fatto di lavorare non solo per la comunità cristiana locale, ma allargando l’interesse tra le diverse posizioni. Questo ci fatto davvero piacere”.

Luigi Padovese era il vicario apostolico dell’Anatolia e presidente della Conferenza Episcopale Turca. L’agenzia AsiaNews lo ha definito “un uomo semplice, alla mano, umile persona della carità impegnato ad aiutare i poveri, i sofferenti, i bisognosi attraverso il prezioso strumento della Caritas. Uomo dalle buone relazioni”.

“Sapeva parlare ai semplici e agli uomini di cultura e alle autorita civili e religiose. Aveva una parola buona per tutti e si intratteneva amabilmente con i numerosi pellegrini che giungevano in questi luoghi da tutto il mondo”, aggiunge AsiaNews.

“Uomo del dialogo ecumenico e interreligioso, basti ricordare gli ottimi rapporti con il mufti della regione e la profonda amicizia con Sua santità Bartolomeo I e tutti i Vescovi e fratelli ortodossi e protestanti”, conclude.

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ZENIT Staff

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