CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 7 giugno 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito le conclusioni del Convegno organizzato a Roma dal 4 al 6 giugno dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari sul tema “Effatà! La persona sorda, araldo e testimone dell’annuncio evangelico”.
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Al termine di questo Convegno di Pastorale, intitolato “Effatà! La persona sorda, araldo e testimone dell’annuncio evangelico” e organizzato dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, si è giunti a definire gli strumenti per l’attuazione di alcune priorità nell’ambito dell’integrazione dei non udenti nella vita ecclesiale e più in generale nella società.
In questa seconda tappa dell’impegno del Dicastero in favore degli affetti da sordità, sono state dunque accolte ed è iniziata l’attuazione delle raccomandazioni emerse al termine della Conferenza Internazionale “Effatà! La persona sorda nella vita della Chiesa”, tenuta nel novembre scorso sempre in Vaticano.
Tale risultato è stato conseguito grazie all’attiva partecipazione o l’adesione di esponenti dello stesso Pontificio Consiglio e di altri uffici vaticani, della Conferenza Episcopale Italiana e della Diocesi di Roma, Bari, Brescia, Foggia, Chieti, Crotone, Padova, Patti, Vicenza, Bologna, Palermo, Sulmona, Aquila, Imperia, Agrigento, Teramo, Assisi, Firenze, Foligno, Frosinone, Roma, Salerno, Milano, Trani, Modena, Tursi-Lagonegro, Venezia, Messina, Perugia, Terni, Rimini, Perugia e Pordenone.
A loro si sono aggiunti il personale religioso, gli specialisti ed i volontari. Un grande apporto è stato inoltre fornito dai rappresentanti della Chiese statunitense, spagnola, irlandese e tedesca giunti appositamente a Roma per il Convegno.
Ecco in sintesi le priorità e gli strumenti delineati in questi tre giorni di impegno:
1. Offrire alle Chiese locali e particolari gli strumenti per cominciare a lavorare “per e con” le persone sorde, a partire sia da specifici elementi per la programmazione pastorale e da sussidî multimediali. Tra questi dei DVD mirati, contenenti la traduzione nella lingua dei segni da impiegarsi come ausilio al cammino di formazione e alla partecipazione alla vita della comunità ecclesiale.
2. Curare e diffondere con particolare impegno la “formazione dei formatori”, in primo luogo dei futuri presbiteri, del personale religioso e di tutti gli agenti di pastorale.
3. Come emerso durante questo convegno, si ritiene di fondamentale importanza che, ad esempio nei seminari, sia possibile avvicinarsi alla realtà dei non udenti apprendendo: le basi della lingua dei segni, il loro vissuto storico e personale, cioè le difficoltà che incontrano nella società e nella scuola così come nella Chiesa. Un tale schema di formazione, con i dovuti adattamenti, potrà essere utilizzato a tutte le latitudini.
4. Rendere permanente, presso il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, il Gruppo di Studio annunciato durante la Conferenza Internazionale. Tale organismo permetterà le necessarie qualità e uniformità del lavoro svolto in questo ambito.
5. Allestire uno spazio Internet di riferimento, utile alla diffusione delle iniziative così come alla comunicazione e allo scambio tra chi opera nella Pastorale delle persone sorde.
6. Promuovere l’istituzione di una certificazione “Ad hoc” per chi traduce nella lingua dei segni in ambito ecclesiale. Si ritiene infatti fondamentale che si effettui una distinzione tra il “traduttore” e il “facilitatore”. Quest’ultimo dovrà avere le competenze religiose sufficienti a permettergli di far correttamente seguire, ad esempio nel corso di una liturgia eucaristica, il procedere della funzione religiosa.
Tutti i partecipanti al Convegno, infine, si sono impegnati e si impegneranno affinché le suddette conclusioni attuative siano presto concretizzate, in risposta a quanto sollecitato in merito da Sua Santità Papa Benedetto XVI e ricordato durante l’apertura dei lavori di questo Convegno dal Presidente del Dicastero, Arcivescovo Zygmunt Zimowski.
Città del Vaticano, 6 giugno 2010