“Il viaggio di Benedetto XVI a Cipro ha tre dimensioni”

Parla il Nunzio Apostolico Antonio Franco

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di Michaela Koller

NICOSIA, venerdì, 4 giugno 2010 (ZENIT.org).- La torre quadrata della chiesa cattolica della Santa Croce a Nicosia, la capitale di Cipro, spicca sui tetti degli edifici vicini, rappresentando un segno visibile della presenza cattolica nell’ambiente ortodosso.

In generale queste chiese di Cipro richiamano l’attenzione per la forma rotonda e i tetti di tegole. Questa è costruita con la stessa pietra gialla che domina a Gerusalemme. Non è una coincidenza, affermano i sacerdoti della parrocchia francescana della Diocesi di Gerusalemme.

I fedeli cattolici che vivono nell’isola sono appena 2.000-3.000, afferma l’Arcivescovo Antonio Franco.

ZENIT ha incontrato il presule vicino alla parrocchia della Santa Croce, dove esiste una rappresentanza diplomatica formale della Santa Sede nella Repubblica di Cipro. Il primo Presidente della Repubblica del Paese, l’Arcivescovo ortodosso Makarios III, ha avviato le relazioni diplomatiche con il Vaticano nel 1973, un anno prima dell’invasione della parte settentrionale da parte dei turchi. Il Nunzio non è in Nunziatura tutti i giorni, perché è anche responsabile di Israele, di Gerusalemme e dei territori palestinesi, e in genere risiede a Jaffa (Israele).

Le bandiere sui due pali davanti alla chiesa diffondono le informazioni circa l’arrivo del Papa. A sinistra, la croce rossa di Gerusalemme ondeggia nell’aria su uno sfondo bianco. Sabato Benedetto XVI incontrerà nella chiesa della Santa Croce i sacerdoti, i religiosi, i diaconi, i catechisti e i rappresentanti dei movimenti ecclesiali di Cipro per celebrare un Messa con loro.

Sulla via che conduce alla chiesa appare all’improvviso una jeep carica di mazzi di fiori freschi che probabilmente dovranno adornare la zona di ingresso della chiesa. All’interno, lo splendore dell’oro ortodosso contrasta con una decorazione semplice.

Un uomo prende un tappeto rosso, lo misura, lo taglia, mentre un altro installa un ultimo ventilatore alla parete. A sinistra dell’altare c’è un sedile ancora avvolto nel cartone, che lascia intravedere solo i piedi di legno dorato dipinto. Da qui, il Successore di Pietro parlerà alla piccola comunità cattolica di Cipro.

Davanti c’è padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, nella parte posteriore una donna dai lineamenti asiatici prega in ginocchio. Tra i cattolici di Cipro ci sono infatti molti filippini. “C’è anche un numero considerevole di camerunensi. Se viene qui di domenica troverà la chiesa piena di gente delle Filippine e del Camerun”, avverte il Nunzio Apostolico.

“Tre volte più forte è la comunità dei maroniti uniti con Roma. I dati variano tra i 5.000 e i 7.000, ma non incontreranno il Papa in questo luogo. Avranno altre due occasioni durante il suo soggiorno breve ma intenso”.

Secondo il Nunzio, “questo viaggio ha tre dimensioni”.

“Cipro è uno dei luoghi più centrali della storia del cristianesimo”, ha confessato a ZENIT. Giovanni Paolo II aveva pianificato una visita nel Paese, ma non si è mai realizzata. “Questo sottolinea ancor di più la dimensione missionaria di questa visita. Il Papa segue le orme di San Paolo e rimarca questo spirito nelle attività missionarie per sostenere, per incoraggiare a diffondere il messaggio”, dice il Nunzio.

C’è anche un altro aspetto, al di là della pastorale, che preoccupa il Pontefice arrivando in questa isola del sud del Mediterraneo. Si tratta della situazione della regione mediorientale, una zona traumatizzata nella quale si trova la culla del cristianesimo. Benedetto XVI auspica l’incontro con i sette Patriarchi uniti a Roma, che a ottobre parteciperanno al Sinodo straordinario per il Medio Oriente.

Nel Palazzo dello Sport Elefteria di Nicosia, il Santo Padre riceverà durante una Messa l’Instrumentum laboris del Sinodo.

“Un’altra dimensione è quella ecumenica”, ha continuato il Nunzio. “La Chiesa ortodossa di Cipro è molto vicina a quella cattolica, per la quale è molto importante nel dialogo ecumenico”.

Per questo motivo, è stata molto significativa la riunione tra Papa Benedetto XVI e l’Arcivescovo Chrysostomos. Entrambi hanno pubblicato nel 2007 una dichiarazione congiunta: “Nella felice circostanza del nostro fraterno incontro presso le tombe dei Santi Pietro e Paolo, i corifei degli Apostoli come indica la tradizione liturgica, vogliamo dichiarare di comune accordo la nostra sincera e ferma disposizione, in obbedienza alla volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, ad intensificare la ricerca della piena unità tra tutti i cristiani”.

Proprio il ricordo dell’anniversario della nascita di San Paolo e della sua evangelizzazione può servire da collegamento tra le due confessioni, crede fermamente il Nunzio.

Per l’Arcivescovo Franco ha grande importanza anche la cerimonia ecumenica all’inizio della visita, nel sito archeologico della chiesa di Agia Kyriaki Chrysopolitissa a Paphos, dove si trova il famoso pilastro di San Paolo.

“Lì l’Apostolo dei Gentili, secondo la tradizione, è stato frustato. Alla luce delle sfide dell’evangelizzazione, è un momento per celebrare ciò che le due tradizioni hanno in comune, e di fatto questo evento è simbolico”.

I cattolici di Cipro sono preoccupati per le sorti della loro isola: “Molte parrocchie e monasteri nella parte nord subiscono la situazione di occupazione”.

Per i maroniti è una sofferenza particolare, visto che una chiesa, la Marina di Ayia, non è ancora a disposizione, perché si trova nella zona limitata dai militari turchi. “Questa è una delle ferite del nostro mondo, che continua a sanguinare”, ha segnalato.

La Santa Sede continuerà a chiedere più rispetto per i luoghi e le persone che rappresentano il patrimonio cristiano a Cipro.

“Quale missione abbiamo qui, e che cosa dobbiamo fare per realizzarla?”, chiede l’Arcivescovo Franco pensando alla gente di questa regione. “Vivere e mantenere una presenza molto significativa nel luogo in cui è nato il cristianesimo”, conclude.

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ZENIT Staff

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