Il Papa: Gesù, dono di carità di Maria al mondo

Nella Veglia per la conclusione del mese mariano, nei Giardini Vaticani

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ROMA, martedì, 1 giugno 2010 (ZENIT.org).- Il dono di Gesù al mondo rappresenta il vertice della carità della Vergine. Lo ha ricordato Benedetto XVI nella sera del 31 maggio, al termine della Veglia per la conclusione del mese mariano.

Questo lunedì, i Giardini Vaticani hanno accolto più di tremila fedeli e pellegrini nella tradizionale celebrazione mariana con cui si conclude il mese di maggio.

All’inizio c’è stata la tradizionale processione dalla Chiesa di Santo Stefano degli Abissini – la più antica del Vaticano, risalente al V secolo, situata vicino all’abside della Basilica vaticana – fino alla Grotta della Madonna di Lourdes (una replica su scala ridotta della grotta nella quale la Madonna apparve a santa Bernardette Soubirous), costruita all’inizio del XX secolo nello spazio che interrompe l’antica muraglia della Città Leonina, come offerta dei cattolici francesi.

Durante il percorso è stato recitato il Rosario, guidato dal Cardinale Angelo Comastri, Vicario del Papa per la Città del Vaticano, e intervallato di canti del coro della Città del Vaticano e dalle musiche eseguite dalla Banda della Guardia Palatina d’Onore.

Nel suo breve discorso al termine della Veglia, Benedetto XVI ha sottolineato il modello missionario per la Chiesa rappresentato dalla Vergine, “chiamata ad annunciare il Vangelo dappertutto e sempre, a trasmettere la fede ad ogni uomo e donna, e in ogni cultura”.

“La nostra – ha detto –, come singoli e come Chiesa, è un’esistenza proiettata al di fuori di noi. […] Ci è chiesto di uscire da noi stessi, dai luoghi delle nostre sicurezze, per andare verso gli altri, in luoghi e ambiti diversi”.

Maria si fa vicina all’uomo nel suo cammino come “compagna di viaggio e madre premurosa”, fornendo sempre un “aiuto concreto” come fece nei confronti dell’anziana cugina Elisabetta.

“Elisabetta – ha aggiunto – diventa così il simbolo di tante persone anziane e anche malate, anzi, di tutte le persone bisognose di aiuto e di amore. E quante ce ne sono anche oggi nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nelle nostre città! E Maria – che si era definita ‘la serva del Signore’ (Lc 1,38) – si fa serva degli uomini. Più precisamente, serve il Signore che incontra nei fratelli”.

E “Gesù – ha spiegato ancora il Papa – è il vero e unico tesoro che noi abbiamo da dare all’umanità. È di Lui che gli uomini e le donne del nostro tempo hanno profonda nostalgia, anche quando sembrano ignorarlo o rifiutarlo. È di Lui che hanno grande bisogno la società in cui viviamo, l’Europa, il mondo intero”.

“A noi è affidata questa straordinaria responsabilità. Viviamola con gioia e con impegno – ha infine esortato il Santo Padre –, perché la nostra sia davvero una civiltà in cui regnano la verità, la giustizia, la libertà e l’amore, pilastri fondamentali e insostituibili di una vera convivenza ordinata e pacifica”.

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ZENIT Staff

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