Una tv satellitare diffonde il cristianesimo in Medio Oriente

SAT-7, con 8 milioni di spettatori in 19 Paesi

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ROMA, domenica, 30 maggio 2010 (ZENIT.org).- SAT-7, un canale televisivo cristiano via satellite che serve il Medio Oriente e il Nordafrica, aumenterà le sue trasmissioni grazie al sostegno dell’associazione caritativa cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS).

L’ufficio britannico dell’organizzazione ha infatti finanziato una seconda rata di 15.000 euro per fornire le apparecchiature necessarie allo studio di SAT-7 al Cairo (Egitto), permettendo di produrre più programmi.

Il sostegno finanziario di ACS aiuterà a migliorare la qualità delle trasmissioni della rete – che comprendono notiziari, dibattiti, musica e fiction –, ad aumentare la comprensione tra i cristiani e a favorire una più stretta collaborazione con persone di altre fedi.

Rachel Fadipe, direttore esecutivo di SAT-7 nel Regno Unito, ha spiegato l’importanza di aumentare le trasmissioni in diretta, sottolineando che “permettono la vera interazione con gli spettatori”.

Cristiani di varie denominazioni sono coinvolti nel canale televisivo, e il clero di varie Chiese appare nei programmi in diretta rispondendo alle domande poste dai telespettatori che telefonano in studio.

“Fin dall’inizio, abbiamo detto che vogliamo unire le Chiese nella loro diversità – mostrare che possono avere unità”, ha dichiarato Kurt Johansen, direttore esecutivo dell’ufficio europeo di SAT-7.

“Non nascondiamo le differenze, ma ne discutiamo in modo educato e civile”.

Spiegando perché la televisione via satellite è il mezzo più efficace per raggiungere i cristiani nella regione, Johansen ha ricordato che “in Medio Oriente la tv satellitare è il mezzo per eccellenza”; “più della metà degli abitanti del Medio Oriente ha un satellite, e guarda ogni giorno più televisione che in qualsiasi altra parte del mondo”.

Le trasmissioni satellitari, inoltre, non sono soggette alle restrizioni che si applicano alla letteratura cristiana in alcuni Paesi mediorientali, come l’Arabia Saudita.

“Molti cristiani non sono molto istruiti, non sanno leggere, non hanno accesso a un sacerdote – ma su SAT-7 possono sintonizzarsi e per 24 ore al giorno apprendono e approfondiscono la fede cristiana”, ha indicato Johansen.

Quanto al ruolo nel dialogo ecumenico e in quello interreligioso, ha ricordato che “ci sono molti fraintendimenti – alcuni credono che i cristiani siano cannibali a causa della Comunione –, ma quando vedono ciò che avviene hanno un’idea diversa. C’è più rispetto, più tolleranza – si abbattono le barriere in modo positivo”.

Oltre al crescente numero di programmi in diretta, le trasmissioni di SAT-7 includono soap opera relative ad argomenti cristiani e film basati su personaggi biblici, nonché quiz sulle Scritture e un intervento settimanale del leader copto ortodosso Shenouda III.

SAT-7 trasmette cinque canali 24 ore su 24, che raggiungono circa 8 milioni di spettatori in 19 Paesi.

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ZENIT Staff

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