Cresce in Africa il culto e la devozione di Maria

Riuniti a Roma i responsabili laici di Radio Maria

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di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 20 maggio 2010 (ZENIT.org).- Rimarranno a Roma fino a sabato 22 maggio i presidenti e delegati delle associazioni laicali che sostengono e gestiscono le 14 stazioni di Radio Maria presenti nel continente africano.

I presidenti e delegati delle associazioni laicali di Radio Maria di Ruanda, Costa D’Avorio, Burundi, Burkina Faso, Zambia, Ghana, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Sierra Leone e Kenya, si sono riuniti insieme ai vertici italiani della World Family per un corso di formazione teologico, pastorale e gestionale.

Tra i relatori il Presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (PAMI), padre Vincenzo Battaglia OFM., il Segretario della stessa, padre Stefano M. Cecchin, OFM. e il delegato per l’Africa del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, padre Janvier Yaméogo.

Padre Francisco Palacios, coordinatore dei direttori delle Radio Maria nel mondo, ha spiegato a ZENIT che la devozione e il culto mariano in Africa sono diffusissimi.

Il fenomeno si spiega non solo con la grande diffusione della religione cattolica, soprattutto nell’Africa Subsahariana e centrale, ma anche con la cultura tradizionale che indica nella donna e madre il centro di accoglienza e di coesione della struttura sociale africana.

In questo contesto la figura di Maria non fa che esaltare valori e virtù che sono già presenti nelle culture locali.

Padre Francisco ha notato che i cattolici africani sono molto ligi anche ai Sacramenti: “Ogni mattina la messa è alle sette e nessuno è mai mancato”.

Il corso di formazione ha uno scopo importante, perchè – ha sottolineato padre Francisco – “c’è  bisogno che la devozione popolare diventi fede solida e che acquisti argomenti per spiegare le ragioni del nostro credere”.   

Vittorio Viccardi, coordinatore generale della World Family of Radio Maria, ha fatto notare la grande crescita demografica e la diffusione della religione cattolica in Africa.

Non è un caso che l’Africa è il continente dove il cattolicesimo cresce di più. Non stupisce quindi vedere che Radio Maria sia già uno dei primi network radiofonici privati del continente.

Alle quattordici Radio Marie gia attive se ne aggiungeranno altre sei nei prossimi due anni. E tanti Vescovi stanno chiedendo di portare Radio Maria nelle loro diocesi.

In alcuni Paesi Radio Maria è la prima radio per ascolti, ed il numero di ascoltatori di Radio Maria in Africa potrebbe superare in pochi anni quello complessivo di tutte le altre Radio Maria nel mondo.

Emanuele Ferrario, Presidente della World Family of Radio Maria, ha spiegato a ZENIT che le opportunità in termini umani e sociali sono enormi, perché si tratta di Paesi dove il mezzo di comunicazione più diffuso è quello radiofonico. Infatti, spesso è possibile vedere persone che vanno in giro con le radioline appese al collo.

I limiti, secondo Ferrario, sono di origini strutturali perchè solo il Sudafrica ha una produzione di energia elettrica continua. In tutti gli altri paesi la fornitura di energia elettrica è scarsa e discontinua con continue interruzioni.

Per questo motivo la maggior parte delle Radio Maria dispone di generatori termici autonomi.

Ferrario ha raccontato di aver convinto alcuni produttori di tecnologie per i trasmettitori delle radio a modificare il loro prodotto per adattarlo alle esigenze dell’Africa.

Secondo il Presidente del World Family, il successo di Radio Maria nel continente è dovuto al fatto che hanno dato fiducia agli africani.

Con pazienza hanno messo insieme le associazioni, promuovendo non solo l’investimento tecnico iniziale, ma soprattutto la formazione delle competenze.

Insomma, hanno dato fiducia al personale locale, sostenendolo nel confronto con le difficoltà, ed ora se ne vedono i frutti.

“Ma bisogna fare in fretta – ha concluso Ferrario – perchè anche nelle grandi megalopoli africane sta arrivando la secolarizzazione che stravolge i valori tradizionali del popolo. Per questo motivo è necessario che i cattolici e Radio Maria possano funzionare da vaccino rafforzando le comunità intorno alle virtù evangeliche”.   

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ZENIT Staff

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