Pierina de Micheli, 48 anni per diventare beata

La suora fece coniare la miracolosa medaglia con il volto santo di Gesù

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di Mariaelena Finessi

ROMA, mercoledì, 19 maggio 2010 (ZENIT.org).- Pierina de Micheli, suora milanese ma romana d’adozione, verrà elevata all’onore degli altari domenica 30 maggio, presso Santa Maria Maggiore a Roma.

«È la prima volta che una beatificazione avviene in questa basilica», racconta emozionata suor Nora Antonelli, Superiora generale delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires. «Siamo felici che sia stata accolta la nostra richiesta».

A presiedere la celebrazione ci sarà monsignor Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi. Mistica, madre Pierina dedicò tutta la vita a diffondere il culto del volto di Cristo e, al tempo stesso, a lottare contro Satana. Delle vere e proprie sfide, annotate nel diario personale ritrovato dalle consorelle nella cella del convento dopo la sua morte, nel 1945.

Don Fabrizio Poloni, delegato vescovile per le Cause dei Santi della Diocesi di Novara, racconta che – ancora adolescente – la suora ebbe delle manifestazioni ultraterrene. Come quella volta in cui, poco più che bambina, le parve di sentire la voce di Gesù che le chiedeva «Nessuno mi dà un bacio d’amore in volto per riparare il bacio di Giuda?».

La piccola promise che avrebbe provveduto lei a quel bacio: nacque forse allora il suo sofferto sentimento religioso. Tant’è – come ricordano i biografi Mariella Scatena e Piersandro Vanzan – che la giovane pregava addirittura la Madonna delle Grazie «perché “non voleva la vocazione” e anzi aveva fatto dire una novena “per perderla“».

Eppure, è a madre Pierina che si deve la diffusione dell’immagine del volto di Cristo, fatta coniare in una medaglia, diffusa soprattutto in America Latina, dove sono presenti le religiose. Quello stesso anno, 1938, il fotografo Giovanni Bruner riuscì a catturare nel telo della Sindone le fattezze del Cristo morto: era la stessa immagine racchiusa nella medaglietta. In questa intervista, il postulatore della causa di beatificazione, l’avvocato Andrea Ambrosi, racconta il difficile cammino per arrivare alla beatificazione di Pierina de Micheli.

Come mai madre Pierina, pur essendo milanese, è stata così amata dai romani?

Ambrosi: Fondatrice dell’Istituto “Spirito Santo” di Roma per l’educazione e l’insegnamento scolastico, la suora era nella capitale nel periodo peggiore della Seconda guerra mondiale, coinciso peraltro con gli ultimi anni della sua esistenza. Vissuta tra i quartieri Aventino e Testaccio, si è fatta amare perché era d’aiuto a chiunque si rivolgesse a lei. Dai sacerdoti alle famiglie, dai ragazzi ai bisognosi. Conversando con i responsabili di alcune congregazioni religiose ho appurato come madre Pierina fosse rimasta, ad esempio, nei cuori di tanti giovani che venivano a Roma per studiare: lei li curava, dava loro la colazione. Per non parlare del legame che aveva stretto col popolo. In questo senso, è stata romana molto più di altri.

Quando ha iniziato ad occuparsi della causa di beatificazione della suora?

Ambrosi: Dal 1995. A coinvolgermi fu suor Pia, per molto tempo direttrice all’Istituto Spirito Santo. Una donna molto intelligente e alla quale volevo molto bene. Preoccupata del fatto che la causa, avviata nel 1962 – cioè 17 anni dopo la morte di madre Pierina – si fosse arenata, mi chiese di occuparmene. E così abbiamo lavorato insieme quasi fino alla fine, cioè fino al 18 marzo 2009. Pochi giorni dopo, il 3 aprile, ci sarebbe stata infatti la lettura del decreto sul miracolo.

Potrebbe spiegare la ragione di un tempo così lungo?

Ambrosi: Il motivo principale è che per ben tre volte è cambiata la procedura presso la Congregazione delle Cause dei Santi. Naturalmente, la causa si è dovuta adattare ai cambiamenti: iniziata secondo il codice di diritto canonico del 1917, quindi secondo una normativa molto più complessa e farraginosa, si è fermata quando nel 1969 è subentrata la riforma della “Sanctitas Clarior“. Ho dovuto quindi lasciare le norme precedenti per abbracciare queste altre sostituite poi, nel 1983, dalla costituzione apostolica “Divinus perfectionis Magister” che, ancora una volta, ha rivoluzionato tutto il processo.

Un’ultima curiosità: qual è stato il miracolo che, riconosciuto come tale, ha spalancato le porte alla beatificazione della religiosa?

Ambrosi: Alla suora si sono rivolti coloro che hanno pregato per la guarigione di un uomo morente, colpito da aneurisma, completamente rimesso a distanza di un paio d’ore dall’invocazione di madre Pierina.

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ZENIT Staff

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