Contardo Ferrini, modello dell'uomo cattolico

Presentato il Premio letterario “Città di Verbania”

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di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 18 maggio 2010 (ZENIT.org).- E’ stato presentato sabato 15 maggio il primo Premio letterario “Città di Verbania”, intitolato al beato Contardo Ferrini (1859-1902), che è stato tra i giuristi più apprezzati e tra i maggiori romanisti del suo tempo.

Per la sua vita virtuosa e caritatevole il Pontefice Pio XII lo indicò come modello “dell’uomo cattolico dei nostri giorni”.

Proveniente da una famiglia agiata e praticante – il papà docente di fisica al Politecnico, la madre molto religiosa, sorella dell’abate Bucellati professore di diritto penale – Ferrini si dedicò intensamente agli studi e alle opere di educazione e assistenza degli altri. 

A 24 anni era già docente di diritto a Pavia; la sua carriera di cattedratico si svolgerà successivamente a Messina, Modena e infine, nel ’94, ancora a Pavia

In campo scientifico sono molto conosciuti i suoi scritti; in particolare il suo trattato sul diritto penale romano che rimarrà per allievi e studiosi un testo fondamentale.

Fu consigliere comunale di Milano dal 1895 al 1899. Diede esempio di saggio amministratore e cattolico coerente. Si battè per difendere l’insegnamento della religione nelle scuole primarie.  Pubblicò libri di riflessione religiosa indicando la lotta nel quotidiano per mantenere fisso il riferimento a Dio e alle sue leggi.

Morì a soli 43 anni, colpito dal tifo.

L’organizzazione del Premio è stata  promossa dall’assessorato  alla  Cultura  della  Città  di  Verbania  e  dall’associazione  “Dignitatis  Personae”  di  Domodossola.

Nella conferenza stampa di presentazione l’assessore alla Cultura Lidia Carazzoni insieme  al  sindaco Marco  Zacchera hanno sottolineato la  volontà di ricordare  il beato Contardo Ferrini con  l’istituzione di un Premio letterario che ne riscopra l’eccezionalità dell’uomo e l’attualità del pensiero.

Tra le ragioni che hanno dato vita all’iniziativa  emerge l’intenzione di  far  crescere  un dibattito  stimolante  su  temi  attualissimi  quali  l’economia  responsabile,  la  trasformazione della famiglia,  i valori profondi dell’esistenza, prendendo spunto dalle  intuizioni  innovative di Contardo Ferrini in tema di fede, religione, politica e impegno sociale.

Ideato nel 150° anniversario della nascita del beato milanese che morì a Suna di Verbania e che aveva elevato il Lago Maggiore a luogo di studio e lavoro, il Premio debutta nel 2010 con una selezione di sei libri.

Il direttore organizzativo del Premio, Alberto Di Giglio, ha indicato negli autori Stefano  Jurgens,  Marco  Palmisano,  Felice  Serasso,  Erri  De  Luca, Andrea  Vitali  e  Michele  Giulio  Masciarelli  i  candidati al concorso.

Il nome del vincitore e la consegna del Premio avverrà in ottobre. 

Stefano  Jurgens è  in  concorso con  “Nel  cognome del padre. Viaggio nell’anima di un uomo di spettacolo”, edito da Curcio nel 2009.

“La gioia di un giorno qualunque. La presenza di Dio nel mondo di oggi”  (Piemme, 2009) è l’opera con cui è in concorso Marco Palmisano.

Felice Sarasso è stato selezionato per “Carolina Beltrami. Sindacalista di Dio” (San Paolo, 2009).

È sempre del 2009, edito da Feltrinelli, il libro con cui è in gara Erri De Luca. Il titolo è “Il peso della farfalla”.

Andrea Vitali è presente con “Pianoforte vendesi”, pubblicato nel 2009 da Garzanti.

Michele  Giulio  Masciarelli è in concorso con  “Il  grido  di Benedetto XVI”, sempre del 2009 (Tau edizioni).

Per presentare il tema in concorso che è “L’uomo in un mondo che cambia. Il contributo letterario della spiritualità cristiana”, sono giunti a Verbania gli  scrittori  Magdi  Cristiano  Allam,  Rosa Alberoni e Paolo Brosio.

Nel  suo  intervento  Cristiano Allam  ha  raccontato  la  propria  esperienza di musulmano convertito  al  cristianesimo,  descritta  nel  libro  “Grazie  Gesù”. 

Il  suo  percorso  –  ha  spiegato  –  è  stato  improntato  a  quei  principi  di  verità  e  giustizia  che  ne  hanno contraddistinto prima  l’attività giornalistica e, poi, quella politica. La sua scelta, così come  le  dure  prese  di  posizione  contro  l’integralismo  dei  –  come  li  chiama  lui  –  “taglialingua”, gli  sono  costate numerose  fatwe che  lo obbligano a  viaggiare  con una scorta di sette persone. Ciò non ha fatto venir meno il suo impegno sociale, animato dai valori cristiani.

Rosa Alberoni ha  ripercorso  la sua storia di cristiana, dall’infanzia  vissuta  in  campagna  ai momenti  più  difficili  della  sua  vita,  quando s’è  aggrappata  a  quei  valori. 

Il  suo  intervento  ha preso spunto dalla sua ultima opera “Intrigo  al Concilio  Vaticano  II”  per mostrare quante sofferenze sono state generato dalle ideologie che hanno tentato di cancellare Dio, come dall’illuminismo, i totalitarismi del ‘900 e le teorie evoluzionistiche.

La Alberoni ha  ammonito  a  distinguere,  nella  società  come  nella  Chiesa,  tra  il bene e il male, e “per scegliere la giusta via – ha concluso –  bisogna riscoprire il Dio che si è rivelato agli uomini attraverso il figlio Gesù Cristo”.

Paolo Brosio ha raccontato la sua conversione, prendendo spunto dal libro “A un passo dal baratro”, in cui ha narrato la sua parabola di giornalista che ha  trovato  la  notorietà  nel  mondo  dello  spettacolo  e  che,  dopo  essere  rimasto prigioniero di quella notorietà, s’è risollevato solo grazie alla riscoperta della fede.

 

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ZENIT Staff

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