Cina: la Diocesi di Shanghai inizia l'Anno di Matteo Ricci

Potrebbe diventare santo anche il suo amico Xu, il primo cattolico di Shanghai

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SHANGHAI, martedì, 18 maggio 2010 (ZENIT.org).- La Diocesi cinese di Shanghai ha iniziato martedì scorso l’Anno di Matteo Ricci, che celebrerà fino all’11 dicembre in occasione del 400° anniversario della morte del missionario pioniere in Cina.

Con un atto celebrato nel seminario di Sheshan, alla periferia della città, è iniziato questo periodo speciale di grazia in cui la Chiesa chiede un impulso al compito evangelizzatore tra i sacerdoti, i religiosi e i laici, ha detto il Vescovo di Shanghai, monsignor Aloysius Jin Luxian, durante la cerimonia.

L’evento “non è solo una commemorazione, ma ha anche un significato pratico” per i cattolici su come possono portare avanti l’opera del gesuita italiano di adattare la fede alla cultura cinese, ha spiegato.

La Diocesi ha preparato per questi sette mesi un programma di attività che include un seminario, la composizione di un inno, incontri di preghiera e un’ordinazione sacerdotale per chiudere quest’Anno speciale.

L’atto ufficiale di apertura dell’11 maggio è stato celebrato al termine di un pellegrinaggio diocesano al santuario mariano di Sheshan.

Circa mille cattolici si sono riuniti nella Basilica minore di Santa Maria per pregare per il rafforzamento nella sequela dei passi di padre Ricci, vissuto tra il 1552 e il 1610.

All’atto, il Vescovo ausiliare di Shanghai, monsignor Joseph Xing Wenzhi, ha sottolineato che padre Ricci ha seguito i costumi cinesi, ha compreso la cultura del Paese ed è stato amico di intellettuali cinesi.

“Merita di essere un modello per la nostra Diocesi di diffusione del Vangelo in questo periodo di rapidi cambiamenti”, ha affermato.

Ha assistito all’evento di apertura dell’Anno di Matteo Ricci anche il console generale d’Italia a Shanghai, Massimo Roscigno, che ha esortato a seguire l’esempio del missionario di forgiare “amicizia tra Cina e Italia”.

Amicizia feconda

Roscigno ha anche indicato che se il sacerdote non avesse ricevuto l’aiuto del suo migliore amico cinese, Paolo Xu Guangqi, non avrebbe potuto completare i suoi scritti in cinese o tradurre i classici cinesi in latino.

Alcuni cattolici in Cina sperano che anche questo amico, il primo cattolico di Shanghai, possa essere proclamato santo insieme a padre Matteo Ricci.

Paolo Xu Guangqi (1562-1633) fu un ufficiale imperiale che collaborò con il gesuita italiano nella traduzione in cinese di testi occidentali di matematica, idraulica, astronomia, trigonometria e geografia.

Tradussero insieme in latino anche classici del confucianesimo, introducendo così in Europa la filosofia cinese dominante.

Padre Ricci giunse a Pechino nel 1601, e l’imperatore cinese gli permise di restare nella capitale fino alla morte, l’11 maggio 1610.

La sua Diocesi natale, Macerata, ha rilanciato il suo processo di beatificazione a gennaio, e alcuni cattolici di Shanghai sperano che Xu possa avere lo stesso onore se la sua Diocesi inizierà presto il processo.

Il Vescovo gesuita di Shanghai, monsignor Aloysius Jin Luxian, di 94 anni, ha spiegato che molte organizzazioni diocesane, come una scuola, un centro di servizi sociali e una residenza per anziani, portano il nome di Xu Guangqi.

Xu, nato a Shanghai, fu un burocrate e uno scienziato nell’ambito dell’agricoltura, dell’astronomia e della matematica della dinastia Ming.

Conobbe padre Ricci nel 1600 e rimase colpito dalla sua saggezza e santità. Tre anni dopo, venne battezzato e prese il nome di Paolo.

Invitò un altro sacerdote gesuita a evangelizzare la sua città natale e nacque così la prima famiglia cattolica a Shanghai.

In concomitanza con l’Esposizione Universale, il Museo di Shanghai promuove la mostra “Matteo Ricci: un incontro di civiltà con la Cina Ming”, che si potrà visitare da maggio a ottobre.

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ZENIT Staff

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