2500 abitanti di una cittadina tedesca, attori per amore di Gesù

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di Renzo Allegri

ROMA, lunedì, 17 maggio 2010 (ZENIT.org).- Ogni volta che l’uomo si interessa di Gesù e della sua Passione, il pubblico accorre in massa, attratto e affascinato. Sia che si tratti di eventi strettamente religiosi, come l’esposizione di reliquie, o semplicemente culturali mediante espressioni artistiche come la pittura, la scultura, la letteratura, il teatro, il cinema, la televisione.

In questi giorni si conclude a Torino l’ostensione della Sindone, il Sacro Lenzuolo che secondo un’antichissima tradizione avrebbe avvolto il corpo di Cristo morto, la cui immagine, misteriosa e inspiegabile, è ancora visibile su quella tela. In 43 giorni, due milioni di pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo, hanno raggiunto il capoluogo piemontese per rendere omaggio a quell’immagine. Nei mesi di attesa dell’ostensione, sono stati pubblicati in Italia alcune decine di libri sulla Sindone e migliaia di articoli, e tutti hanno avuto un grande riscontro di interesse. In contemporanea all’ostensione, a Torino e in altre città italiane sono state organizzate mostre di dipinti richiamanti la Passione di Gesù, e hanno avuto un numero straordinario di visitatori. Anche in un’epoca fortemente secolarizzata come la nostra, la persona di Gesù e la sua storia esercitano un fascino irresistibile, perfino su coloro che si dichiarano non credenti.

Nei giorni scorsi, e precisamente il 15 maggio, a Oberammergau, in Germania, è iniziato un singolare spettacolo, che si intitola: “La rappresentazione della sofferenza, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo”. Spettacolo che affonda le radici nel Medioevo, e che dal 1634 viene allestito regolarmente ogni dieci anni. E’ interpretato dagli abitanti della zona, non ci sono quindi grandi attori che possano attrarre il pubblico, e neppure scenografie di grido, testi d’avanguardia, capolavori poetici, effetti speciali. C’è semplicemente la storia della Passione di Gesù “rappresentata” dal vivo, come è narrata nei Vangeli. Lo spettatore viene “visivamente” riportato indietro nel tempo ed è come se fosse presente a quell’evento che si verificò a Gerusalemme due mila anni fa. Da 376 anni, questo spettacolo attrae un vasto pubblico. Quest’anno sono in programma, fino al 3 ottobre, 102 rappresentazioni e si calcola che saranno seguite da circa mezzo milione di spettatori, un pubblico non inferiore a quello che segue il Festival dell’Arena di Verona, che è lo spettacolo lirico all’aperto più famoso del mondo.

La consuetudine di rappresentare la Passione di Gesù è antichissima. Se ne trovano accenni nelle abitudini delle comunità cristiane dei primi secoli. Era una cerimonia religiosa che nel corso della Settimana santa aiutava a ricordare gli ultimi giorni della storia di Cristo. Il boom di simili rappresentazioni si ebbe nel Medioevo. Poi scemarono. Ma anche ai nostri giorni, nel periodo della Settimana santa, in molte località dei Paesi cattolici, si tengono simili manifestazioni, che sono sempre assai seguite dalla gente.

Oberammergau è una cittadina di circa 5 mila abitanti, che si trova nella Baviera meridionale a pochi chilometri da Garmisch-Partenkirchen, quasi sul confine austriaco. E’ una località montana, a 800 metri sul mare, che ha nel turismo, sia estivo che invernale, le maggiori entrate. Ma la sua fama è legata soprattutto alla “Passionsspiele”, che fa parlare i giornali di tutto il mondo e che, ad ogni edizione richiama un grande pubblico, vera manna per gli alberghi, i ristoranti, i negozi, la popolazione in genere.

L’origine della “Passionsspiele” si perde nel tempo. Era probabilmente una cerimonia para-religiosa della parrocchia di Oberammergau, che nel 1633 subì un drastico cambiamento. In quegli anni, la Germania era funestata dalle varie fasi della famosa “Guerra dei trent’anni”. Una guerra di religione, che vedeva contrapposte due fazioni, cattolici e protestanti, e che nel trentennio che va dal 1618 al 1648 contaminò i vari Stati europei, e da quel trentennio prese il nome. Fu violentissima, tremenda, soprattutto in Germania. Accanto agli eserciti regolari, combattevano truppe mercenarie. Famose per la loro ferocia furono quelle passate alla storia con il nome di Lanzichenecchi. Spesso, quelle truppe non venivano pagate da chi le aveva assoldate, e allora si abbandonavano a saccheggi e distruzioni di ogni genere.

Nel 1633, ai morti ammazzati dalla Guerra dei trent’anni, in Germania si aggiunsero quelli provocati della peste. L’epidemia colpì tutti gli Stati Europei, ed ebbe in Baviera una particolare recrudescenza. Anche gli abitanti del piccolo centro di Oberammergau furono brutalmente decimati. E mentre il morbo infuriava, fecero un voto: se Dio avesse allontanato dalla loro cittadina il flagello della peste, lo avrebbero ringraziato nel corso dei secoli rappresentando, in forma solenne la “Passione e morte di Gesù”. Quella cerimonia che era una piccola tradizione del periodo della Settimana Santa nella loro parrocchia, sarebbe diventata l’evento per proclamare di fronte al mondo il loro ringraziamento a Dio. E dal momento che doveva essere una cosa veramente grandiosa, spettacolare, decisero di darle una scadenza decennale, in modo da avere il tempo per prepararla ogni volta con eccezionale grandezza e solennità.

La peste scomparve e la prima rappresentazione venne fatta l’anno successivo, il giorno di Pentecoste del 1634. Fu poi rispettata la scadenza decennale, portata a una data che finisce con lo zero, in modo che fosse più facile ricordarla. Nel corso del Settecento, la manifestazione divenne così famosa da richiamare spettatori da molti altri Stati tedeschi ed europei. All’inizio del l’Ottocento, incontrò ostacoli da parte di correnti anticlericali che volevano sopprimerla, ma non ci riuscirono. Verso la fine dell’Ottocento era di nuovo uno spettacolo di grande richiamo. La rappresentazione del 1870 ebbe un tale successo da incuriosire Ludwig II, il più famoso ed estroverso Re bavarese, amico di Wagner. Egli chiese che si allestisse una rappresentazione soltanto per lui e per i suoi amici. Lo spettacolo venne dato il 25 settembre 1871. Il re ne fu entusiasta e volle a pranzo, nel suo castello di Linderhof, vicino a Oberammergau, gli attori principali. Al termine del pranzo, regalò a ciascuno di loro un cucchiaino d’argento, con l’eccezione di Giuda, al quale diede un cucchiaino di latta.

Nel secolo scorso, la “Passionsspiele” saltò gli appuntamenti del 1920 e del 1940, per le difficoltà economiche provocate dalla due guerre mondiali. La storia ricorda che alla rappresentazione del luglio 1930 erano presenti Hitler, con sua nipote Geli Raubal e Goebbels, il futuro ministro della Propaganda nazista. Mentre in quella del 1950, ospiti d’onore furono Konrad Adenauer, cancelliere della Germania Ovest, e Dwight D. Eisenhower, futuro Presidente degli Stati Uniti d’America.

Nella seconda metà del Novecento, la fama della “Passionsspiele”, continuò a crescere, fino a raggiungere i 102 appuntamenti come nel corso dell’attuale edizione.

Le prime rappresentazioni, a cominciare da quella del 1634, si tennero nella chiesa parrocchiale. Ma ben presto, l’afflusso di spettatori, che arrivavano anche dai paesi confinanti, costrinse gli organizzatori ad uscire all’aperto e si scegliere il cimitero che confinava con la chiesa. Nel 1800 fu decisa la costruzione di un teatro che venne inaugurato nel 1815. Costruzione poi modificata e interamente rifatta nel 1930. Attualmente, il teatro si avvale delle più recenti conquiste della tecnica. Ha una capienza di 4.800 posti a sedere e al coperto.
Mentre il palcoscenico resta allo scoperto in modo da poter utilizzare, come scenario di fondo, le montagne, il cielo e le nuvole che portano una ricchezza visiva naturale impareggiabile.

Il testo della “Passionspiele” di Oberammergau, risale al 1500, anche se è stato arricchito da numerosi rimaneggiamenti. La rappresentazione inizia con l’entrata in scena di Gesù a Gerusalemme e si conclude con il trionfo della Resurrezione. Le scene si sviluppano in numerosi quadri tratti dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli, che si alternano ad episodi del Vecchio Testamento. I momenti più emozionanti sono naturalmente quelli dell’ultimo giorno di vita di Gesù, con le scene che rappresentano l’arresto nell’orto degli ulivi, la flagellazione, il processo e la crocifissione. Lo spettacolo, che va in scena il martedì, il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dura 5 ore, divise in due tempi.

L’azione è accompagnata anche da interventi musicali, composti nell’Ottocento da Rochus Dedler. Secondo una precisa regola, tutti i partecipanti allo spettacolo devono essere nati a Oberammergau, oppure devono abitarvi da almeno 20 anni. Quest’anno, le persone impegnate nello spettacolo sono circa 2.500, di cui 1.800 adulti e oltre 630 bambini. Essendo la popolazione di Oberammergau di circa 5.000 persone, la metà degli abitanti lavora in questo grande spettacolo. E da un anno, tutti si sono lasciati crescere i capelli, gli uomini anche la barba, per poter essere fisicamente più aderenti ai personaggi che devono interpretare.

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ZENIT Staff

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