* * *
Caro don Piero,
le scrivo per renderla partecipe della mia gioia, che mi sta dando il Signore, per le grazie copiose che mi elargisce. Dopo un periodo di preparazione chiamato “Seminario di Vita Nuova”, il 25 aprile scorso ho ricevuto l'”effusione” dello Spirito Santo. E’ stata una giornata intensa, forte, dove ho sperimentato la grandezza del Signore e per la prima volta ho sentito in me una calma, una serenità indescrivibile. Erano spariti da me l’ansia, il nervosismo, l’agitazione lasciando il posto alla calma, alla gioia. Per completare il tutto, i giorni 29 e 30 aprile e 1 e 2 maggio sono stata a Rimini alla XXXIIII Convocazione dello Spirito Santo. Sono state giornate intense, forti, dove si è “toccato con mano” la presenza del Signore. Dove il pianto e il riso si intrecciavano in un’unica lode al Signore. Una giornata è stata dedicata interamente ai sacerdoti, abbiamo pregato con loro e per loro ed infine invocato lo Spirito Santo su di loro. E’ stato un momento veramente intenso ed emozionante. Poi le varie testimonianze di persone che, dopo aver “toccato il fondo” nella loro vita, hanno incontrato, sul loro cammino di disperazione, qualcuno che ha parlato loro di Gesù, di Gesù risorto, di Gesù vivo, di un sepolcro vuoto, e attraverso tutto questo, la svolta della vita, la conversione.
Io ha avuto la grazia del Signore di essere stata abbastanza vicina a Lui con alti e bassi, momenti di freddezza e momenti di tiepidezza, ma oggi, dopo aver tante volte visto il “bicchiere mezzo pieno” e spesso “mezzo vuoto”, ora vorrei gridare al mondo, come ho gridato che “Gesù è risorto”, è “veramente risorto”, vorrei gridare che il mio bicchiere non è “mezzo pieno” ma è completamente “pieno”, pieno delle grazie del Signore. La mia vita sta veramente cambiando, e con l’aiuto del Signore, spero di continuare in questo cammino in salita, che mi dà gioia, trepidazione, serenità. Non da sola, ma con Gesù, Maria, la Mamma celeste, portando con me chi mi sta accanto, chi più ha bisogno di questa serenità, di questa gioia, che solo stando attaccati al Signore e alla sua Chiesa è possibile sentire e sperimentare.
Le chiedo, in conclusione di questo mio scritto, una preghiera di ringraziamento al Signore per queste grazie che mi sta elargendo e che mi aiuti a trasmettere a chi mi sta accanto la percezione che non sono io che sono così, ma è Cristo in me che mi rende felice, gioiosa, serena e che attraverso di me vedano la grandezza e la potenza di Cristo salvatore, e possano credere che “CRISTO VIVE, CRISTO E’ RISORTO, E’ VERAMENTE RISORTO! Alleluja!!!
Inoltre, tra le varie emozioni di queste giornate, ho potuto assistere anche a delle guarigioni da varie infermità: una signora ha portato sul palco la sua carrozzella ed è corsa lungo tutto il palco senza l’aiuto di nessuno, un’altra ha lasciato le sue stampelle, tre persone hanno lasciato le protesi acustiche, senza contare quante confessioni! I sacerdoti presenti spesso venivano esortati dal palco per la costante richiesta di confessioni.
Il tema principale di queste giornate: “E’ lo Spirito che dà testimonianza, perchè è la verità” (1 Gv 5, 6b). Poi c’è stata la sessione dedicata alla potenza di Dio che consola, libera e guarisce, la sessione dedicata alla diffusione delle “Ragioni dello Spirito” per la promozione di una cultura della Pentecoste nel mondo, una sessione dedicata alla Misericordia di Dio che perdona e riconcilia, seguita dalla sessione dedicata ai sacerdoti e la festa sacerdotale “d’ora in poi sarai pescatore di uomini” (Lc 5, 10b), poi una riflessione sul tema “Il fare è cieco senza il sapere e il sapere è sterile senza l’amore…. C’è sempre bisogno di spingersi più in là: lo richiede la carità nella verità” (Benedetto XVI, Caritas in Veritate, nn. 29-30) ed altro ancora. So di essere stata un po’ lunga, ma non potevo risolvere tutto in poche righe. E debbo frenare il mio impulso di scrivere ancora. Mi perdoni. Un abbraccio fraterno nel Signore, Ardea Zoli – Trieste.
Cara signora Ardea,
grazie della sua lettera che è molto bella. Si vede proprio che questa esperienza è stata per lei veramente entusiasmante e spiritualmente gratificante. Sono stato anch’io due volte con i Pentecostali o come si chiamano oggi. A Brescia una quindicina di anni fa ho tenuto loro un ritiro spirituale con due meditazioni e la Santa Messa e a Roma in tempi più recenti al Santuario del Divino Amore hanno avuto un loro convegno nazionale di alcuni giorni su fede e mass media e ho parlato sul giornalismo cattolico.
Debbo dire che ambedue le volte i partecipanti a questi incontri mi sono piaciuti e mi hanno confermato in quanto ho sempre pensato. Che i cosiddetti “movimenti” (Focolari, CL, Neo-catecumenali, Cursillos, movimenti familiari, Pentecostali e altri) sono un’opera dello Spirito. Ciascuno di essi, secondo il proprio carisma, e tutti assieme stanno rinnovando la Chiesa, non solo nei nostri paesi di antica cristianità, ma ho visto anche nelle missioni, nelle giovani Chiese (cito solo Vietnam e Corea del sud e l’influsso notevole che ha avuto la Legio Mariae nella Cina). Il loro limite è quello di assolutizzare un modo di essere cristiani, mentre sono solo vie diverse per giungere alla stessa meta che è di amare e imitare Cristo, di vivere in unione con Lui.
A volte si sente dire: “Questo movimento è la via migliore per vivere autenticamente il Vangelo”. Comprensibile (per l’ingenuo entusiasmo), ma sbagliato dire o pensare così. Ciascun movimento attira alcune persone e altre no, altri ne attirano altre. Ecco perché lo Spirito suscita “vie diverse”, senza che nessuna di esse diventi unica, poiché il mistero e l’esempio di Cristo non potremo mai esaurirli nella nostra comprensione e imitazione. di uomini. Lo stesso si può dire dei movimenti riguardo alla Chiesa. Il movimento non è la Chiesa, è un ramo dell’albero che è la Chiesa, rappresentata dai vescovi uniti al Papa, dalle diocesi e parrocchie. Se un movimento (o un credente) si stacca dalla Chiesa anche solo con la disaffezione, non può più essere con Cristo e di Cristo.
Grazie ancora. La ricordo al Signore e anche lei preghi per me. Un caro saluto dal suo padre Piero Gheddo