Card. Erdő: annuncio sì, ma rispettando la molteplicità delle culture

Durante una Messa al “Kirchentag”, la Giornata ecumenica delle Chiese in Germania

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ROMA, venerdì, 14 maggio 2010 (ZENIT.org).- La missione della Chiesa è annunciare la buona novella di Cristo rispettando la varietà delle lingue e delle culture. E’ quanto ha detto questo venerdì il Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest e Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), nella Messa celebrata presso la Chiesa di San Michele a Monaco.

Durante la celebrazione inserita nel contesto della seconda edizione della “Kirchentag”, la Giornata ecumenica delle Chiese in Germania, il porporato ha offerto una riflessione sul tema “Una Chiesa in molte lingue e popoli” sottolineando il significato teologico delle diverse culture in cui “si cela una ricchezza incommensurabile di esperienze e creatività delle comunità umane” di cui occorre tener conto nell’annuncio e nel lavoro pastorale.

“La buona novella – ha ricordato – deve essere annunciata al popolo eletto e a tutti gli altri popoli e questa missione è percepita già dalle prime generazioni degli apostoli e lo stesso è avvenuto anche nei lunghi secoli trascorsi da allora”.

Il porporato ha quindi aggiunto che “non contano solo le conoscenze linguistiche degli stranieri”, “ma anche il riconoscimento dell’identità culturale di una comunità in cui ci si senta a casa, in cui sia possibile parlare anche della fede. La varietà delle lingue e delle nazioni non viene annullata dal Cristianesimo ma viene aperta dallo Spirito Santo all’incontro e alla comprensione”.

“L’incontro nella molteplicità, reso possibile dallo Spirito Santo – ha proseguito – comporta una meravigliosa unità interna ottenuta nella diversità, e non a dispetto di essa”.

“Preghiamo dunque, chiedendo la luce e la forza dello Spirito Santo, affinché con il nostro servizio nella missione e nella cura pastorale dei diversi popoli e delle diverse comunità possiamo diventare un segno autentico e uno strumento della carità divina che redime tutti gli uomini”, ha concluso il porporato.

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ZENIT Staff

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