CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 9 maggio 2010 (ZENIT.org).- Dio ci libera dal potere delle tenebre e ci inserisce nel regno di Gesù, ha ricordato Benedetto XVI questo venerdì pomeriggio durante la liturgia esequiale del Cardinale Luigi Poggi, Archivista e Bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa.
Il funerale si è svolto all’Altare della Cattedra della Basilica vaticana. La Messa è stata celebrata dal Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, e dagli altri porporati.
La liturgia esequiale è stata presieduta dal Pontefice, che ha tenuto l’omelia e il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio.
Dinanzi al mistero della morte, ha constatato il Papa, “per l’uomo che non ha fede tutto sembrerebbe andare irrimediabilmente perduto”.
“E’ la parola di Cristo, allora, a rischiarare il cammino della vita e a conferire valore ad ogni suo momento. Gesù Cristo è il Signore della vita, ed è venuto per risuscitare nell’ultimo giorno tutto quello che il Padre gli ha affidato”.
“Il dolore per la perdita della sua persona viene mitigato dalla speranza nella risurrezione, fondata sulla parola stessa di Gesù: ‘Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno’ (Gv 6,40)”.
Il Papa ha quindi ricordato le parole dell’Apostolo Paolo nella Lettera ai Romani: “Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui” (Rm 6,8).
“Ciò che l’Apostolo scrive a proposito della mistica unione del battezzato con Cristo morto e risorto”, ha spiegato, il Cardinale Poggi “ora lo sta vivendo nella realtà ultraterrena, svincolato dai condizionamenti imposti alla natura umana dal peccato”.
“L’unione sacramentale, ma reale, con il Mistero pasquale di Cristo apre al battezzato la prospettiva di partecipare alla sua stessa gloria”.
Questo, ha sottolineato, “ha una conseguenza già per la vita di quaggiù, perché, se in virtù del battesimo noi già partecipiamo alla risurrezione di Cristo, allora già adesso possiamo camminare in una vita nuova”.
Per questo motivo, “la pia morte di un fratello in Cristo, tanto più se segnato dal carattere sacerdotale, è sempre motivo di intimo e riconoscente stupore per il disegno della divina paternità, che ci libera dal potere delle tenebre e ci trasferisce nel regno del suo Figlio diletto”.
Il Vescovo di Roma ha quindi ricordato le tappe principali della vita del Cardinale Poggi, la cui vita è stata “consacrata a Dio e al servizio dei fratelli”, trasformandolo in “testimone di quella fede coraggiosa che sa fidarsi di Dio”.
Il porporato era nato a Piacenza il 25 novembre 1917 ed era stato ordinato sacerdote il 28 luglio 1940. Entrato nella Pontificia Accademia Ecclesiastica, nel 1945 aveva iniziato il suo lavoro presso l’allora Prima Sezione della Segreteria di Stato.
Quel periodo, ha sottolineato il Santo Padre, fu caratterizzato da “anni difficili, nel corso dei quali egli non si risparmiò nel servire la Chiesa”.
Seguirono molti incarichi, come quello di Delegato Apostolico per l’Africa Centrale, con dignità di Arcivescovo e giurisdizione sul Camerun, Ciad, Congo-Brazzaville, Gabon e Repubblica Centroafricana, quello di Nunzio Apostolico in Perù e quello di Nunzio Apostolico con incarichi speciali, specificamente per avere contatti con i Governi di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria, “al fine di migliorare la situazione della Chiesa cattolica in quei Paesi”.
Alla scuola del suo superiore, il Cardinale Agostino Casaroli, divenne “un protagonista della ostpolitik vaticana nei Paesi del blocco comunista”, ha ricordato il Papa.
Il 19 aprile 1986 venne nominato Nunzio Apostolico in Italia. Creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 26 novembre 1994, venne nominato da Giovanni Paolo II Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, incarico che mantenne fino al marzo 1998.