Il lavoro un bene di tutti e per tutti

Messaggio dei Vescovi del Friuli Venezia Giulia

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ROMA, giovedì, 29 aprile 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il Messaggio per il primo maggio dei Vescovi del Friuli Venezia Giulia.

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Carissimi fratelli e sorelle delle Diocesi del Friuli Venezia Giulia,

Con questo Messaggio, intendiamo parteciparvi tutta la nostra preoccupazione di Pastori per la seria situazione di difficoltà in cui si trova, da un lungo periodo, il mondo del lavoro nella nostra Regione, aggravata da prospettive future che, nel contesto della crisi internazionale, non promettono gli auspicati miglioramenti che tutti attendono con speranza. Anche la nostra terra deve registrare, con ansia e sconcerto crescenti, il quotidiano avverarsi, in tutti i comparti produttivi, del licenziamento di lavoratori che entrano in disoccupazione; un corposo numero di imprese e attività produttive costrette a chiudere; una oggettiva difficoltà delle Istituzioni a trovare risposte adeguate a queste difficili situazioni. Come Vescovi siamo soprattutto preoccupati per le conseguenze che le presenti difficoltà economiche e produttive scatenano nella vita delle famiglie, costrette a confrontarsi con crescenti ristrettezze economiche che, in alcuni casi, conducono alla povertà e alimentano il disagio sociale, l’insicurezza e l’emarginazione. Anche i giovani sono vittime di questa situazione perché il loro inserimento nel mondo del lavoro è reso assai difficile e la realizzazione dei loro progetti di vita umana, familiare e professionale costantemente rimandata. Anche i numerosi immigrati sono colpiti dalla crisi attuale che rende ancor più difficile una loro condizione già gravata da altri problemi. Queste situazioni, fonte di acuta sofferenza delle persone e di diffusa sofferenza sociale, devono essere doverosamente affrontate con coraggio e lungimiranza, in un ritrovato spirito di comune responsabilità e di rinnovata e solidale fraternità. A tutte le persone, fratelli e sorelle, in difficoltà, noi, Vescovi delle Diocesi della Regione, desideriamo esprimere la nostra vicinanza cristiana e quella di tutte le comunità cristiane, che invitiamo a continuare le iniziative di carità già avviate e a essere sollecite nell’operare nel segno evangelico della solidarietà.

2 – A tutti vogliamo ricordare che il diritto al lavoro è fondamentale per la promozione delle persone e per la realizzazione della società umana. La Chiesa sa bene che i poveri «compaiono in molti casi come risultato della violazione della dignità del lavoro umano: sia perché vengono limitate le possibilità del lavoro – cioè per la piaga della disoccupazione -, sia perché vengono svalutati il lavoro ed i diritti che da esso scaturiscono, specialmente il diritto al giusto salario, alla sicurezza della persona del lavoratore e della sua famiglia»[1]. Il lavoro va considerato come un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti coloro che ne sono capaci. La «piena occupazione» deve essere un obiettivo doveroso per ogni ordinamento economico orientato alla giustizia e al bene comune. Una società in cui il diritto al lavoro sia vanificato o sistematicamente negato e in cui le misure di politica economica non consentano ai lavoratori di raggiungere livelli soddisfacenti di occupazione «non può conseguire né la sua legittimazione etica né la pace sociale»[2].

3 – Questo Messaggio intende soprattutto dire una parola di incoraggiamento e di speranza in vista della realizzazione di un bene che deve stare a cuore a tutti: l’unità e la coesione sociale. Se la crisi mettesse a repentaglio questo bene, si aprirebbe una stagione carica di dolorose incognite. La crisi, che ha colpito anche la nostra Regione, deve essere affrontata e governata nella sapiente prospettiva delineata dal Santo Padre Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate: «La complessità e gravità dell’attuale situazione economica giustamente ci preoccupa, ma dobbiamo assumere con realismo, fiducia e speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo scenario di un mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore. La crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento presente» (n. 21).

4 – Noi, Vescovi delle Diocesi del Friuli Venezia Giulia, invitiamo le Istituzioni, gli imprenditori, i sindacalisti e, in genere, tutta la società civile a una generosa disponibilità nell’operare per le soluzioni che favoriscono un futuro più sereno per le persone, per le famiglie e anche per le imprese. Un invito particolare lo rivolgiamo agli Istituti di credito, sollecitandoli a sostenere con le loro risorse finanziarie quanto concorre alla rispresa economica e produttiva in un ritrovato spirito di civile solidarietà. Ci rivolgiamo ai fedeli cristiani incoraggiandoli a non rassegnarsi, a perseverare con coraggio nella fedeltà ai valori della nostra fede, a rimanere ancorati strettamente al senso etico delle comuni responsabilità, con la tenacia necessaria, di cui hanno dato prova quanti, in altri tempi duri, hanno saputo affrontare difficoltà ancora maggiori. A tutti assicuriamo la nostra preghiera, la nostra benedizione e la nostra cordiale amicizia.

1 maggio 2010

+Giampaolo Crepaldi Arcivescovo-Vescovo di Trieste

+Dino De Antoni Arcivescovo di Gorizia

+Andrea Bruno Mazzocato Arcivescovo di Udine

+Ovidio Poletto Vescovo di Concordia-Pordenone

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1) Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens, 8.

2) Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 43: AAS 83 (1991) 848.

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ZENIT Staff

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