CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 29 aprile 2010 (ZENIT.org).- E’ lecita la ricerca sulle cellule staminali adulte? Perché il Vaticano ha dato un apporto a questa ricerca? Il presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il Cardinale Renato R. Martino, ha risposto a queste domande parlando alla “Radio Vaticana” dopo che l’Università del Maryland (Stati Uniti) ha annunciato che la Santa Sede ha deciso di donare due milioni di euro per ricerche di questo tipo.
“La Chiesa vuole contribuire al progresso della scienza e della ricerca, ma naturalmente in difesa della vita sia dei malati, sia evitando che si usino per questa ricerca le cellule staminali embrionali”, ha spiegato il porporato.
Le cellule staminali hanno la capacità di trasformarsi in altri tipi di cellule, incluse quelle del cervello, del cuore, delle ossa, dei muscoli e della pelle.
Questo tipo di cellule si trova nel cordone ombelicale, nella placenta, nel midollo osseo, nell’intestino e degli embrioni. Varie cliniche con reparti maternità offrono il servizio di congelare il cordone ombelicale e la placenta del neonato per conservarne le cellule staminali, che possono servire per varie cure future, sia del bambino che, in base al caso e alla composizione genetica, dei genitori e dei fratelli.
Il problema sorge quando la ricerca si effettua sulle cellule contenute in gran quantità anche negli embrioni umani concepiti da pochi giorni. “Quando si utilizza una cellula staminale embrionale”, ha segnalato il Cardinal Martino, “quello che resta dell’embrione si getta via e, quindi, si distrugge una vita”.
“Con le cellule staminali adulte, invece, non si ammazza nessun essere vivente!”.
“L’iniziativa propone la ricerca sulle cellule staminali adulte, prese dall’intestino del paziente, per curare differenti infermità, come l’Alzheimer ecc.”, ha spiegato il Cardinale.
La riunione organizzativa si è svolta all’ospedale Bambino Gesù di Roma – che appartiene al Vaticano -, che ha messo a disposizione i propri laboratori in fase di costruzione nella zona della Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Il porporato ha affermato che il primo contributo della Chiesa è proprio “avere il luogo dove condurre queste ricerche”.
Nei giorni scorsi, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi S.I., ha detto che la Chiesa “ha sempre riconosciuto la liceità della ricerca e dell’uso di cellule staminali prelevate da tessuti di adulti, come avviene appunto in questo caso”. La distinzione tra questo tipo di cellule e quelle che provengono dagli embrioni “è fondamentale dal punto di vista etico”, ha dichiarato.