ROMA, mercoledì, 28 aprile 2010 (ZENIT.org).- Una porta aperta tra il Vaticano e il mondo delle comunicazioni sociali: così padre Federico Lombardi ha definito la Sala Stampa della Santa Sede, intervenendo questo mercoledì al convegno dal titolo “Comunicazione della Chiesa: identità e dialogo” ospitato per tre giorni dalla Pontificia Università della Santa Croce.
Secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana, il portavoce vaticano ha spiegato che la comunicazione della Santa Sede va in due sensi: “comunichiamo testi, informazioni, documenti della Santa Sede al mondo delle comunicazioni, ma riceviamo anche domande, cerchiamo di capire problemi e interrogativi, per proporre ai nostri superiori nella Santa Sede questioni da affrontare, risposte da dare alle domande”.
Il sacerdote gesuita si è poi soffermato sull’importanza di un rapporto sereno, obiettivo, disteso con i giornalisti: “Io non posso mai dire che i media sono cattivi. Mi sembra un grave errore. Io so che i media rispecchiano tante posizioni e tanti atteggiamenti diversi e anche tante capacità professionali che entrano in dialogo con me, che per me interpretano le attese di un ampio pubblico”.
Ribadendo quindi il valore di una fonte affidabile, padre Lombardi ha ricordato la necessità di una maggiore trasparenza nella comunicazione della Chiesa: “Dare sempre di più l’informazione che noi possiamo e sappiamo dare, in modo tale che si riduca l’impressione che molti hanno, che noi abbiamo una cultura del segreto o delle cose da nascondere”.
Quindi, sulla questione degli abusi sui minori commessi da alcuni religiosi, il direttore della Sala Stampa ha detto: “Credo che sia un argomento che non è affatto da chiudere o da dimenticare, anzi credo che sia nostro compito riuscire a far evolvere la comunicazione nella Chiesa e nella società attorno a noi in una direzione più positiva”.
Padre Lombardi ha infine ricordato gli appuntamenti più rilevanti dell’attività pontificia nei prossimi mesi, tra cui il viaggio di Benedetto XVI in Inghilterra, previsto per settembre, durante il quale il Papa assisterà personalmente alla beatificazione del cardinale John Henry Newman.
“È molto interessante – ha detto –. Questo evidentemente significa che la figura di Newman ha un particolare interesse per il Santo Padre, anche perché è l’evento fondamentale nel corso di questo viaggio, che evidentemente desiderava fare e riteneva opportuno fare”.