Caso Claps: a Elisa serve solo il risarcimento della verità

Documento del Coordinamento del laicato cattolico di Potenza

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ROMA, martedì, 27 aprile 2010 (ZENIT.org).- “Elisa nostra sorella”: è intitolato così il documento pubblicato dal Coordinamento del laicato cattolico di Potenza a proposito della vicenda di Elisa Claps, la studentessa di 16 anni scomparsa nel 1993 e trovata uccisa nel sottotetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità di Potenza lo scorso 17 marzo.

Il documento è stato fatto proprio dai vescovi della Basilicata che hanno espresso la loro vicinanza alla famiglia della ragazza e a mons. Agostino Superbo, arcivescovo di Potenza e vice presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei).

“Accostandoci ad essa con pudore e discrezione – affermano i sottoscrittori -, chiediamo il ripristino di un maggiore senso del rigore e della responsabilità, per non alimentare un clima di pregiudizi e dubbi, a volte vergognosi, che non rendono giustizia della tradizionale mitezza e pietà dei potentini”.

Stretti intorno alla famiglia di Elisa “tormentata da un continuo stillicidio di insinuazioni ingenerose e improvvide prese di posizione”, i firmatari intendono “rendere onore alla sua memoria ricordando Elisa come una di noi: una Giovanissima di Azione Cattolica nel gruppo della Cattedrale, impegnata nel Volontariato per le Missioni presso la Parrocchia di S. Anna e nel Movimento dei Testimoni del Risorto”.

Proprio “nel rispetto della sua partecipazione ai nostri gruppi ecclesiali non possiamo tacere intorno al discredito indiscriminato nei confronti istituzioni educative della Chiesa, che rischia di scoraggiare tanti giovani, lasciandoli vivere solo in superficie, vittime della noia, a volte della droga o dell’alcol, troppo spesso del conformismo”.

“Noi crediamo – prosegue il documento – che proprio il suo orientamento a Cristo via, verità e vita abbia sostenuto Elisa fino all’ultimo momento, nell’impari lotta contro il male, e che con il suo silenzioso sacrificio, invisibile fino a solo pochi giorni fa, abbia vissuto a suo modo una sicura di testimonianza di fede”.

In virtù di questo e in risposta alle voci che da più parti si sono levate dopo il ritrovamento “il luogo che ha visto l’epilogo tragico della sua breve vita – o che almeno ne ha conservato i resti mortali – non può essere considerato solo come un terribile luogo di morte, luogo ‘maledetto’ secondo una visione magica, paganeggiante e superstiziosa che pensavamo ormai superata”.

Quel luogo “come il Calvario e la Croce di Cristo scandalo per i Giudei e follia per i pagani non porta solo le tracce di un assassino violento e vigliacco, ma anche la memoria incancellabile di una vittima innocente”.

“La riduzione ad uso profano della chiesa – afferma il documento -, sia pure per fini umanitari, non potrebbe risarcire in alcun modo la perdita di Elisa”.

Al contrario “questo luogo di culto ha bisogno di essere rafforzato per continuare ad esprimere la sua funzione religiosa e spirituale”. Infatti, oggi, dopo Elisa, “è già luogo della memoria, simbolo della sofferenza e del martirio degli innocenti, proprio come altre chiese dove anche di recente sono stati consumati delitti ugualmente atroci, perfino sull’altare, e che proprio in memoria delle vittime sono divenute mete di pellegrinaggio”.

“Il risarcimento di cui Elisa ha bisogno – sottolineano i sottoscrittori – è solo quello della verità, della giustizia e del rispetto degli ideali ai quali ha creduto sino alla fine”.

Solidarietà viene espressa dai rappresentanti del laicato potentino “al nostro vescovo, a don Agostino, voce esigente e profetica per la città e per l’intera regione, della cui lealtà e collaborazione nella ricerca della verità non abbiamo alcun motivo di dubitare”.

“Nella sua azione pastorale e nel suo magistero – prosegue il documento -, noi tutti ci riconosciamo, come anche nei suoi richiami, sin dal suo arrivo a Potenza, ad una idea di giustizia che sollecita trasparenza, in ogni ambito della vita sociale”.

“Il Signore, che ha già accolto Elisa tra le sue braccia – concludono i firmatari -, conforti la sua famiglia donandole la pace nella verità, illumini le coscienze e le intelligenze di quanti si stanno adoperando per ristabilire la giustizia ed inquieti e converta il cuore di chi ha provocato tanto tormento con la sua violenza, i suoi silenzi e le sue omissioni”.

Il documento è stato sottoscritto dai rappresentanti cittadini di Azione Cattolica, Acli, Amasi, Advm, Aler, Alleanza Cattolica, Cammino Neocatecumenale, Cooperatori salesiani, Centro Italiano Femminile, Cristiano-sociali, Comunione e Liberazione, Clumb, Fraternità Charles de Foucauld, Gruppo di Volontariato Solidarietà, Legione di Maria, Masci, MGM, Movimento dei Focolari, Movimento Via dell’Amore, OFS, Ufficio di Pastorale Giovanile, Rinnovamento nello Spirito, Stella del Mattino, Testimoni del Risorto, Ucal, Ucid, Ucsi.

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ZENIT Staff

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