Denunciato un "linciaggio mediatico" contro il Papa e il Cardinal Rivera

Dichiarazione del Consiglio degli Analisti Cattolici del Messico

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di Nieves San Martín

CITTA’ DEL MESSICO, lunedì, 26 aprile 2010 (ZENIT.org).- Il Consiglio degli Analisti Cattolici del Messico ha reso pubblica questo lunedì una dichiarazione sul “discredito mediatico su Papa Benedetto XVI e sul Cardinale Norberto Ribera Carrera per i casi di pederastia”, che definiscono “linciaggio mediatico”.

I laici che compongono il Consiglio degli Analisti Cattolici del Messico (CACM) denunciano nella loro dichiarazione – inviata a ZENIT da Carlos Montiel, presidente del Consiglio – che “l’intenzione di vari mezzi di comunicazione di informare sulla pederastia all’interno della Chiesa non è altra se non quella di effettuare una campagna di linciaggio mediatico contro il Papa e l’Arcivescovo primate del Messico, dedicandosi a sfruttare lo scandalo affondando nel giornalismo scandalistico che caratterizza quanti cercano di fare affari anziché trasmettere informazioni certe e veritiere”.

“L’inefficienza di alcuni media li ha portati a diventare giudici relegando il loro lavoro di informatori per dedicarsi a punire”. “Siamo di fronte a una tappa di mancanza di ricerche serie e a un flusso nella divulgazione informativa che promuove la morbosità e la calunnia”, sottolineano.

Allo stesso modo, considerano che “l’inaccettabile discredito del pontificato del Santo Padre Benedetto XVI proviene dalla lobby politica, dall’impatto mediatico e dalle organizzazioni private che hanno visto colpiti i propri interessi, come conseguenza della campagna pro-vita e pro-famiglia intrapresa dalla Chiesa”.

Secondo gli analisti cattolici, “si vuole ritirare dallo spazio pubblico la Chiesa cattolica, o quantomeno macchiare la sua immagine pubblica”.

Analizzando la situazione attuale, aggiungono, si constata che “quanti cercano di diluire la leadership della Chiesa come formatrice di società e famiglie sono coloro che lottano per una falsa, perfida ed eufemistica democrazia per sottometterla agli interessi, ai capricci e alla volontà dello Stato e di alcuni partiti politici, con quella dipendenza sognata dell’aspetto religioso dal laicismo che vuole la rapida distruzione della religione”.

Gli analisti cattolici esprimono la loro “piena adesione al Santo Padre Benedetto XVI, che ha affrontato, in modo decisivo, i deprecabili casi di pederastia”, e chiedono “agli informatori e ai mezzi di comunicazione che hanno agito in modo ostile contro la Chiesa di presentare le prove che avvalorino i loro articoli o le loro opinioni”.

Allo stesso modo, manifestano “sostegno all’Arcivescovo primate del Messico, il Cardinale Norberto Rivera Carrera, che ha annunciato la tolleranza zero contro i pederasti che possono agire nell’Arcidiocesi”.

In questo senso, respingono “la campagna realizzata contro di lui attraverso l’attivazione di risorse giuridiche che sono una distrazione, un inganno mediatico e opportunista che cerca di trarre profitti economici riaprendo processi che, a suo tempo, vennero analizzati dalle autorità competenti che esonerarono il Cardinale”.

“Per questo diciamo basta all’impatto mediatico promosso da quanti vogliono esigere dalla Chiesa indennizzi e l’instaurazione di processi giudiziari contro Papa Benedetto XVI e i presuli della Chiesa”, sottolineano, affermando “con certezza che il Santo Padre è un leader necessario per promuovere e migliorare le relazioni sociali, politiche, economiche e culturali nel mondo”.

Annunciano anche che “la Chiesa cattolica non ha perso la sua credibilità dopo gli scandali commessi da sacerdoti pederasti”. Al contrario, ricordano “quei cattolici che in modo eroico hanno mantenuto la propria fede integra: Vescovi, sacerdoti, religiosi/e, leader e fedeli laici”, e chiedono “ai responsabili dell’informazione e alle autorità competenti di vegliare sul rispetto della libertà religiosa e di smettere di influenzare il pubblico perché creda che tutta la Chiesa agisce con una morale doppia”.

Ai deputati e senatori che compongono il Congresso chiedono poi “congruenza con i loro progetti legislativi sullo Stato laico e la libertà religiosa”, e ai giudici “di essere imparziali nell’applicazione della giustizia”.

“Il problema della pederastia – affermano – è senza dubbio inammissibile e allo stesso modo lo è l’aborto. Se il primo sfigura il futuro della persona, il secondo spezza, distrugge ed elimina ogni futuro di vita”. Lamentano quindi “il dolore di coloro che hanno subito abusi commessi da alcuni pastori ed ex chierici della Chiesa”.

Il Consiglio degli Analisti Cattolici del Messico “esprime solidarietà a tutte le vittime, chiedendo a Dio che allevi questa situazione abominevole, oltre alla sua grazia perché siano uomini e donne che denunciano il crimine, e che la loro coraggiosa testimonianza serva per migliorare tutta la società”.

Concludono quindi esprimendo la loro “fiducia nella Misericordia divina per coloro che sono stati offuscati dal desiderio della distruzione del prossimo”, affinché “siano illuminati perché, convertendosi, possano far parte della Chiesa di Cristo che è stata ferita dai loro peccati”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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