di Carmen Elena Villa
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 21 aprile 2010 (ZENIT.org).- L’Udienza generale di Papa Benedetto XVI in Piazza San Pietro è terminata questo mercoledì mattina sulle note della canzone “Tanti auguri a te”.
Circa 400 sacerdoti provenienti dalla Diocesi di Roma, accompagnati dal vicario generale, il Cardinale Agostino Vallini, e dai Vescovi ausiliari, hanno partecipato all’Udienza per ringraziare il Papa per il suo quinto anno di pontificato e fargli gli auguri per il suo 83° compleanno, festeggiato venerdì 16 aprile.
A questo gruppo si sono uniti anche sacerdoti pellegrini provenienti da varie Diocesi del mondo.
“Vi ringrazio della vostra presenza, segno di affetto e di vicinanza spirituale”, ha detto il Papa ai sacerdoti al termine della catechesi, dedicata al suo recente viaggio a Malta.
“Colgo questa opportunità per esprimere la mia stima e la mia viva riconoscenza a voi e ai sacerdoti che in tutto il mondo si dedicano con zelo apostolico al servizio del popolo di Dio, testimoniando la carità di Cristo”, ha aggiunto.
Sostegno al Papa
Al termine dell’Udienza, ZENIT ha parlato con alcuni sacerdoti, che hanno espresso affetto e gratitudine per il Papa.
Padre José Herrera è arrivato con un gruppo di sacerdoti degli Stati Uniti in ritiro a Roma: “Volevamo sostenere il nostro Santo Padre visto che sta ricevendo da ogni parte molte attenzioni negative. Vogliamo sostenerlo con la nostra preghiera e la nostra presenza, è il nostro pastore”.
All’Udienza ha partecipato anche un gruppo di 30 sacerdoti della cappellania dei servizi militari degli Stati Uniti, tra cui padre Steven, proveniente da Philadelphia.
“Abbiamo avuto l’opportunità di venire all’Udienza del Papa ed è stata una grande gioia per tutti noi. Ogni volta che veniamo a Roma partecipiamo all’Udienza per vedere il Santo Padre”, ha confessato.
“Benedetto XVI è un grande leader in un momento molto difficile per la Chiesa”, ha commentato, aggiungendo che in questo Anno Sacerdotale “sento il sostegno dei cattolici con le preghiere”.
Tempo di rinnovamento
Dal canto suo, il sacerdote cileno José Luis Correa, uno dei responsabili dell’evento di chiusura dell’Anno Sacerdotale che si realizzerà in Vaticano il 9 giugno, ha detto di essere rimasto commosso dal paragone fatto questo mercoledì dal Papa tra il naufragio di San Paolo nell’arcipelago maltese e la situazione attuale della Chiesa universale: “credo che ci troviamo in un periodo di burrasche e tormente, ma se sappiamo aggrapparci bene a Gesù Cristo nell’amore e nella fedeltà come sta facendo il Papa supereremo la tormenta”.
A suo avviso, l’Anno Sacerdotale è un’occasione di rinnovamento interiore per ogni sacerdote. “La nostra fedeltà non è estetica, ma dinamica. Deve rinnovarsi tutti i giorni. E’ come l’amore degli sposi. Anche noi sacerdoti siamo entrati in una relazione sponsale con Cristo e con la Chiesa”, ha detto a ZENIT.
Per padre Gerardo Cárcar, parroco della chiesa dei Santi Francesco e Caterina, patroni d’Italia, al Papa attuale è toccato un compito “per niente facile”, visto che ha dovuto affrontare una sfida molto concreta: “succedere a Giovanni Paolo II con il suo lunghissimo pontificato e il suo carisma eccezionale”.
Padre Cárcar ha definito Benedetto XVI “un uomo di verità, aperto, di dialogo interreligioso ed ecumenico”, e ha aggiunto che il suo pontificato è stato “una benedizione per la Chiesa”.
Per il sacerdote tedesco Georg Elge, direttore del Centro Internazionale del Movimento di Schoenstatt a Roma, questo Papa, attraverso i suoi insegnamenti, “aiuta a vedere come la fede e la ragione possono andare insieme e dialogare”.
Concludendo la sua Udienza e prima di impartire la benedizione ai presenti, Benedetto XVI ha rivolto un’esortazione molto chiara a tutti i sacerdoti, perché sull’esempio di San Giovanni Maria Vianney, in cui onore si celebra l’Anno Sacerdotale, siano “pastori pazienti e solleciti del bene delle anime”.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]