Ordinato un Vescovo cinese da presuli in comunione con Roma

A Hohhot, la Cattedrale del Sacro Cuore gremita di fedeli

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HOHHOT, martedì, 20 aprile 2010 (ZENIT.org).- Nella Mongolia interna, il nuovo Vescovo della Diocesi di Hohhot è stato ordinato questa domenica da presuli in comunione con Roma in una Cattedrale letteralmente gremita e con migliaia di fedeli anche all’esterno.

Il Vescovo ordinato, secondo quanto rende noto Eglises d’Asie, l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi, è monsignor Paul Meng Qinglu, di 47 anni.

La cerimonia si è svolta senza il dispiegamento di polizia constatato l’8 aprile, durante la presa di possesso del Vescovo di Bameng, un’altra Diocesi della Mongolia interna.

A Hohhot, il Vescovo consacrante e i due presuli co-consacranti erano Vescovi legittimi, cioè riconosciuti da Roma.

Per l’occasione, la Cattedrale del Sacro Cuore di Gesù era gremita di fedeli. Debitamente provvisti di biglietti di ingresso, circa 500 cattolici del luogo hanno trovato posto nell’edificio, mentre altri duemila si concentravano davanti alla chiesa. Giunti dalla Diocesi di Hohhot e dalle quattro Diocesi della Mongolia interna, circa 80 sacerdoti – che per la maggior parte hanno studiato con padre Paul Meng o sono stati suoi alunni – hanno concelebrato la Messa di ordinazione.

Ha consacrato il nuovo Vescovo monsignor Paul Pei Junmin, Vescovo di Shenyang, nel Liaoning, assistito dai Vescovi John Liu Shigong e Matthias Du Jiang, rispettivamete di Jining e Bameng.

Sull’altare c’era anche monsignor Joseph Li Jing, giovane Vescovo di Ningxia, che ha predicato il ritiro di tre giorni compiuto da padre Paul Meng prima della sua ordinazione. I quattro Vescovi “ufficiali” sono tutti in comunione con Roma.

Monsignor Paul Meng Qinglu succede a monsignor John Baptist Wang Xixian, morto a 79 anni nel maggio 2005. Un mese dopo, padre Meng è stato eletto per essere il nuovo Vescovo di Hohhot, ma l’accettazione di questa candidatura, da parte sia di Roma che di Pechino, ha richiesto del tempo.

Come ha spiegato questo lunedì all’agenzia Ucanews, anche se la sua candidatura era stata approvata dall’Amministrazione Statale per gli Affari Religiosi, monsignor Meng vedeva tardare la sua accettazione.

A suo avviso, i Giochi Olimpici del 2008, dopo le celebrazioni del 60° anniversario del regime, hanno fatto sì che Pechino non volesse sentir parlare di ordinazioni episcopali.

Da parte di Roma, l’accordo ha richiesto del tempo visto che alcuni membri del presbiterio di Hohhot avevano espresso in un primo momento riserve sul candidato all’episcopato.

Alla fine, superati questi ostacoli, monsignor Meng ha potuto essere ordinato venendo allo stesso tempo riconosciuto da Roma e accettato da Pechino.

In una Mongolia interna evangelizzata a partire dal XVIII secolo, soprattutto dai missionari del Cuore Immacolato di Maria, Hohhot è una Diocesi relativamente importante, che attualmente ha 21 sacerdoti e 65.000 fedeli.

Dopo cinque anni senza Vescovo, alla Diocesi mancava una direzione. “Mi dedicherò a ricostruire le strutture diocesane perché il lavoro pastorale e di evangelizzazione sia rafforzato”, ha spiegato monsignor Meng il giorno dopo l’ordinazione.

Nato in una famiglia cattolica, è entrato nel seminario maggiore della Mongolia interna ed è stato ordinato sacerdote nel 1989. E’ rimasto nel seminario, dove ha insegnato Teologia Morale ed è diventato decano di studi. Nel 1999 monsignor John Baptist Wang Xixian gli ha affidato il compito di costruire nuove chiese, nominandolo in seguito parroco.

Nel 2004, quando monsignor Wang si è ammalato, gli è stata affidata l’amministrazione effettiva della Diocesi. Dal 2001, inoltre, Meng ha assunto varie funzioni direttive all’interno dell’Associazione Patriottica locale e negli Affari Religiosi della Mongolia interna.

Secondo gli osservatori, se lo sviluppo dell’ordinazione di monsignor Paul Meng contrasta con la presa di possesso di monsignor Du Jiang è perché la cerimonia a Bameng si è resa difficile per la presenza di monsignor Joseph Ma Yinglin, Vescovo “ufficiale” e illegittimo (non riconosciuto da Roma) di Kunming.

Il 18 aprile, né monsignor Joseph Ma, segretario generale della Conferenza dei Vescovi “ufficiali”, né alcun altro Vescovo illegittimo era presente all’ordinazione. Il 25 marzo scorso la Santa Sede, attraverso un comunicato, aveva ricordato chiaramente che i Vescovi cinesi dovevano evitare di partecipare a un’ordinazione episcopale alla quale assistesse un Vescovo illegittimo.

Nella parte “ufficiale” della Chiesa cattolica in Cina si preparano altre ordinazioni episcopali: il 21 aprile per la Diocesi di Haimen (a Jiangsu), poco dopo per le Diocesi di Xiamen, Taizou e Wumeng. I nomi dei Vescovi consacranti non sono ancora stati resi noti.

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ZENIT Staff

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