Il Papa: Malta, baluardo nella promozione dei valori cristiani

Giunge nel cuore del Mediterraneo, sulle orme di san Paolo

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di Mirko Testa

ROMA, domenica, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- Malta ha un ruolo importante da svolgere nel promuovere i valori cristiani in Europa. E quanto ha detto Benedetto XVI, sabato pomeriggio, nella cerimonia di benvenuto all’aeroporto internazionale di Luqa a Malta.

Il 14° viaggio internazionale di Bendetto XVI si inserisce nel 1950° anniversario del naufragio sulle coste di Malta dell’apostolo Paolo, nell’anno 60.

Nel discorso all’aeroporto, il Santo Padre ha parlato del ruolo di Malta in Europa, a cominciare dall’approdo imprevisto di san Paolo nell’isola, nel quale alcuni hanno riconosciuto “l’opera della Divina Provvidenza”.

Nel suo indirizzo di saluto, il Presidente della Repubblica di Malta, George Abela, ha notato come i semi dell’evangelizzazione piantati da san Paolo abbiano gettato “le fondamenta etiche ed intellettuali del nostro Stato”, dando “una nuova identità a Malta: un’identità cristiana che ha sostituito progressivamente la cultura pagana e politeista”.

A Malta vi sono 365 chiese. I cattolici sono 418.000 (il 94,4% della popolazione). Le parrocchie sono 85 e la vita della comunità di fedeli s’integra pienamente nel tessuto cittadino. A testimoniare questa felice simbiosi sono le tante feste patronali che si registrano non solo per ciascuna località ma anche a volte per quartieri.

Gettando uno sguardo all’attualità il Presidente di Malta ha detto che come in tutto il resto d’Europa e del mondo occidentale, anche il suo Paese “sta affrontando un conflitto tra cristianesimo da una parte e laicismo dall’altra”, che ha come “punto di partenza la netta separazione tra Chiesa e Stato”, dove “la religione è concepita come appartenente esclusivamente all’ambito privato”.

Il Presidente Abela ha quindi riconosciuto che sebbene “i membri della Chiesa e persino i suoi ministri possano, alle volte, sfortunatamente smarrirsi”, i valori fondamentali della Chiesa continuano a trascendere il tempo e lo spazio, mentre rimane costante il suo impegno nel “proteggere i bambini e tutte le persone vulnerabili”.

Toccando il tema della famiglia il Presidente ha riconosciuto come anche questa istituzione stia fronteggiando “le sfide poste dai rapidi cambiamenti sociali, per lo pià influenzati dagli stili di vita del mondo occidentale e della crescente secolarizzazione della società maltese”.

Abela ha quindi rinnovato l’impegno della sua nazione nella tutela dell’inviolabilità della persona umana, dal concepimento fino alla fine naturale, e nel rispetto pieno per i diritti umani e per i principi della giustizia sociale.

A questo proposto ha richiamato le questioni legate alla forte immigrazione irregolare. Dal 2002 infatti Malta, a causa della sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, è stata presa d’assalto dagli sbarchi degli immigrati provenienti soprattutto da zone di guerra e povertà come Somalia, Etiopia, Eritrea. E in questi ultimi anni, la cifre sono salite dalle 500 “boat people” dell’inizio alle 2800 dello scorso anno. Attualmente sono oltre 6mila gli immigrati che vivono sull’isola, su 443.000 abitanti.

“Malgrado queste difficoltà – ha però osservato il Presidente maltese –, non dobbiamo mai rifuggire i nostri valori tradizionali di solidarietà e ospitalità verso questi emigranti durante il loro soggiorno a Malta, nel pieno rispetto dei loro diritti e della loro dignità umana”.

Malta, ha riconosciuto il Papa nel suo discorso, ha “giocato un ruolo chiave nello sviluppo politico, religioso e culturale dell’Europa, del Vicino Oriente e del Nord Africa”, contribuendo “moltissimo alla difesa della cristianità sia per terra che per mare”, e al giorno d’oggi “ha molto da offrire in campi diversi, quali la tolleranza, la reciprocità, l’immigrazione ed altre questioni cruciali per il futuro di questo Continente”.

Dopo aver invitato il governo maltese a continuare a difendere l’indissolubilità del matrimonio quale istituzione naturale e sacramentale, il Pontefice ha incoraggiato questo Paese ad essere sempre più “ponte nella comprensione tra i popoli, le culture e le religioni presenti nel Mediterraneo” e a “stendere la mano dell’amicizia ai propri vicini a nord e a sud, ad est e ad ovest”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione