Il Signore ama la Chiesa, nonostante i peccati dei suoi figli

Parole di Benedetto XVI ai giornalisti presenti sul volo per Malta

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LA VALLETTA, sabato, 17 aprile 2010 (ZENIT.org).- Cristo ama la Chiesa, nonostante i peccati dei suoi figli. E’ quanto ha detto questo sabato Benedetto XVI in un breve discorso rivolto ai giornalisti presenti sul volo papale diretto a Malta.

Il Pontefice si trovava a bordo dell’Airbus 320 Alitalia, all’inizio del suo quattordicesimo viaggio internazionale, per celebrare il 1950° anniversario del naufragio dell’apostolo Paolo su quest’isola del Mediterraneo.

La Chiesa, ha spiegato parlando in italiano, è il Corpo di Cristo, e “anche se questo Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore tuttavia ama questa Chiesa, e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce”.

L’incontro, durante il volo di un’ora e mezza, è stato più breve rispetto alle altre occasioni. Il Vescovo di Roma si è limitato ad affrontare i tre temi alla base del suo pellegrinaggio a Malta che si concluderà domenica notte.

Precedentemente, il Papa aveva ricevuto da padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, una serie di domande proposte dai giornalisti

Innanzitutto, il Santo Padre ha spiegato di essere voluto venire in quest’isola per ricordare il naufragio di san Paolo raccontato negli Atti degli Apostoli ed ha sintetizzato il senso del suo viaggio prendendo a prestito le parole scritte dall’Apostolo delle Genti nella lettera ai Galati: “fede operante nella carità”.

“Queste sono le cose importanti anche oggi – ha sottolineato –: la fede, la relazione con Dio, che si trasforma poi in carità. Ma penso anche che il motivo del naufragio parla per noi”.

“Dal naufragio, per Malta è nata la fortuna di avere la fede; così possiamo pensare anche noi che i naufragi della vita possono fare il progetto di Dio per noi e possono anche essere utili per nuovi inizi nella nostra vita”.  

Il secondo motivo, illustrato dal Papa, è il desiderio di confermare nella fede un “Chiesa vivace che è quella di Malta, che è feconda nelle vocazioni anche oggi, piena di fede, in mezzo al nostro tempo, e che risponde alle sfide del nostro tempo”.

“So che Malta ama Cristo e ama la sua Chiesa che è il suo Corpo e sa che, anche se questo Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore tuttavia ama questa Chiesa, e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce”, ha detto.

Il terzo motivo della visita è legato invece alla stretta attualità: Malta è divenuta, infatti, una terra di passaggio per i profughi africani che puntano a mettere piede in Europa.

“Questo è un grande problema del nostro tempo, e, naturalmente, non può essere risolto dall’isola di Malta – ha osservato –. Noi tutti dobbiamo rispondere a questa sfida, lavorare perché tutti possano, nella loro terra, vivere una vita dignitosa e dall’altra parte fare il possibile perché questi profughi trovino qui dove arrivano, trovino, in ogni caso, uno spazio di vita dignitosa”.

“Una risposta ad una grande sfida del nostro tempo: Malta ci ricorda questi problemi e ci ricorda anche che proprio la fede è la forza che dà carità, e dunque anche la fantasia per rispondere bene a queste sfide”, ha quindi concluso.

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ZENIT Staff

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