Il rispetto per la vita fa parte dell'identità nazionale maltese

Intervista al Primo Ministro Lawrence Gonzi

Share this Entry

di Serena Sartini

LA VALLETTA, sabato, 17 aprile 2010 (ZENIT.org).- Il rispetto per la vita umana non è solamente un valore che sta a cuore a molti maltesi, ma è parte integrante dell’identità nazionale, sostiene il Primo Ministro di Malta.

Lawrence Gonzi, 56 anni, ha rivelato che in vista della visita di Benedetto XVI, il suo Ufficio ha organizzato una mostra per evidenziare il rapporto tra san Paolo, la vita umana e l’identità nazionale maltese.

Nell’intervista concessa a ZENIT alla vigilia del viaggio di due giorni del Papa in quest’isola del Mediterraneo, il Primo Ministro parla delle sue aspettative sulla visita del Pontefice e del ruolo di Malta nel promuovere i valori cristiani dell’Europa.

Papa Benedetto XVI visiterà Malta per la prima volta. Quali speranze e quali aspettative ripone il suo Paese in questa visita?

Lawrence Gonzi: La maggior parte di noi si aspetta che offra una variazione, a partire da un lato specifico, del grande tema costante di tutti i suoi discorsi: come rispondere alle sfide geo-storiche che ci interpellano alla luce degli insegnamenti cristiani di cui non manca di sottolineare le implicazioni concrete e di vasta portata. Ne è un esempio la sua ultima Enciclica in cui fa riferimento alla crisi globale delle strutture economiche prevalenti.

La visita di Benedetto XVI è per noi come un proseguimento delle due visite del suo predecessore, Giovanni Paolo II. In quelle due occasioni, il Papa aveva evidenziato due compiti del nostro paese: primo, testimoniare in Europa i valori umani ispirati al cristianesimo; secondo, promuovere il dialogo tra le sponde a Nord e a Sud del Mediterraneo. Siamo sicuri che Benedetto XVI contribuirà a collocare questi due compiti nella prospettiva del suo sviluppo personale del multiculturalismo e della Dottrina sociale della Chiesa.

Che cosa pensa delle radici cristiane di Malta? Ritiene che possano essere rigenerate dalla visita del Papa nell’anniversario del naufragio di san Paolo?

Lawrence Gonzi: In vista della visita del Papa, il mio Ufficio ha organizzato una mostra su san Paolo e la formazione dell’identità nazionale maltese. Nella iconografia tradizionale maltese san Paolo viene ritratto sempre come il soccorritore e come il glorificatore della santità della vita – un valore che costituisce una parte importante, centrale della nostra identità. Papa Benedetto insiste costantemente sul fatto che la dignità della persona umana e l’integrità ecologica del mondo hanno le loro più salde fondamenta nella nostra fede cristiana. Il suo messaggio ci richiama nuovamente alle nostre fonti e a una contemporanea riscoperta della nostra identità come popolo.

Qual è il ruolo di Malta nell’Unione Europea?

Lawrence Gonzi: Malta ha contribuito in maniera decisiva a rendere l’Unione Europea cosciente del fatto che il suo mare territoriale gode della stessa importanza del suo ambito territoriale in senso stretto. E’ risaputo che Malta ha reso possibile l’introduzione nel diritto internazionale del principio secondo il quale i fondali marini sono un “patrimonio comune dell’umanità”, come sviluppo iniziale della visione tracciata dal Papa Giovanni XXIII nella Pacem in Terris. Malta ha avuto successo nel fare ciò poiché, grazie alle sue ridotte dimensioni, non può mai essere sospettata di ambizioni imperialiste. Benedetto XVI ci sta offrendo un esempio di come la Chiesa possa promuovere la sua visione del mondo non attraverso il potere e l’imposizione ma piuttosto umilmente e amorevolmente.

Lo sbarco di immigrati e i respingimenti rappresentano un punto controverso comune a parecchi Stati. Qual è la sua opinione in proposito? Lei ritiene che il Papa possa contribuire a una sua soluzione?

Lawrence Gonzi: Ci sono due principi nell’ambito della questione dell’immigrazione che il Papa contribuisce sicuramente a sostenere e ciò è di importanza vitale sia per noi che per molti altri. Il primo è la solidarietà umana, che interpella tutti noi a essere ospitali verso coloro che sono costretti all’esilio da qualunque tipo di ingiustizia, compresi i primi esempi di guerre causate dai cambiamenti climatici che il mondo sta sperimentando. Il secondo è che gli oneri che i paesi ospitanti devono sostenere dovrebbero venire suddivisi il più equamente possibile, in particolare al livello europeo. L’esperienza della Santa Sede potrebbe rivelarsi inestimabile nello sviluppare dei sistemi internazionali per entrambi gli scopi.

Che cosa ne pensa della decisione della Corte di Strasburgo di rimuovere i crocifissi dalla aule scolastiche in Italia? Pensa che un tribunale europeo possa esprimere giudizi su questioni, così legate ai diritti umani, come la libertà religiosa?

Lawrence Gonzi: Non capiamo come la Corte di Strasburgo possa giudicare che i crocifissi nelle scuole e negli altri luoghi pubblici siano un’infrazione del diritto alla libertà religiosa di qualcuno, qualunque siano le sue credenze o non credenze. La figura del Cristo crocifisso rimanda semplicemente alla fonte di quei valori che ognuno custodisce nel proprio animo e che non sono offensivi per nessuno. Nella Convenzione che ha preceduto il Trattato di Lisbona, si è parlato molto chiaramente del fatto che le questioni legate alla religione, poiché sono così strettamente intrecciate all’identità nazionale, sono di competenza nazionale, e non europea. Lo stesso si applica a questioni come le leggi sull’aborto malgrado le risoluzioni del Parlamento Europeo in materia.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione