VALENCIA, mercoledì, 14 aprile 2010 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI sta promuovendo il dialogo tra fede e ragione, e in esso sono inclusi pensatori e artisti atei. Lo ha affermato questo martedì il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, l’Arcivescovo Gianfranco Ravasi, durante una conferenza stampa a Valencia (Spagna), secondo quanto rende noto l’agenzia diocesana Avan.
Monsignor Ravasi, che si trova nella città spagnola per l’inaugurazione della cattedra Fides et Ratio dell’Università Cattolica di Valencia (UCV), ha spiegato che il suo dicastero sta portando avanti molte iniziative in questo senso.
Ad esempio, ha reso noto che durante la sua visita in Portogallo a maggio Papa Benedetto XVI incontrerà gli artisti portoghesi, tra cui il regista Manuel de Oliveira.
Un’altra iniziativa è la preparazione di un incontro con gli architetti, al quale parteciperà il valenciano Santiago Calatrava, che ha preso parte insieme ad altri 300 artisti di tutto il mondo all’incontro presieduto da Benedetto XVI a novembre nella Cappella Sistina.
Si sta anche preparando per quest’anno una serie di incontri a Parigi, nella sede dell’UNESCO, all’Università della Sorbona e all’Accademia Francese, attraverso il Cortile dei Gentili, istituzione creata dal dicastero per la Cultura per promuovere il dialogo con l’ambito dell’ateismo.
Lo stesso monsignor Ravasi ha rivelato che prevede di incontrare, probabilmente a novembre (mese in cui il Papa ha previsto un breve viaggio in Spagna, a Santiago de Compostela e Barcellona), un intellettuale spagnolo non credente per riflettere sul dialogo tra fede e cultura.
Il presule ha aggiunto che il cristianesimo “ha sempre una funzione all’interno della cultura”, anche se in alcune delle sue espressioni questa “può essere completamente secolare o laica”. La religione “favorisce le risposte fondamentali alle domande che ogni uomo si pone sulla vita, la morte, il dolore, la giustizia o la verità”.
Pedofilia
Interpellato dai giornalisti locali sui casi di abuso di minori da parte dei sacerdoti, monsignor Ravasi ha riconosciuto che si tratta di questioni “gravi” e ha affermato che la Santa Sede “sta trattando la questione con molto rigore”.
Dopo aver spiegato le misure adottate in questi casi, il presule ha anche lamentato alcune delle reazioni pubbliche riprodotte dai mezzi di comunicazione contro il Papa, che a suo avviso sono state “eccessive” e “quasi aggressive”.