di Serena Sartini
LA VALLETTA, mercoledì, 14 aprile 2010 (ZENIT.org).- Mancano pochi giorni alla visita del Papa a Malta, il 17 e 18 aprile, e l’entusiasmo e l’attesa cominciano a farsi sentire. Si mettono a punto gli ultimi dettagli, la macchina organizzativa gira a pieno ritmo.
Al comitato organizzatore della visita apostolica, quartier generale del governo maltese e della Chiesa dell’Isola, c’è un gran via vai per sistemare gli ultimi preparativi. E far sì che la visita resti nella storia. Come quella di Giovanni Paolo II nel 1990 e nel 2001.
Monsignor Paul Cremona, Arcivescovo di Malta, corre da una parrocchia all’altra per evangelizzare e invitare i fedeli all’appuntamento con Benedetto XVI. Il 9 aprile scorso ha presieduto, insieme al Vescovo di Gozo, il pellegrinaggio nazionale in preparazione alla visita, da Mount St. Joseph fino a St. Paul, alla piccola chiesa di Saint Paul, il punto esatto in cui la tradizione vuole che l’apostolo delle genti naufragò.
Nonostante i mille impegni, monsignor Cremona ci riceve nella sua residenza ad Attard, piccola località a una decina di chilometri da Valletta. E risponde alle domande di ZENIT.
Tra pochi giorni il Papa sarà a Malta. Con quali sentimenti la Chiesa dell’Isola si appresa ad accogliere il Successore di Pietro?
Mons. Cremona: Le aspettative della Chiesa di Malta sono molteplici. Prima di tutto sarà un’esperienza di fede. In questi due giorni i fedeli incontreranno il Sommo Pastore e per tutti noi sarà un’esperienza fortissima della Chiesa locale. Sarà un’occasione per tutti noi di essere più vicini alla Chiesa universale e al Papa. Non è un caso che il primo incontro pastorale del Papa a Malta sarà a Rabat, dopo l’incontro con il presidente a Valletta. Proprio a Rabat nascono le radici cristiane legate all’apostolo San Paolo. In questo senso la Chiesa di Malta ha dato il proprio contributo alla Chiesa universale, grazie al messaggio di San Paolo.
Un secondo aspetto della visita riguarda l’attesa del messaggio di Benedetto XVI. Aspettiamo con grande entusiasmo i tre discorsi che il Pontefice terrà. Sarà per noi una occasione per sentire attentamente la voce del Papa. Infine, un terzo aspetto che vorrei sottolineare è quello dell’impegno della Chiesa di Malta nell’ascoltare il messaggio del Papa e nel portarlo nella nostra realtà, per costruire il futuro della Chiesa, specialmente ora che siamo nella fase di tradurre maggiormente i frutti della Chiesa nella società moderna.
Ritiene che la visita del Papa in occasione dell’anniversario del naufragio di San Paolo possa risvegliare la fede dei maltesi e portare frutti concreti?
Mons. Cremona: L’Anno Paolino che si è celebrato lo scorso anno ha prodotto molti frutti. Ci sono state mostre, celebrazioni, pellegrinaggi, iniziative, sulle orme di San Paolo. Quest’anno celebriamo il 1950° anniversario del naufragio di San Paolo a Malta. Per noi è un’occasione importante di riflessione perché possiamo porre la domanda: perché la Provvidenza ha portato San Paolo a Malta? Non era previsto. San Paolo doveva andare a Corinto, a Efeso, a Roma, ma non a Malta. La domanda è dunque: ci sarà una vocazione cristiana che viene direttamente dalla provvidenza? In secondo luogo, l’attitudine dei maltesi, che negli Atti degli Apostoli sono descritti come barbari, non è certamente questa. L’accoglienza dei maltesi è ben evidente in ogni epoca, e anche San Paolo è rimasto stupefatto dal senso di accoglienza e di ospitalità di questi isolani.
La preparazione della visita del Papa a Malta ha mostrato una importante collaborazione tra Stato e Chiesa. Come valuta questi rapporti?
Mons. Cremona: I rapporti sono ottimi. Anche nella indipendenza di ciascuno, c’è una grande collaborazione. La Chiesa riconosce il ruolo dello Stato e lo Stato non interferisce nelle questioni propriamente della Chiesa e riconosce il ruolo della Chiesa nella cristianità. Il nostro presidente ha fatto molto per la visita del Papa a Malta e anche il governo si sta adoperando molto. Stiamo lavorando insieme, in collaborazione, ciascuno nelle proprie competenze. Questa visita non è solamente per la Chiesa maltese, ma per tutto il popolo e i frutti saranno per l’intero Paese.
Come valuta le radici cristiane di Malta all’interno di un continente che invece non vuole riconoscere tali radici?
Mons. Cremona: E’ una questione storica. La cristianità è fin dai tempi di San Paolo. Ci sono recenti studi che attestano che anche nel periodo degli arabi la comunità cristiana è sempre stata presente. Non si è mai interrotta. Malta è profondamente cattolica: oltre il 90% dei maltesi si professa cattolico, anche se occorre distinguere con chi è realmente praticante. In questo caso la percentuale si abbassa. E’ questa la sfida che dobbiamo portare avanti: trasformare questo senso religioso in una fede più concreta. La nostra società ha bisogno di questi valori cristiani che la Chiesa deve trasmettere. Ma ritengo le radici cristiane profondamente solide qui a Malta e nessuno può sostenere il contrario.
Il fenomeno dell’immigrazione colpisce anche il vostro Paese. Cosa si sente di dire su questo delicato problema?
Mons. Cremona: Negli ultimi mesi il numero di richiedenti asilo è diminuito. Circa 240 sono in luoghi di detenzione, ma la Chiesa ha espresso le proprie perplessità sulla durata del periodo di detenzione. La Chiesa è per l’accoglienza di ciascun individuo e anzi porta avanti con coraggio un impegno concreto, affinché tutte le persone create a immagine di Dio, siano trattate con umanità, indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle, della religione. Non c’è posto per il razzismo e in pratica la Chiesa maltese accoglie 400 famiglie, dando loro alloggio, offrendo sostegno e un importante servizio di appoggio.
Ritorniamo alla visita del Papa. Eccellenza, quale messaggio vuole lanciare a pochi giorni dall’arrivo del Pontefice?
Mons. Cremona: Aspettiamo con grande gioia il Papa. C’è stata una forte preparazione su diversi aspetti, non solo spirituale. Ci stiamo dando da fare su tutti i fronti. Vogliamo dare a Benedetto XVI la massima accoglienza e ospitalità. Anche i giovani si stanno preparando da mesi con alcuni incontri, hanno realizzato un pellegrinaggio con la Croce della Gmg e l’Icona di Maria in tutte le parrocchie maltesi. Vorrei dire a Benedetto XVI: Santità, la aspettiamo con grande gioia e ansia.