NEW YORK, martedì, 13 aprile 2010 (ZENIT.org).- Ogni anno circa 500.000 madri muoiono di parto, quasi tutte nei Paesi in via di sviluppo, ha sottolineato l'Osservatore Permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite.

L'Arcivescovo Celestino Migliore, in un discorso pronunciato questo lunedì davanti alla commissione del Consiglio Economico e Sociale ONU su Popolazione e Sviluppo, ha ricordato che “finiscono in tragedia non solo le vite di queste madri, ma anche quelle dei loro bambini”.

“Di conseguenza, le possibilità di sopravvivenza dei loro figli diminuiscono drammaticamente, provocando la disintegrazione delle loro famiglie e un ostacolo allo sviluppo locale”.

“Purtroppo, queste morti rappresentano solo la punta dell'iceberg”, ha aggiunto il presule. “Si stima che per ogni donna morta altre 30 subiscano danni alla salute a lungo termine, come le fistule ostetriche”.

Questa grave condizione medica deriva da un foro che si sviluppa negli organi interni della donna dopo un parto difficile quando non si dispone di un'adeguata assistenza medica.

Può provocare ulcere e infezioni interne, danni ai nervi e altri seri disturbi come la perdita di urina o feci. In molte culture, questo porta all'isolamento sociale della donna, che viene considerata sporca.

“La devastazione fisica provocata dalle fistule rende le donne del tutto emarginate e isolate dalla famiglia e dalla società”, ha affermato l'Arcivescovo Migliore. “Subiscono dolore, umiliazione e disabilità permanenti se non vengono curate”.

“Nel mondo forse 2 milioni di queste madri povere, giovani e dimenticate vivono con questo problema, soprattutto in Africa”, ha sottolineato.

Evitabilità

Il presule ha constatato che “le morti di madri e bambini sono ancor più vergognose perché facilmente prevenibili e trattabili”.

“Programmi concentrati sul fornire servizi che assicurino alle madri e ai loro figli la sopravvivenza al parto sono purtroppo sottofinanziati”, ha denunciato.

Per questo, l'Arcivescovo ha esortato i Governi a “continuare ad affrontare le urgenti necessità dei bambini nel mondo”.

“Solo nel 2008”, ha riportato, “ci sono stati più di 243 milioni di casi di malaria, che hanno portato a oltre 800.000 morti”.

“Allo stesso modo, infezioni respiratorie, malattie digestive e malattie derivanti da un'alimentazione inadeguata trattabili ed evitabili continuano ad essere le principali cause di morte dei bambini nei Paesi in via di sviluppo”.

“Le malattie eliminate da lungo tempo nei Paesi sviluppati continuano a devastare i bambini di quelli poveri, e serve una solidarietà globale per assicurare che i bimbi poveri abbiano accesso all'assistenza medica e all'alimentazione necessaria”.

“In molti angoli del pianeta – ha affermato l'Arcivescovo Migliore –, ospedali e cliniche cattoliche sono in prima linea nel fornire assistenza medica di base, soprattutto ai più emarginati”.

In questo contesto, ha ricordato l'impegno della Chiesa a “fornire assistenza a quanti sono stati lasciati indietro dalla società o ai quali offrire i servizi è troppo difficile o troppo pericoloso”.