Disarmo nucleare, una “buona notizia” per la Santa Sede

Reazione del portavoce vaticano alla firma dello Start-2

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 13 aprile 2010 (ZENIT.org).- Una “buon notizia”. Con queste parole la Santa Sede ha accolto la firma del trattato Start-2 tra i Presidenti degli Stati Uniti e della Russia per la riduzione degli armamenti nucleari strategici.

La firma ha avuto luogo l’8 aprile nella Sala Spagnola del Castello presidenziale di Praga (Repubblica Ceca), dove il Papa si è rivolto al Corpo Diplomatico il 26 settembre scorso per chiedere “nuovi modelli nella vita pubblica e di solidarietà tra Nazioni e popoli, senza i quali il futuro di giustizia, di pace e di prosperità” resterà “senza risposta”.

Padre Federico Lombardi S.I., direttore della sala Stampa della Santa Sede, nell’editoriale dell’ultimo numero di Octava Dies, settimanale del Centro Televisivo Vaticano, considera che da questo punto di vista esposto dal Papa il trattato Start-2 “è una buona notizia”.

Con esso, infatti, “si supera una situazione di stallo e si riprende il cammino verso la riduzione e – speriamo – la eliminazione degli arsenali bellici più pericolosi”.

Il trattato limita il numero di testate nucleari dispiegate a 1.550, quello dei vettori (missili a terra, su sottomarini e a bordo di bombardieri strategici) a 700 e quello delle unità da dove vengono lanciati a 800, siano attive o no. Presuppone, dunque, una diminuzione delle ogive atomiche del 30% rispetto ai limiti del 2002 e del 74% rispetto allo Start-1.

Le armi nucleari permesse nel trattato “sono sempre sufficienti per distruggere il nostro pianeta, ma sono di meno rispetto ai tempi dell’accumulo senza limiti, inutile e folle”.

“Parlare proprio di pace, di fiducia e di solidarietà, quando si bilanciano ancora migliaia di testate nucleari potentissime, è probabilmente ottimistico, ma la strada è quella giusta, ed è urgente continuarla”, riconosce padre Lombardi.

“Diventa più credibile parlare di non proliferazione nucleare agli altri Stati con ambizioni nucleari, e si possono destinare risorse economiche, scientifiche ed umane immense alle necessità più urgenti dell’umanità e del suo sviluppo”, sottolinea.

“Ogni sforzo per questo va incoraggiato, e la Chiesa sarà sempre dalla parte degli operatori di pace”, conclude il portavoce vaticano.

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ZENIT Staff

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