di Antonio Gaspari
ROMA, domenica, 11 aprile 2010 (ZENIT.org).- I delegati di 17 movimenti pro-vita provenienti dai vari continenti insieme a esperti e agli officiali del Pontificio Consiglio per la Famiglia si sono riuniti a Roma il 26 e 27 marzo per fare il punto della situazione e organizzare una campagna coordinata in difesa della vita e della famiglia.
Al seminario di studio hanno partecipato delegati di associazioni leader nelle attività pro-vita, attive in Zimbabwe, Cile, Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Polonia, Brasile, Argentina, Spagna, Italia, Messico, Venezuela, Francia e Corea del Sud.
Alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, erano rappresentati da più associazioni.
Nel ricevere le delegazioni, il Cardinale Ennio Antonelli, presidente del dicastero per la Famiglia, ha detto: “La vostra presenza è segno eloquente del vostro desiderio di collaborare con la Sede Apostolica per la promozione dei valori dell’umanesimo cristiano, dando testimonianza al Signore Gesù, Salvatore dell’uomo, che ‘ha fatto risplendere la vita’” (2Tim 1, 10).
Dopo aver precisato che gli interlocutori del Pontificio Consiglio per la Famiglia sono i Vescovi e le Conferenze Episcopali, ma anche le istituzioni cattoliche, le associazioni e i movimenti, il porporato ha ringraziato i movimenti per la “difesa e la promozione della dignità della persona e della sacralità della vita”.
Riprendendo le parole dell’Enciclica di Papa Giovanni Paolo II Evangelium vitae, il Cardinale Antonelli ha sottolineato: “Voi siete costruttori di civiltà e motivo di speranza per la Chiesa”.
“Voi, come la Santa Sede e i Vescovi, avete il coraggio di andare controcorrente e di denunciare il relativismo, il consumismo, l’edonismo, il libertinismo sessuale e altri aspetti negativi della cultura dominante, che ha il potere economico, politico, mediatico”, ha aggiunto.
“A voi onore e gratitudine per il servizio all’uomo e a Dio che svolgete già da molto tempo”.
Nell’illustrare le politiche anti-vita portate avanti da alcuni Governi, il presidente del Pontificio Consiglio ha menzionato “il Governo Zapatero, che in Spagna destina 528 milioni di euro per diffondere l’ideologia del ‘genere’ nell’America Latina”, e l’Amministrazione statunitense Obama, che “investe 63 miliardi di dollari per la cosiddetta ‘salute riproduttiva’ delle donne nei Paesi in via di sviluppo e per la formazione di una mentalità antinatalista”.
“Noi – ha rilevato il Cardinale – non abbiamo né euro né dollari da investire per la causa della vita. Il nostro investimento siete voi: il vostro coraggio, la vostra generosità, la vostra intelligenza.”
“Voi – ha precisato – avete la capacità di fare animazione culturale nelle parrocchie, nelle Diocesi, nelle scuole, nei media, di organizzare eventi pubblici di vasta risonanza, di vigilare e incidere sull’attività delle assemblee legislative”.
Il presidente del dicastero vaticano si è raccomandato affinché la vitalità e la collaborazione delle associazioni vengano curate instancabilmente con numerose adesioni, con giovani leader e con operatori motivati e competenti nel campo della politica, della comunicazione e della cultura, a livello locale, nazionale, internazionale.
Dopo aver ricordato i documenti di riferimento – l’Esortazione Apostolica “Familiaris consortio” (1981), l’Enciclica “Evangelium vitae” (1995) e l’Istruzione della Congregazione per la dottrina della fede “Dignitas personae” (2008), il porporato ha invitato a battersi per il grande “Sì” alla vita umana in tutta la sua pienezza e solo in secondo piano per i “No”, che pure è necessario pronunciare.
“Non dimenticate – ha affermato – di inserire i delitti di aborto e di eutanasia nel più ampio contesto dei molteplici delitti contro tutti i diritti fondamentali dell’uomo, come fa la Evangelium Vitae (EV, 3; 10), in modo da sottrarvi il più possibile alle pretestuose accuse di conservatorismo sociale”.
“Cercate di contrastare in anticipo i comportamenti, le iniziative e le leggi eticamente riprovevoli”, ha esortato.
In merito alla diffusione delle pillole abortive, il Cardinale Antonelli ha consigliato di “diffondere largamente la conoscenza e la pratica dei metodi naturali di regolazione delle nascite, per prevenire la scelta della contraccezione, che, tra l’altro, allontana dalla fede molte persone e le riempie di rancore verso la Chiesa”.
“Per prevenire l’aborto – ha affermato -, occorre promuovere, cercando di ottenere anche adeguati finanziamenti pubblici, il sostegno alla maternità, in nome non solo del diritto alla vita, ma anche del diritto della donna a una effettiva libertà di scelta”.
Tra le destinazione del sostegno pubblico, il presidente del Pontificio Consiglio ha proposto centri di ascolto, di accompagnamento e di aiuto, possibilità del parto nell’anonimato e dell’adozione del bambino, contributo in denaro, bonus per i prodotti della prima infanzia, opportunità di lavoro ecc.
In nome della libertà per tutti, del pluralismo culturale e della sussidiarietà sociale, il Cardinale ha poi rivendicato fermamente, sia per le persone che per le istituzioni, il “diritto all’obiezione di coscienza contro l’aborto e l’eutanasia”, diritto non ancora riconosciuto in molti Paesi.
A questo proposito, è incoraggiante la vittoria della società cattolica di adozioni “Catholic Care“, che in Inghilterra ha ottenuto dall’Alta Corte di non essere obbligata ad applicare l'”Equality Act“, che imponeva di concedere l’adozione anche alle coppie omosessuali.
Il presidente del Pontificio Consiglio ha concluso sottolineando che “la fede cristiana non comprime il desiderio di vivere e di essere felici, non frena le energie dell’uomo, non inibisce l’affettività e la sessualità, non ostacola il progresso scientifico, tecnologico ed economico; ma esige che tutto sia orientato al vero bene delle persone e alla comunione tra le persone”.
Per questi motivi, ha chiesto, “non esitate ad affermare pubblicamente che la fede cristiana esalta la vita, la sessualità, le attività terrene, conferendo ad esse ‘un di più’ di significato e di valore”.