Testimonianza di un sacerdote “in visita” in un carcere cinese

Arrestato per aver organizzato un campo di studenti

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FU’AN, martedì, 30 marzo 2010 (ZENIT.org).- Padre Liu Maochun, di 36 anni, è stato arrestato il 19 marzo dalle autorità di Fu’an, città della provincia costiera di Fujian, in Cina, con l’accusa di aver partecipato a un campo di studenti cattolici organizzato senza autorizzazione.

Il suo arresto è avvenuto il giorno dopo la liberazione, dopo 15 giorni di detenzione, di padre John Baptist Luo Wen, che era stato arrestato per lo stesso motivo il 3 marzo, ha reso noto Eglises d’Asie (EDA), l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi.

I due sacerdoti fanno parte di un gruppo di sette presbiteri della parte “clandestina” della Diocesi di Mindong, che aveva organizzato e animato un campo per studenti cattolici dal 28 gennaio al 6 febbraio.

Il campo, organizzato senza il permesso richiesto dalle autorità, è stato interrotto dalla polizia il 4 febbraio, anche se ha potuto svolgersi fino alla fine.

Un mese dopo, però, la polizia ha convocato i sette sacerdoti per notificare a ciascuno una multa di 500 yuan (circa 50 euro) e a quattro di loro un ordine di arresto per aver turbato l’ordine pubblico.

Il primo ad essere arrestato è stato padre Luo Wen, poi è toccato a padre Liu Maochun essere privato della libertà, a priori per 15 giorni, in base a quanto dispone la legge per i casi in cui non venga rispettata una norma volta a mantenere l’ordine pubblico.

Padre Luo ha fornito all’agenzia Ucanews i dettagli della sua detenzione: trattenuto nel centro di detenzione di Fu’an, è stato posto in una cella di 40 metri quadri con 21 persone, arrestate soprattutto per casi collegati al consumo o al traffico di droga o al gioco illegale.

La maggior parte di loro condivideva un grande letto comune di cemento, gli altri dormivano per terra.

L’unica possibilità di lavarsi si aveva accedendo a un punto di acqua fredda situato nel cortile. “Non mi sono lavato per tutta la durata della mia detenzione perché faceva freddo e pioveva”, ha detto il sacerdote, aggiungendo di essere stato privato del diritto di ricevere visite concesso agli altri detenuti (una media di due visite settimanali).

Dopo padre Luo è stato arrestato padre Liu. Per logica, gli altri due sacerdoti che hanno ricevuto un ordine di arresto, padre Guo Xijin e padre Miu Yong, dovrebbero essere convocati prossimamente dalla polizia ed essere arrestati.

Parallelamente, e senza che sia possibile stabilire alcuna relazione tra i due eventi, la Commissione per la Cina istituita nel 2007 da Papa Benedetto XVI si è riunita per la terza volta dal 22 al 24 marzo in Vaticano (cfr. ZENIT, 25 marzo 2010).

E’ stata presieduta dal Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e ha contato sulla partecipazione di una trentina di membri, tra cui cinque Vescovi di Hong Kong, Macao e Taiwan.

Il programma annunciato il 20 marzo dalla Sala Stampa della Santa Sede informava dell’approfondimento di un tema già affrontato nella seconda sessione della Commissione, svoltasi dal 30 marzo al 1° aprile 2009: la formazione dei cattolici in Cina, soprattutto quella dei sacerdoti e delle persone consacrate.

Il comunicato finale della riunione indica che “le difficoltà che si incontrano nel campo della formazione, e le nuove esigenze pastorali, che sono connesse con il compito di evangelizzare una società così dinamica, articolata e complessa com’è quella cinese, rappresentano sfide rilevanti”.

Il testo esprime anche il desiderio che “quei Vescovi e sacerdoti che da molto tempo sono privati della libertà possano al più presto esercitare di nuovo il loro ministero episcopale e sacerdotale a favore dei fedeli, affidati alla loro cura pastorale”.

Tra gli altri temi affrontati durante quest’ultima riunione figurano anche le future nomine episcopali e le risposte che si danno nel cammino verso la riconciliazione e l’unità della comunità cattolica, come quello tracciato da Benedetto XVI nella sua Lettera ai cattolici cinesi del 27 maggio 2007.

In questo senso, il comunicato auspica “che tutti i Vescovi in Cina siano sempre più impegnati nel favorire la crescita dell’unità della fede e della vita di tutti i cattolici, evitando quindi di porre gesti (quali, ad esempio, celebrazioni sacramentali, ordinazioni episcopali, partecipazione a riunioni) che contraddicono la comunione con il Papa”.

I membri della Commissione hanno poi condiviso le proprie idee sul modo migliore in cui la Chiesa si può porre nella prossima riunione dell’Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici a Pechino.

Questo incontro, guidato da Pechino, deve designare i futuri presidenti dell’Associazione patriottica dei cattolici cinesi, che trasmettono la politica religiosa delle autorità cinesi alla Chiesa, e della Conferenza dei vescovi “ufficiali” della Cina, che non è libera nel suo funzionamento.

In risposta a una richiesta in questo senso da parte della prima sessione della Commissione per la Cina, inoltre, continua l’opera di trasmissione dei testi della Chiesa ai cattolici cinesi.

In questo senso, il 18 marzo la Santa Sede ha annunciato che il Catechismo della Chiesa Cattolica era stato pubblicato nella sua traduzione cinese sulla pagina web del Vaticano.

Il Codice di Diritto Canonico del 1983 e i grandi testi del Concilio Vaticano II in cinese dovrebbero seguire la stessa via.

Resta da vedere se la pagina web del Vaticano e questi testi in cinese potranno essere consultati dagli internauti nella Cina continentale.

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ZENIT Staff

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