La tre giorni della Croce a 10 anni dalla Gmg di Tor Vergata

Parla padre Mauro Oliva, cappellano di questa Università di Roma

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di Silvia Gattas

ROMA, lunedì, 22 marzo 2010 (ZENIT.org).- Sta viaggiando in lungo e in largo. Ha attraversato i cinque continenti, toccando ogni angolo del Pianeta. Ha percorso chilometri e chilometri, passando di mano in mano. Ora la Croce della Giornata mondiale della gioventù (Gmg), quel semplice pezzo di legno simbolo del popolo giovane di Giovanni Paolo II, sta facendo un percorso insolito e meraviglioso, nelle università di Roma.

Dopo aver visitato la Cappella della Sapienza, il Campus biomedico, la Lumsa, e le università pontificie, la croce della Gmg arriverà all’Università di Tor Vergata il 23 marzo, di pomeriggio, e ci resterà fino a giovedì, quando verrà trasferita a piazza San Pietro, per l’incontro dei giovani con il Papa, alla vigilia della Domenica delle Palme, quando si festeggia anche la 25esima Giornata Mondiale della Gioventù che quest’anno si celebra a livello diocesano.

“Martedì sera, quando arriverà la Croce – ha detto a ZENIT padre Mauro Oliva, oblato di Maria Vergine, cappellano dell’Università Tor Vergata – si terrà un’importante celebrazione nella cappella dell’Università, con un’omelia che farà memoria del grande dono della Gmg che Giovanni Paolo II ha voluto fare ai giovani di tutto il mondo”.

“Il 24 sera invece ci sarà la Via Crucis, presieduta da monsignor Giuseppe Marciante – ha spiegato –. Il 25, alle 13.15, si terrà l’ultimo momento prima che la Croce venga trasferita a piazza San Pietro. La celebrazione sarà presieduta da don Paolo Pizzuti, prefetto della XVII prefettura della diocesi”.

“In quest’occasione – ha continuato padre Oliva –, verrà celebrato il decimo anniversario della Gmg di Tor Vergata, dove nel 2000 si radunarono due milioni di giovani e Giovanni Paolo II parlò loro in modo speciale della Croce. Durante queste tre giornate la Croce della Gmg sarà esposta nella Cappella dell’Università e potrà essere venerata da tutti i giovani universitari, ma anche dai fedeli che lo desiderano”.

Come si stanno preparando i giovani universitari per queste tre giornate?

Padre Mauro Oliva: I giovani parteciperanno a questi tre momenti importanti, e si stanno già preparando ad accogliere la Croce. Dieci di loro la porteranno al Papa la sera di giovedì.

Cosa significa per lei, come cappellano, ricordare i dieci anni della Gmg di Roma?

Padre Mauro Oliva: Dieci anni fa, nel 2000, io ero in una parrocchia della diocesi di Tivoli ad accogliere migliaia di giovani che avrebbero poi partecipato alla Gmg a Tor Vergata. Il Papa risvegliò la fede dei giovani, un evento che trasformò e trasforma ancora tante vite. Oggi accogliere la Croce significa accogliere un momento di grazia per i nostri giovani universitari. Proprio in un momento in cui a livello legislativo si è voluto togliere la croce dai luoghi pubblici, il popolo italiano ha dato testimonianza di voler salvaguardare i valori e la radice cristiana del Paese. E i nostri universitari guardano molto ai valori, sono molto attenti anche agli esempi. E il crocifisso è l’esemplarità di Cristo, che è l’esempio di un amore assoluto e questo è ciò di cui hanno bisogno.

“Il pellegrinaggio della Croce – ha spiegato monsignor Lorenzo Leuzzi, responsabile della pastorale universitaria della diocesi di Roma – è l’occasione propizia affinché gli studenti universitari prendano coscienza che il Signore li raggiunge ovunque essi siano, e  che la loro esperienza di studio non è marginale rispetto alla loro esperienza di fede”.

“La domanda – ha aggiunto monsignor Leuzzi –: ‘Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?’, che costituisce il tema della XXV Giornata Mondiale della Gioventù,  intende sollecitare una riflessione dei giovani in merito alla loro vita di ricerca e di studio come luogo in cui è doveroso e possibile un incontro concreto e trasformante con Cristo”.

“La Croce, infatti, non è solo un simbolo, ma è anche il segno effettivo che nelle università i giovani possono incontrare Cristo attraverso le cappellanie universitarie”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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