CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 21 marzo 2010 (ZENIT.org).- Un nuovo “slancio missionario” per il Burkina Faso e per il Niger, perché “il messaggio evangelico sia pienamente accolto e fedelmente vissuto”. E’ quanto ha auspicato questo sabato Benedetto XVI nel ricevere in udienza in Vaticano i presuli di questi paesi, in occasione della loro visita “ad limina Apostolorum”.
“La fede – ha affermato il Santo Padre – ha sempre bisogno di consolidare la sue radici per non ritornare a pratiche antiche o incompatibili con la sequela di Cristo e per resistere agli appelli di un mondo a volte ostile all’ideale evangelico”.
Il Papa ha quindi espresso parole di apprezzamento per gli sforzi compiuti in vista di “una sana inculturazione della fede”: “Vegliate affinché proseguano grazie al lavoro di persone competenti, nel rispetto delle norme e facendo riferimento alle strutture adeguate”.
Benedetto XVI è poi tornato con il pensiero alla recente Assemblea sinodale per l’Africa tenutasi a Roma lo scorso ottobre e incentrata sulle sfide della riconciliazione, della giustizia e della pace nel Continente nero.
“Mi rallegro di sapere che nelle vostre diocesi la Chiesa continua, in diversi modi, la lotta contro i mali che impediscono alle popolazioni di giungere a un autentico sviluppo”, ha detto incoraggiandoli a promuovere quella “solidarietà radicata nell’amore di Dio” ben dimostrata in occasione delle alluvioni che hanno colpito a settembre il Burkina Faso e del recente terremoto di Haiti.
Nel suo discorso il Santo Padre si è quindi soffermato a riflettere sulla “grandezza del sacerdozio” ed ha auspicato che l’Anno sacerdotale in corso contribuisca a “promuovere un rinnovamento interiore nella vita dei preti, affinché il loro ministero sia sempre più intenso e fecondo”.
“Il sacerdote è innanzitutto un uomo di Dio – ha sottolineato – che cerca di rispondere con sempre più coerenza alla sua vocazione e alla sua missione al servizio dei fedeli a lui affidati e che deve guidare verso Dio”.
Per questo, Benedetto XVI ha evidenziato la necessità di una “formazione solida” e di un tempo di “approfondimento della vita sacerdotale al fine di evitare di cadere nell’attivismo”.
Successivamente ha auspicato una formazione attenta anche di catechisti, laici e giovani, così che sviluppino una fede solida, “espressa nella pratica abituale della carità e sostenuta da una comunità viva”; e un’attenzione particolare per “le élite politiche ed intellettuali, che si devono spesso confrontare con ideologie opposte a una concezione cristiana dell’uomo e della società”.
Infine, Benedetto XVI ha lodato “il bel clima che normalmente esiste nelle relazioni interreligiose” ed ha ribadito l’importanza di insegnare ai giovani “i valori fondamentali del rispetto e della fraternità” che favoriscono “la comprensione reciproca”.
Dal suo canto, nell’indirizzo di saluto al Papa, il Presidente della Conferenza episcopale del Burkina Faso-Niger, monsignor Séraphin François Rouamba, ha detto: “In Niger notiamo anche con soddisfazione e orgoglio la considerazione e il posto conferiti alla Chiesa nonostante l’esiguo numero di cristiani”.
Il presule ha quindi ringraziato il Papa per “lo sguardo di speranza” che ha voluto rivolgere all’Africa in occasione del viaggio apostolico compiuto un anno fa, e per “il cammino di luce e di verità che ha coraggiosamente aperto a noi e a tutti gli uomini di buona volontà”.