La Chiesa in Algeria lancia una nuova rivista

Intervista a Michel Guillaud, coordinatore dell’équipe di redazione

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di Marine Soreau

ROMA, lunedì, 15 marzo 2010 (ZENIT.org).- La Chiesa in Algeria ha appena lanciato una nuova rivista interdiocesana. Dal titolo “Pax & Concordia”, ha l’obiettivo di “dar voce ai cristiani e ai loro amici – inclusi i musulmani –, per parlare del Paese, con dibattiti, riflessioni e attività” dei cristiani algerini, spiega Michel Guillaud, coordinatore dell’équipe di redazione.

Nell’editoriale del primo numero, monsignor Ghaleb Bader, Arcivescovo di Algeri, allude alla speranza che questa rivista, “oltre ad essere un segno di collaborazione, rinnovamento e unità”, sia soprattutto “il segno di una nuova speranza per la Chiesa in Algeria, capace di rinnovarsi e di aprire nuove porte nonostante le difficoltà che affronta quotidianamente”.

Michel Guillaud ha ricordato per ZENIT i “primi passi” della rivista interdiocesana.

Qual è stato il motivo del lancio di questa rivista?

Michel Guillaud: In Algeria ci sono quattro Diocesi: tre al nord (Orano, Algeri e Costantina-Ippona) e una per tutto il sud. Internamente, i cattolici dell’Algeria desideravano un maggiore dinamismo interdiocesano. Esternamente, volevano condividere ciò che vivono con i propri amici e le persone interessate alle relazioni islamo-cristiane.

L’équipe di redazione è molto modesta: una persona per ogni Diocesi, e si comunica via Internet. Ci si incontra fisicamente una volta per ogni edizione della rivista (io, ad esempio, ho bisogno di otto ore di viaggio per incontrare il membro più vicino della nostra équipe). Il nostro obiettivo è dare la parola ai cristiani e ai loro amici, inclusi i musulmani, parlare del Paese e delle nostre riflessioni.

Quali sono state le reazioni dei cristiani algerini?

Michel Guillaud: Le prime reazioni sono state all’inizio sulla forma, esprimendo la gioia di disporre di una rivista di qualità. Si è mostrato anche grande interesse per gli argomenti, per il fatto di poter andare al di là di una semplice condivisione di notizie e di permettere riflessione e formazione.

Nel suo editoriale, monsignor Ghaleb Bader parla di “rinnovamento”. Si può notare un rinnovamento nella Chiesa d’Algeria nonostante le persistenti difficoltà?

Michel Guillaud: La Chiesa è caratterizzata dall’importante presenza dei giovani dell’Africa subsahariana, a cui l’Algeria offre borse di studio, e anche dai migranti che vogliono venire al nord. E’ una Chiesa giovane, e nel Paese ci sono molti giovani cristiani, di varie denominazioni.

Che cosa si può dire della libertà religiosa in Algeria?

Michel Guillaud: L’interesse espresso da un certo numero di algerini per camminare con Cristo segna profondamente la nostra Chiesa. Su questo, l’Algeria è probabilmente lo Stato arabo-musulmano più rispettato per la sua libertà, anche se ciò si ripercuote profondamente sulla società e risveglia, a volte, nel popolo o nella stampa reazioni anche violente.

Tutte le conquiste hanno come sfondo la coscienza e la volontà molto viva nella Chiesa cattolica, per il fatto di essere una Chiesa per l’Algeria, per tutti gli algerini, e si potrebbe quasi dire “per l’islam”. E’ una risposta a una vocazione specifica per la relazione islamo-cristiana che la caratterizza in modo completo e radicale. La sfida va molto al di là di un desiderio di buon vicinato o di servizio comune per i poveri, la pace o la giustizia. Si tratta di una testimonianza differenziata, ma armoniosa, del cristianesimo e dell’islam nel mondo.

“Pax & Concordia” vuole essere al servizio di questo con la Chiesa in Algeria. Il nome della rivista deriva da un mosaico trovato a Tipasa, un’antica località romana situata a 60 chilometri da Algeri, che riporta l’iscrizione: “In Deo, pax et concordia sit convivio nostro” (In Dio, la pace e la concordia regnino nel nostro convivio).

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ZENIT Staff

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