Benedetto XVI nella chiesa luterana di Roma per promuovere l'unità

Sottolinea gli elementi comuni e chiede di avanzare con impegno

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di Jesús Colina

ROMA, domenica, 14 marzo 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha visitato questa domenica pomeriggio la chiesa evangelica luterana di Roma allo scopo, come egli stesso ha affermato, di continuare a promuovere l’unità di modo che i cattolici e i figli della Riforma diano una testimonianza comune di Cristo.

“Ascoltiamo tanti lamenti sul fatto che non ci sono più nuovi sviluppi nell’ecumenismo, ma dobbiamo dire, e possiamo dirlo con tanta gratitudine, che già ci sono tanti elementi di unità”, ha dichiarato in un discorso pronunciato in tedesco lasciando i fogli da parte.

Il Pontefice ha invitato a ringraziare per il fatto “che siamo qui presenti insieme, per esempio, in questa domenica, che cantiamo insieme, che ascoltiamo la parola di Dio, che ci ascoltiamo gli uni gli altri guardando tutti insieme all’unico Cristo, rendendo così testimonianza dell’unico Cristo”.

Benedetto XVI è stato accolto con un prolungato applauso nella “Christuskirche” di Via Sicilia. Il coro, composto da luterani e seminaristi cattolici tedeschi, intonava lo Jubilate Deo di Mozart.

Il presidente della comunità luterana di Roma, che ha 350 membri, la signora Doris Esch, ha ricordato nel saluto di benvenuto in italiano e tedesco che nel 1983 Giovanni Paolo II aveva visitato la chiesa, in occasione del quinto centenario della nascita di Lutero.

Il Cardinale Joseph Ratzinger già conosceva il tempio, perché nel 1998, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, aveva incontrato la Comunità evangelica luterana romana per la sua festa annuale.

La signora Esch ha anche sottolineato che questo incontro ecumenico ricordava i dieci anni dalla firma della dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, e ha concluso il suo intervento dicendo: “Possa, Santità, qui sentirsi a casa”.

Dal canto suo, il giovane pastore della comunità, Jens-Martin Kruse, ha iniziato il suo discorso riconoscendo: “Per noi è veramente un giorno della gioia”. La sua omelia si è trasformata in un profondo commento del significato della “gioia” cristiana in questa domenica “Laetare”, in pieno cammino quaresimale.

Citando San Paolo, il pastore ha invitato ad avanzare sulla via di Cristo: “non a procedere gli uni accanto agli altri, ma insieme”, “ad essere gli uni per gli altri”, “e nella tribolazione a consolarci mutuamente con la consolazione che noi stessi siamo consolati da Dio”.

Nel suo discorso, il Papa ha riconosciuto che “certamente non dobbiamo restare contenti dei successi dell’ecumenismo negli ultimi anni, perché non possiamo bere dallo stesso calice e non possiamo essere insieme intorno all’altare”.

“Questo ci deve rendere tristi perché è una situazione peccaminosa, ma l’unità non può essere fatta dagli uomini. Dobbiamo affidarci al Signore, perché è l’unico che può darci l’unità. Speriamo che Lui ci porti a questa unità”, ha aggiunto.

Richiamando le parole del pastore Kruse, il Santo Padre ha riconosciuto che il primo punto di incontro tra luterani e cattolici “deve essere la gioia e la speranza che già viviamo, e la speranza che questa unità possa essere più profonda”.

Dopo il servizio domenicale, il Pontefice ha partecipato a un incontro fraterno con la comunità e il suo pastore.

La costruzione della chiesa è terminata nel 1922. Il tempio è opera di Franz Schwechten, architetto di corte dell’imperatore tedesco Guglielmo IV.

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ZENIT Staff

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