Difesa della vita e della famiglia al centro dei programmi elettorali

Appello del Movimento per la vita ai candidati alle elezioni

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 8 marzo 2010 (ZENIT.org).- Il Movimento per la vita ha stilato un appello a tutti i candidati Governatori e a tutti candidati consiglieri delle tredici regioni dove si voterà il 28 e 29 marzo, affinchè la difesa della vita e della famiglia siano oggetto dei programmi elettorali e della applicazione di politiche per il bene comune.

In particolare si chiede di riconoscere la vita dal concepimento alla morte naturale, e la riforma dei consultori familiari affinchè non siano più dei meri firmatari di autorizzazioni all’aborto.

L’appello è rivolto ai candidati di tutte le liste. Il MpV ha preso l’impegno, verso gli stessi candidati e soprattutto verso gli elettori, a dare conto delle adesioni all’appello

“La ragione decisiva per non rassegnarsi di fronte all’aborto e, più in generale, di fronte alla distruzione di esseri umani allo stato embrionale – inizia l’appello del Mpv -, è che si tratta di ‘esseri umani’, cioè, necessariamente, di ‘soggetti’, di ‘persone’ particolarmente fragili e povere, che come tali devono essere trattate”.

“Perciò – continua l’appello – la tutela del diritto alla vita fin dal concepimento è una questione anche politica. Lo è in modo centrale, primario, poichè lo stesso fondamento dello Stato e della comunità internazionale è la protezione e la promozione della uguale dignità di ogni essere umano”.

L’appello del Mpv spiega che “non fu facile proclamare nella Dichiarazione di indipendenza americana del 1776, e nella Dichiarazione francese dell’89, che tutti gli esseri umani sono liberi e uguali” così come “non è stato facile superare l’apartheid dei neri. Anche attualmente non è sempre facile ottenere la proclamata eguaglianza di donne ed uomini ed è difficile trarre coerenti conseguenze dalla eguale dignità degli extracomunitari”.

Secondo il MpV, “vi è stato e vi è un problema etico e culturale, ma anche politico” e “solo la politica può formalmente consacrare l’eguaglianza nella legge. Così è stato, così deve essere oggi. La proclamazione di principio non è un gesto inutile. E’ il presupposto necessario di un conseguente cammino”.

Il MpV ricorda che “alla vigilia delle ultime elezioni politiche la proposta di una ‘moratoria sull’ aborto’ parallela alla moratoria sulla pena di morte, intese promuovere una integrazione della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, con l’aggiunta che il diritto alla vita è riconosciuto ‘dal concepimento’”.

Aderirono migliaia di persone, molti parlamentari dei diversi schieramenti, “ma – sottolinea l’appello- non è ragionevole chiedere ad altri ciò che possiamo fare già in casa nostra: in Europa, In Italia, nelle Regioni”.

Nelle Regioni vi è uno statuto, modificabile, integrabile e per questo il Movimento per la vita chiede ai capi dei partiti, agli aspiranti Governatori, a tutti i candidati, di “assumere l’impegno di fare tutto il possibile per iscrivere negli statuti regionali il riconoscimento del diritto alla vita di ogni essere umano fin dal concepimento”.

Dopo aver fatto riferimento anche al Manifesto presentato dal Forum delle associazioni familiari, il MpV aggiungie una seconda richiesta, e cioè “la ristrutturazione dei Consultori familiari per restituirli alla loro essenziale funzione: essere strumenti che limpidamente, univocamente, visibilmente, proteggono il diritto alla vita dei figli, non contro, ma insieme alle madri”.

“Il senso della storia è la dignità umana – affermaa l’appello -. La grande politica può partire anche dal basso. Le prossime elezioni regionali possono essere una occasione per inserire le Regioni nella grande politica”. 

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ZENIT Staff

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