di Francesco De Ruvo SDB

GERUSALEMME, mercoledì, 28 ottobre 2009 (ZENIT.org).- “Nei Paesi economicamente più sviluppati, le legislazioni contrarie alla vita sono molto diffuse e hanno ormai condizionato il costume e la prassi, contribuendo a diffondere una mentalità antinatalista che spesso si cerca di trasmettere anche ad altri Stati come se fosse un progresso culturale (Caritas in Veritate, n. 28)”.

Nell’ultima Lettera Enciclica di Papa Benedetto XVI leggiamo queste parole che spingono oggi l’Apostolato “Giovani per la Vita” e tutti coloro che credono nel valore della vita dal concepimento alla morte naturale, a porsi in una posizione di disapprovazione all’inizio della sperimentazione della pillola abortiva Ru486.

Venerdì 30 ottobre, in tutta Italia e nel mondo, è stata promossa, nel giorno in cui ricordiamo la Passione di Nostro Signore, una Giornata di digiuno e preghiera (http://www.facebook.com/event.php?eid=190686966101&ref=mf) per chiedere la potente intercessione di Maria Ausiliatrice, affinchè la sperimentazione della commercializzazione della pillola abortiva Ru486 non abbia inizio.

Il messaggio della Giornata nasce dall’idea dell’Apostolato “Giovani per la Vita” (www.youthfl.org), che da poco ha festeggiato il primo anniversario.

L’Apostolato si propone la diffusione della difesa della vita, soprattutto attraverso la preghiera dell’Adozione Spirituale, ed è attento ai momenti storici e alle urgenze che viviamo ogni giorno. L’invito, partendo da facebook, sta facendo il giro del web, dei giornali e della televisione.

Questa Giornata vuole anche essere un richiamo all’importante tema della difesa della vita in generale, dal concepimento alla morte naturale.

Questo evento è anche testimone in queste ore di forti condivisioni di vita sul tema che rinforzano e spronano ad andare avanti e a sentirsi ogni giorno sempre più uniti. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II diceva che chi uccide i propri figli, uccide la propria Nazione. Questo deve essere ancora oggi per noi un forte monito a non smettere mai di credere che si possa creare una società migliore basata sui veri valori.