ROMA, giovedì, 29 ottobre 2009 (ZENIT.org).- “Ancora una volta una decisione di Benedetto XVI torna a essere dipinta con tinte forti, precostituite e soprattutto lontanissime dalla realtà”. E’ il commento del direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian, ad un articolo del teologo svizzero Hans Küng rilanciato con clamore in Inghilterra da “The Guardian” e in Italia da “La Repubblica”.
Küng, “antico collega e amico” del Papa – sottolinea Vian –, che tempo fa aveva criticato la decisione di Benedetto XVI di rimettere la scomunica a quattro Vescovi “lefebvriani”, è quindi tornato a far parlare di sé.
Lo stesso Papa nel 2005, solo cinque mesi dopo la sua elezione – ricorda Vian –, “volle incontrare in amicizia” Küng, nonostante nel 1979, agli inizi del pontificato di Giovanni Paolo II, fosse stato sanzionato per alcune sue posizioni dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Da allora più volte Küng, “infallibilmente ripreso da influenti media, è tornato a criticare, con asprezza e senza fondamento, Benedetto XVI”.
Come fa adesso, “a proposito dell’annuncio, davvero storico, da parte della Santa Sede della prossima costituzione di strutture canoniche che permetteranno l’entrata nella comunione con la Chiesa cattolica di molti anglicani”.
Un gesto “volto a ricostituire l’unità” – ribadisce il direttore del quotidiano vaticano – ma che “viene distorto e rappresentato enfaticamente come se si trattasse di un’astuta operazione di potere da leggersi in chiave politica, naturalmente di estrema destra”.
Vian definisce quella di Küng “una rappresentazione tanto fosca quanto infondata della Chiesa cattolica e di Benedetto XVI”, esprimendo “amarezza” di fronte a questo “ennesimo gratuito attacco alla Chiesa di Roma e al suo indiscutibile impegno ecumenico”.