Discorso del nuovo ambasciatore iraniano nell'udienza con il Papa

Ferma opposizione a ogni forma di ingiustizia

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 29 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questo giovedì dal signor Ali Akbar Naseri, nuovo ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede, in occasione dell’udienza dal Papa per la presentazione delle Lettere credenziali.

 

 

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Questo il discorso dell’Ambasciatore al Papa.

Nel nome di Dio, Clemente Misericordioso

Dì, Profeta: O Gente del Libro

volgetevi a una parola di verità

che è comune tra noi e voi,

di non adorare altri che Dio

e di non attribuire a Lui

socio alcuno.

(Sacro Corano: III, 64)

Santità,

sono lieto di iniziare, con la presentazione delle Lettere Credenziali, la mia missione in qualità di Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede e di trasmettere, in questa occasione, al Sommo Pontefice Benedetto xvi i saluti più cordiali di Sua Eccellenza il Dottor Mahmud Ahmadinejad, Presidente della Repubblica, e del nobile popolo iraniano.

L’importanza delle relazioni tra l’Iran e la Santa Sede, instauratesi ufficialmente più di cinquant’anni fa, non è certo ignota a Vostra Santità. La posizione strategica nella regione del Medio Oriente e nel contesto internazionale dell’Iran islamico, con la sua storia risalente all’antica Persia e la sua grande civiltà islamica, il ruolo svolto nell’avanzamento della carovana scientifica e spirituale dell’umanità sono evidenti a tutti. In particolare l’avvento della Rivoluzione islamica alla guida instancabile dell’imam Ruhollah Khomeini, (che sia benedetta la sua anima) segna l’inizio di un mutamento all’insegna della giustizia nel cammino verso il perfezionamento umano.

La Santa Sede altresì quale supremo organo direttivo religioso della cattolicità, grazie all’eminenza spirituale e scientifica della Santità Vostra, svolge una funzione primaria e determinante nel guidare, orientare e diffondere etica e spiritualità nell’ambito dell’umana società.

Le specificità in senso religioso della Santa Sede e della Repubblica Islamica dell’Iran, la particolare collocazione, le posizioni comuni nella lotta contro l’ateismo, il materialismo, l’idolatria, i mali morali e sociali, l’oppressione, l’ingiustizia, la discriminazione, l’ineguaglianza, nonché l’atteggiamento critico verso le politiche aggressive e oppressive di nefasti sistemi prevaricatori possono creare il terreno adatto al confronto e alla cooperazione a livello mondiale. Le potenzialità di collaborazione, sia bilaterale sia multilaterale, sia internazionale, in campo politico, culturale, scientifico, religioso sono assai vaste e la loro attuazione sempre più ampia e migliore richiede il dialogo, la comprensione delle realtà delle parti e il rafforzamento e l’allargamento delle relazioni esistenti.

La Santità Vostra sa bene che la corruzione morale, le difficoltà e le insicurezze sociali, la diffusione della povertà e delle malattie, la guerra, la violenza, le stragi, l’uso di armi di distruzione di massa, le interessate aggressioni militari di potenze arroganti, la violazione dei più elementari diritti umani, l’eliminazione spietata di centinaia di migliaia di esseri innocenti e inermi, il razzismo e la discriminazione razziale e insomma la profanazione della dignità umana si annoverano tra le tante tragedie che oggi affliggono l’uomo.

Al giorno d’oggi l’imperialismo dell’informazione, lo sfruttamento economico di sistemi prevaricatori attraverso l’occupazione e l’ingerenza nelle questioni interne di vari Paesi, l’oppressione dei popoli, il diritto di veto — riconosciuto, senza alcun fondamento logico, giuridico e religioso, a grandi potenze — il terrorismo, in particolare il terrorismo di matrice purtroppo religiosa, alimentato dai complotti di potenze prevaricatrici, il flagello della droga, l’uso strumentale della religione, del ruolo santo della donna, e di mezzi di diffusione culturale, quali le antenne paraboliche e internet nella propagazione dell’immoralità e nella manipolazione della cultura hanno posto l’umanità in una situazione desolante e costituiscono una vera sfida per la sua stessa dignità spirituale.

La Repubblica Islamica dell’Iran, ispirata ai valori del puro islam del Profeta e degli imam immacolati, si oppone a ogni forma di ingiustizia, degenerazione, corruzione morale ed economica, ai mali sociali, all’ignoranza, alla guerra, all’odio, alla violenza, alle aggressioni e alle stragi e, ritenendo tutto ciò inconciliabile e incompatibile con i fini indicati dalle religioni e dai profeti di Dio nonché con la dignità dell’uomo, conformemente alla propria missione religiosa e rivoluzionaria, si ritiene vincolata e impegnata alla loro estirpazione. Giusto il pronunciamento dell’eminentissimo Ayatollah Seyyed Ali Khamene’ei, Guida Suprema della Repubblica Islamica, «la pace, la serenità e la giustizia costituiscono il nuovo e luminoso messaggio del popolo iraniano a tutte le nazioni, in base al quale si auspica un mondo dove non esista aggressione, e sopruso» (Discorso del 6.10.2009).

Come la Santità Vostra sa bene, è peraltro buona cosa che il mondo attuale, avendo profondamente compreso la gravità di questi flagelli e le conseguenze nefaste dell’allontanamento dalla fede, frustrato e disingannato da una vita unicamente materialistica e deluso dalle dottrine e dagli attuali «ismi» politici, sociali, ed economici, si sia nuovamente rivolto, fiducioso, alla religione: tale nuovo atteggiamento comporta una maggiore responsabilità delle guide religiose.

La Repubblica Islamica dell’Iran, credendo fermamente nell’efficacia dell’opera delle religioni, in particolare le due grandi religioni abramitiche, Cristianesimo e Islam, nell’arginare le crisi, nella soluzione dei problemi mondiali, e nell’offrire una risposta ai bisogni naturali, spirituali e materiali dell’uomo, al fine di eliminare le tensioni e superare le crisi a livello mondiale e regionale, specificatamente nella regione sensibile del Medio Oriente, non indietreggia di fronte a nessuno sforzo, non lesina la propria cooperazione e accoglie con favore il dialogo, lo scambio di opinioni e il confronto.

Conformemente al messaggio di Sua Eccellenza il Dottor Mahmud Ahmadinejad, Presidente della Repubblica, rivolto alla Santità Vostra (27.12.2006) l’adorazione dell’unico Dio, la diffusione della giustizia, l’amore, il rifiuto dell’oppressione e la difesa dei tiranneggiati costituiscono valori comuni nell’insegnamento di tutti i Profeti di Dio.

Indubbiamente, le religioni rivelate sono proclama di monoteismo e indicazione della via che conduce alla fonte della grandezza superna e del sempre crescente amore divino. La Santità Vostra nell’Enciclica Deus caritas est ha offerto le proprie profonde riflessioni sull’amore divino. Il percorrere tale retta via innalza l’uomo all’altissimo grado in cui diviene specchio che riflette la verità divina: con la manifestazione dell’amore e della misericordia di Dio la giustizia, la rettitudine, la clemenza e la grazia abbracciano il mondo intero e l’uomo e tutte le creature sono fatte oggetto del santo amore celeste e l’oppressione e il male si allontanano. A riguardo Sa’di, poeta mistico iraniano, canta:

Sono lieto del mondo

Perché il mondo è lieto di Lui

Sono amante del mondo

Perché il mondo è Suo.

La salda presenza delle religioni rivelate, in specie Islam e Cristianesimo, l’assolvimento responsabile da parte delle guide religiose alla loro missione, il rafforzamento della cooperazione tra, le parti comportano la realizzazione della giustizia sociale e la difesa della dignità umana.

Le giuste posizioni e la fermezza della Santità Vostra a difesa costante della dignità umana di ognuno, grazie alle qualità intellettuali e filosofiche e alla carica santa di guida religiosa che ricopre, avrà sempre un ruolo di rilievo nella diffu
sione della giustizia e della pace nel mondo.

Mi è propizia l’occasione per richiamare l’attenzione della Santità Vostra su alcuni punti:

— Purtroppo a motivo di tendenziosità politiche l’islamofobia si è diffusa in occidente e questo nonostante l’islam si annoveri tra le religioni rivelate e annunci felicità, clemenza, pace e libertà e nonostante la grande civiltà islamica abbia avuto un ruolo determinante nel progresso dell’umanità in tutti i campi.

— La società iraniana è un chiaro esempio di convivenza pacifica tra i seguaci delle religioni celesti e fra le varie componenti etniche. I cristiani d’Iran nel corso della storia, specie con l’instaurazione della Repubblica Islamica, come cittadini iraniani, hanno sempre goduto di rispetto e in quanto tali godono di tutti i diritti derivanti dalla loro cittadinanza. Essi hanno una presenza attiva nei vari ambiti del culto, della politica, dell’istruzione, dello sport e delle varie professioni. Conformemente alla Legge Costituzionale, nonostante l’assenza di una sufficiente presenza numerica, grazie alla quota loro riservata per l’appartenenza religiosa, hanno tre propri deputati nella più alta istituzione legislativa e deliberativa ossia l’Assemblea Legislativa Islamica dove svolgono un ruolo attivo.

— La Repubblica Islamica dell’Iran, appoggiando fermamente le giuste posizioni miranti al bando totale degli armamenti atomici a livello mondiale, in particolare nella cruciale regione del Medio Oriente, sottolinea di dare corso alle proprie pacifiche attività nucleari, come membro del Trattato di non Proliferazione Nucleare, sotto la sorveglianza dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica e nel pieno rispetto delle norme internazionali. Suscita stupore e viva protesta l’attuazione di una politica basata su due pesi e due misure di certi governi in base a cui da un lato le pacifiche attività nucleari dell’Iran vengono ostacolate e boicottate mentre da un altro lato alcuni Paesi nuclearizzati che in nessun modo ottemperano alle norme internazionali vengono sostenuti pienamente.

— La Repubblica Islamica dell’Iran, in forza della legittimità religiosa e dell’adesione popolare di cui gode, è vincolata ai principi della democrazia: dopo ben trenta anni di governo, nonostante i numerosi complotti, ha potuto ascrivere a suo titolo d’onore, in occasione delle recenti elezioni presidenziali, un’epica partecipazione popolare pari all’85% degli aventi diritto al voto.

Infine, nella mia qualità di Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Islamica dell’Iran, nella mia veste di teologo e di religioso, facendo tesoro delle mie esperienze scientifiche e in ambito legislativo ed esecutivo, dedicherò tutte le mie capacità e i miei sforzi allo sviluppo e all’ampliamento delle relazioni bilaterali. Esprimo fin d’ora il mio apprezzamento e i più sentiti ringraziamenti per il sostegno che la Santità Vostra e le esimie autorità della Santa Sede mi vorranno offrire.

Prego Dio di concedermi successo a Lui rivolgendomi.

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ZENIT Staff

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