ROMA, lunedì, 26 ottobre 2009 (ZENIT.org).- E’ morto questa domenica a Roma Camillo Cibin, 83 anni, a lungo comandante della Gendarmeria vaticana. Dagli anni Sessanta è sempre apparso al fianco dei Papi, al punto che veniva chiamato “l’angelo custode” dei Pontefici, avendone serviti fedelmente ben sei.
Le foto dell’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 lo ritraggono mentre salta le transenne per afferrare Ali Agca, che aveva appena sparato al Papa. Appena il Pontefice si riprese, ricorda “L’Osservatore Romano”, Cibin presentò le sue dimissioni per l’evento, ma il Papa le respinse, esprimendo invece riconoscenza per il servizio che aveva svolto in quegli anni.
L’anno dopo, Cibin venne immortalato mentre fermava un sacerdote spagnolo che cercò di accoltellare Papa Wojtyla a Fatima.
Magro e sempre in abito blu, è rimasto in servizio per 57 anni. Sposato e padre di tre figli, era in pensione dal 2006, quando è stato sostituito da Domenico Giani.
Nato a Salgareda (Treviso) il 5 giugno 1926, Camillo Cibin era entrato in servizio effettivo nella Gendarmeria Pontificia il 1° maggio 1947, raggiungendo il grado di tenente.
Quando il Corpo venne sciolto, nel 1971, fu nominato vicesovrastante responsabile del nuovo Ufficio Centrale di Vigilanza dello Stato della Città del Vaticano. Il 1° agosto successivo fu promosso sovrastante, e nel luglio 1975 dirigente dell’Ufficio. Nel 1982 fu nominato capo ufficio, anni dopo Ispettore Generale.
Era stato insignito delle più alte onorificenze pontificie: la Pro Ecclesia et Pontifice, il cavalierato di San Gregorio Magno, la commenda di San Silvestro, la commenda con placca di San Gregorio e il cavalierato di Gran Croce di San Gregorio Magno.
Il funerale di Camillo Cibin verrà celebrato questo martedì pomeriggio alle 17.00 all’altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro dal Cardinale Giovanni Lajolo.