ROMA, domenica, 25 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Fin dalla pubblicazione dell'Enciclica di Paolo VI Humanae Vitae, la contraccezione è stata al centro di un intenso dibattito. Nonostante i tanti pronunciamenti del magistero sulla questione, ancora oggi ci sono cattolici che ne sostengono la liceità.
Per rispondere a diversi quesiti che si ripropongono abitualmente, la bioeticista Angela Maria Cosentino ha scritto e pubblicato il libro "Verità che scottano - domande e risposte su questioni attuali di amore e di vita" (Effatà Editrice- 176 pagine 12,00 Euro).
Ne riportiamo la parte riguardante la Contraccezione.
di Angela Maria Cosentino
Quali sono i mezzi immorali per la regolazione delle nascite ?
E'intrinsecamente immorale ogni azione - come per esempio la sterilizzazione diretta o la contraccezione - che, o in previsione dell'atto coniugale o nel suo compimento o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione [1].
Le circostanze e le intenzioni (anche se buone) non potranno mai trasformare un atto intrinsecamente disonesto per il suo oggetto in un atto "soggettivamente" onesto e difendibile come scelta [2].
Come agisce la pillola contraccettiva ?
A 4 livelli :
a livello del sistema nervoso centrale (con il blocco dell'ovulazione),
a livello del muco cervicale (per ostacolare la risalita degli spermatozoi all'interno delle vie genitali femminili,
a livello della tuba uterina (resa "sfasata" rispetto alla sincronia degli eventi orientati all'impianto in utero),
a livello dell'endometrio ( l'utero è reso "inadatto" all'impianto di un eventuale embrione).
I primi due meccanismi sono contraccettivi perché intervengono prima dell'incontro tra lo spermatozoo e la cellula uovo, il terzo e il quarto sono meccanismi che possono essere anche abortivi (qualora, in rari casi, si verifichi una ovulazione e un concepimento).
Perché la pillola contraccettiva, secondo un documento dei Medici Cattolici, lede 5 diritti ?
La Federazione Internazionale dei Medici Cattolici, in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e a 40 anni dall'enciclica di Paolo VI Humane vitae, ha dichiarato in un Documento [3] che i mezzi contraccettivi violano almeno cinque importanti diritti: il diritto alla vita (perché, con i nuovi prodotti chimici, è sempre più sfumato il limite tra contraccezione e aborto), il diritto alla salute (perché la pillola non cura e presenta effetti secondari importanti), il diritto all'educazione (perché i metodi naturali sono poco o mal presentati), il diritto all'informazione (perché non sono illustrati i reali effetti della pillola sulla salute e sull'inquinamento ambientale e la sua diffusione avviene a discapito dell'informazione sui metodi naturali) e il diritto all'uguaglianza fra i sessi (perché il peso dei contraccettivi ricade quasi sempre sulla donna).
Termine inesatto per indicare l'uso del profilattico se il "rischio " da evitare sono le malattie sessualmente trasmesse, uso della pillola se il "rischio" da evitare è il bambino [4]. In realtà non esiste alcun mezzo sicuro al 100% per evitare la gravidanza e le malattie a trasmissione sessuale. Il profilattico riduce ma non annulla la trasmissione del virus dell'AIDS e la pillola contraccettiva orale non preserva dalle malattie.
Solo un'educazione orientata all'astinenza prematrimoniale e alla fedeltà coniugale rappresenta la strada "controcorrente" più sicura per tutelare l'amore e la salute procreativa: uno stile di vita che si può imparare, fin da giovani. La riduzione dell'AIDS non si risolve con i preservativi che anzi possono incoraggiare l'esercizio precoce e promiscuo della sessualità [5]. Comprendere che la vita ha un senso per cui occorre proteggere quella personale e quella degli altri affinché non si ammali rappresenta un passaggio educativo fondamentale.
In alcuni Paesi africani, come l'Uganda, il dilagare dell'AIDS è stato arginato con l'educazione all'umanizzazione della sessualità [6]. L'uomo ha la ragione e può vivere da uomo. È importante, accanto all'educazione [7], poter disporre, di fronte alla malattia, di "cure gratuite" e di moderni cirenei che aiutino a portare la croce, nella speranza di poter " resuscitare un giorno con il Signore" [8].
[1] Cfr. PaoloVI, Humanae vitae, 14; Giovanni Paolo II, Familiari Consortio, 32; CCC Compendio, 497.
[2] Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor, 81.
[3] Cfr. Appendice A, p. 161, L'Humanae vitae. Una profezia scientifica, L'Osservatore Romano, 4 gennaio 2009.
[4] In riferimento ad una vita, è opportuno non utilizzare il termine "rischio" che assume un'accezione negativa. Il figlio, anche quando arriva e non è ricercato, rappresenta un dono da accogliere e non un "rischio " da eliminare.
[5] E' noto l'effetto risk compensation , compensazione del rischio, che indica l'annullamento dei benefici ipotizzati dall'uso del profilattico a causa della maggiore sicurezza percepita che si accompagna ad una condotta più rischiosa.
[6] La posizione cattolica sui condoms n riferimento alla prevenzione dell'epidemia di AIDS è la più ragionevole e la più solida scientificamente. Secondo dati internazionali, in Uganda, paese simbolo dell'Africa per la riduzione della sieropositivi scesa dal 20 % al 6% l'approccio "ABC" all'AIDS (A= Abstain, B= Be faithful, C= use Condoms, cioè Astinenza, Fedeltà, Preservativi) è stato centrato su A e B e i dati avvalorano questa scelta come migliore rispetto ad altri Paesi nei quali è stato usato solo il profilattico.
Dopo 20 anni di pandemia, non c'è alcuna evidenza che più preservativi portino meno AIDS.. Anche la rivista "Science" ha riconosciuto nel 2004 che la parte del programma più riuscita in Uganda è stata quella relativa al cambiamento di comportamento sessuale, che comporta l'esclusione del profilattico ( la cui efficacia , se correttamente utilizzato, è circa del 70-80%).
Tale operazione culturale è costata solo 23 centesimi a persona. Ma l'interessante caso dell'Uganda è stato accantonato, sacrificato ai grandi interessi economici ( anche il programma di Green sarà chiuso perché contrasta con interessi economici, politici e antropologici).
Secondo dati internazionali, il 27 % delle organizzazioni impegnate nell'educazione e nella cura dell'AIDS sono cattoliche , il 44% sono governative e utilizzano fondi pubblici, l'8% sono di altre religioni .
[7] La logica della "riduzione del danno" sostenuta da una certa corrente culturale non è educativa. "I no che fanno crescere " , come dimostra il documentatissimo fallimento di ogni educazione permissiva , sono un atto d'amore.
[8] Dal Discorso di Benedetto XVI in Camerun, L'Osservatore Romano , 20 marzo 2009.