ROMA, giovedì, 15 ottobre 2009 (ZENIT.org).- In Italia si assiste o si è assistito a “una certa auto-referenzialità del mondo cattolico”, nel senso di una scarsa attitudine “a confrontarsi sul serio, specialmente in certi passi della sua storia moderna, con il mondo a lui esterno”.
E’ quanto ha affermato il Cardinale Camillo Ruini, Presidente del comitato “Progetto culturale” della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), in una intervista concessa alla Radio Vaticana in merito al volume “Confini. Dialogo sul cristianesimo e il mondo contemporaneo”, edito recentemente da Mondadori e frutto di un suo colloquio con lo storico e pensatore laico Ernesto Galli della Loggia.
In Italia, ha sottolineato il porporato, vi è inoltre la presenza di forze “orientate a ridurre il più possibile la presenza dei cattolici nel mondo della cultura”.
Accennado poi al ruolo pubblico della Chiesa in Italia dopo la caduta della Democrazia Cristiana, il Cardinale Ruini ha detto che questo avvenimento ha rappresentato “un vantaggio accanto – certamente – allo svantaggio della fine di una presenza organizzata dei cattolici nella politica italiana”.
Tuttavia, a suo avviso il mutamento che ha richiesto una nuova presenza della Chiesa in Italia è legato all’emergere della “’nuova questione antropologica’, cioè le grandi sfide antropologiche ed etiche che riguardano l’uomo come tale e in particolare lla tutela della vita e della famiglia.
Parlando degli ostacoli affrontati attualmente dal cristianesimo, il Cardinale ha notato che la modernità occidentale “ha preso fin dall’inizio sotto vari profili un orientamento non troppo favorevole al cristianesimo e, in particolare, al cattolicesimo”.
“Le difficoltà hanno origine anche all’interno della Chiesa – ha aggiunto –: da quello che possiamo dire sinceramente, una certa lentezza nel comprendere i fenomeni, nel valorizzare gli aspetti positivi, insieme al giusto contrasto verso quelli incompatibili con la fede cristiana”.
Nel libro il Cardinale condivide l’invito di Benedetto XVI ad allargare gli spazi della razionalità, proprio per favorire la nuova evangelizzazione dell’Occidente nel senso “di non limitare la ragione umana in senso proprio, la ragione capace di verità, alle scienze empiriche, secondo una tendenza diffusa nel mondo scientifico e culturale di oggi”. E quindi superare quella che il Papa definisce “la dittatura del relativismo”.
“L’umanità – ha aggiunto Ruini –, se vuole andare avanti, se vuole affrontare seriamente i grandi problemi che ha davanti a sé, deve avere una ragione più larga, una ragione non prigioniera né dello scientismo né del relativismo”.