di Antonio Gaspari
ROMA, mercoledì, 14 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Non vengono conteggiati nelle classifiche stilate dai quotidiani nelle pagine dedicate alla vendita dei libri. Se trattano di temi mariani o legati alla devozione sono oggetto del disprezzo degli ambienti radical-scic.
Gli atei li indicano come portatori dell’oppio dei popoli. Eppure, in una fase di forte crisi nella vendita dei libri, l’editoria cattolica fa segnare un consistente incremento di lettori: più 350.000 negli anni che vanno dal 2000 al 2007.
Alla vigilia della Buchmesse di Francoforte l’Ufficio studi dell’Aie (l’Associazione Italiana Editori) per conto dell’Uelci (l’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani) ha reso noto i risultati di un “Rapporto sul mercato dell’editoria cattolica e della libreria religiosa”.
Secondo il report coordinato da Giovanni Peresson crescono i lettori di testi religiosi (350.000 in più dal 2000 al 2007), e cresce la produzione di questo tipo di titoli, circa quattromila nel 2008, con un mercato che vale - a prezzo di copertina - 235 milioni di euro.
Secondo il rapporto sta cambiando il pubblico dei lettori: aumentano i giovani, mentre scende il numero del clero e dei religiosi. Del fenomeno se ne sono accorti anche gli editori laici che stanno cercando di strappare titoli e autori all’editoria cattolica.
Il rapporto in questione registra un aumento del 13,8% nella domanda di lettura di libri su tematiche “religiose”.
Tra il 2000 e il 2007 è cresciuta sensibilmente la domanda dei lettori di libri religiosi: all’inizio del decennio erano 2,650 milioni (l’11,5% di chi si dichiarava lettore nel “tempo libero”), sette anni dopo sono passati a 3,015 milioni (il 12,5% dei lettori di “almeno un libro nei 12 mesi precedenti”).
L’incremento è del 13,8%: decisamente superiore alla crescita media fatta registrare dalla lettura nel nostro Paese nello stesso periodo (+4,7%). I dati disponibili si fermano al 2007, ma gli indicatori confermano il proseguimento del trend per quello che è uno dei segmenti di domanda più dinamici in Italia nell’ultimo periodo: inferiore solo ad “attualità” (+23,6%) e “arte” (+14,7%); rafforzato anche dalla nuova traduzione della Bibbia della Conferenza Episcopale Italiana.
E’ probabile che la crescita della domanda sia anche più alta considerando la dimensione religiosa al centro di libri di saggistica e varia che affrontano temi come la bioetica, la geopolitica, ecc. Nello specifico settore che riguarda il clero tra il 1999 ed il 2007, si verifica un -6,8% tra i sacerdoti, compensato da un +2,1% tra le religiose.
L’interesse alla lettura di libri di argomento religioso cresce in pressoché tutte le fasce giovanili della popolazione: dal 6,4% al 7,3% tra i 20-24enni; dal 13,4% al 15,0% tra i 45-54enni. Oggi il 49,6% dei lettori ha tra 25 e 54 anni.
Cresce anche la produzione di libri di argomento religioso: sono quasi il 10% dei libri di varia.
Nel 2008 sono stati pubblicati dalle case editrici italiane 4.125 titoli di libri religiosi ( il 9,7% della produzione editoriale di varia immessa nei canali di vendita) e sono 9,7 milioni le copie distribuite (il 14,8% del distribuito totale).
Anche in questo caso si assiste a una crescita dell’offerta di libri religiosi: nel 2000 erano il 6,8% di tutti i titoli di varia pubblicati, oggi sfiorano l’8% . Questa crescita si traduce in un +10,8% come effetto della crescita di un’offerta che sta avvenendo attraverso processi di crescente segmentazione.
Sono quasi 500 le case editrici oggi attive nel segmento religioso. Tra editori religiosi (cattolici e non) e laici nel 2008 erano 483 le case editrici che avevano in catalogo almeno un titolo di argomento religioso. Di queste, 209 sono editori di varia “laici”, e 274 quelli propriamente religiosi.
Delle 274 editrici del segmento religioso 32 sono riconducibili a religioni e filosofie orientali, evangelici, islam, ebraismo. L’editoria cattolica esprime il 9% degli addetti delle case editrici italiane.
Nel 2008, gli editori cattolici hanno pubblicato 2.717 titoli, il 66% dei titoli religiosi. La parte restante della produzione è stata realizzata da case editrici religiose, ma appartenenti ad altre fedi (345 titoli; l’8,4%), e soprattutto da case editrici “laiche” (1.038 titoli; 25,3%).
Per quanto riguarda il tipo di titoli non ci sono solo titoli di catechesi (8,3% di titoli), devozionali (9,1%), ma anche libri per bambini (2,7%), scolastici (10,2%) e un 55,7% di “altro”, in cui confluiscono microsegmenti che vanno dal dialogo interreligioso, alla bioetica, alle scienze bibliche, alla saggistica in generale, all’arte, alla storia della Chiesa o delle religioni, ai problemi della famiglia, ecc.
Il mercato dell’editoria cattolica (2008) vale - a prezzo di copertina - 235,3 milioni di euro, un valore che rappresenta il 9,5% del mercato italiano del libro venduto nei canali trade (libreria, grande distribuzione, Internet, edicola, fiere e saloni).
Un valore che è il risultato di settori di mercato diversi: innanzitutto quello delle riviste,quello scolastico, gli audiovisivi, i libri.
Circa la diffusione sul territorio le librerie cattoliche sono il 14% delle librerie italiane. Inoltre a queste librerie si possono aggiungere altri 488 punti vendita, che però non hanno come attività prevalente quella della vendita di libri (sono localizzati presso enti religiosi, monasteri, ecc.).
In funzione di un progetto per un’editoria che guarda ai libri non solo come beni di consumo, bensì come opportunità per incidere nelle mediazioni culturali e di formazione del Paese, Enzo Pagani, libraio e vicepresidente dell’Uelci, ha spiegato che: “le librerie religiose affrontano il futuro con un ampliamento dei servizi soprattutto riconoscendo la necessità di dare spazio anche all’editoria di varia, non per ragioni di sopravvivenza nel mercato, ma per offrire un panorama più ampio alla sua offerta religiosa e un servizio più completo alla propria clientela fidelizzata”.